Partorisce bimba down e chiede quasi 7 milioni di danni ai medici. Se l’avesse saputo, non l’avrebbe fatta nascere
La bimba è nata down e i genitori si lamentano perché non sarebbero stati informati del rischio. Ecco perché una coppia ha chiesto un risarcimento all’azienda ospedaliera di Crema di quasi 7 milioni di euro.
DIAGNOSI PRENATALE. Enrico Cornelio, avvocato della coppia, ha dichiarato come riporta Avvenire: «Il caso in esame è uno dei tanti che vanno letti alla luce della sentenza 16754 emessa l’anno scorso dalla Cassazione: in caso di mancata corretta diagnosi prenatale, la responsabilità del medico deve intendersi non solo e non tanto nei confronti dei genitori ma soprattutto nei riguardi del bimbo nato invalido».
NASCERE È UN DANNO. Il ragionamento è semplice: il danno per il bambino consiste nell’essere nato. Continua l’avvocato: «Pensi la vita di quella persona. Avrà assolutamente bisogno dell’amministratore di sostegno, se avrà un lavoro sarà un’assunzione obbligatoria. Una situazione che nessuno accetterebbe per sé».
Ribatte Faustina Marazzi Mariani, presidente del Movimento per la vita di Crema: «Ho visto tanti bimbi down felici, insieme ai loro genitori. E ciò, nonostante i tanti problemi oggettivi».
OSPEDALE RISPONDE. L’ospedale di Crema ha lamentato molte inesattezze nel racconto dell’avvocato Cornelio. Ma soprattutto, ha affermato il direttore sanitario Frida Fagandini, «smentisco categoricamente quanto dichiarato dall’avvocato e cioè che la sanità lombarda farebbe gestire le gravidanze alla cieca nell’ottica che un bimbo malformato è comunque dono della Provvidenza. Nell’ospedale di Crema agiamo in conformità alla legge, all’etica e alla deontologia professionale».
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14 commenti
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preghiamo ke i genitori non la abbandonino in qualche orfanotrofio ma che invece le diano l’amore di cui ha diritto!
In caso dovessero farlo, mio marito ed io ci metteremmo in lista per adottare la bambina.
Prima che io nascessi o Dio TU mi conosci. Se un giorno Lui perdesse la pazienza… Preghiamo sempre incessantemente affinchè l aborto sia dichiarato un giorno crimine contro l umanità.
Bravo Roberto!sono d’accordo con te!!mia figlia doveva essere down al 90% perché ha un difetto cardiaco tipico dei bimbi sindromici…non ho neppure voluto fare l’amniocentesi per evitare un qualsiasi rischio per la mia piccina…abbiamo deciso che l’avremmo scoperto alla nascita perché la realtà di averla tra le braccia sarebbe stata più bella di qualunque notizia e indagine prenatale…e poi é nata sana, uno dei rarissimi casi di CAV completo (questa é la sua cardiopatia) senza sindrome…ho passato una gravidanza molto serena…poveretti quei genitori che l’avrebbero eliminata, come si fa con un calzino bucato…peccato che si tratta di una vita!!!!!pazzesco!!!!!
La colpa è solo dei genitori,Se desideri un figlio,lo accetti come Dio te lo manda…quello che dicono i medici non importa…Dal primo momento che si forma in grembo è pur sempre un essere umano,,un figlio di Dio…Cari genitori..se eravate voi cosi?e i vostri genitori vi avrebbero tolto la vita sapendo di essere meno fortunati….
Non so cosa abbia detto l’avvocato, tra l’altro l’affermazione NASCERE E’ UN DANNO non sembra di certo riferibile al professionista visto che non è virgolettata come altri passi presenti nel breve articolo, ma sembra essere un pensiero dell’articolista. Sarebbe bene leggere la sentenza di riferimento che benchè costituita da 73 pagine è decisamente chiara. La stessa ribadisce quattro concetti fondamentali, il diritto alla nascita come bene primario e irrinunciabile, l’opposizione ad un aborto eugenetico, il diritto dell’embrione come persona giuridica da tutelare, benchè non ancora persona in quanto non nato e in questo caso ammette alla tutela genitori e fratelli e l’impossibilità in punta di diritto di “non nascere sano”, cosa giustamente impossibile da pretendere. su questi quattro punti cardine viene espressamente indicato che il medico, in ossequio non solo alle normative vigenti, ma proprio e principalmente alle sue competenze mediche, ad una richiesta specifica deve informare il paziente di tutti gli esami e pratiche mediche esistenti per dare risposta al quesito medico-scientifico.
Certo che se uno dice che la responsabilità è nei confronti del bambino nato invalido, mi sembra ovvio che ciò voglia dire che c’è un danno nell’essere nato, per quel bambino, dato che al momento la diagnosi non porta a nessuna cura medica prima della nascita e l’unica alternativa è l’uccisione del bambino !
Altro che opinione dell’articolista !
Buonasera, leggo ora questa risposta provenendo da un altro post su altro argomento, ora capisco la citazione della bambina down sull’altro. Quella frase da me contrastata non è messa tra virgolette come invece è accaduto per altri frasi sempre presenti nell’articolo stesso, quindi non si capisce chi abbia detto o pensato tale frase. Se viene usato il virgolettato riferendosi all’avvocato sia pochi passi prima che dopo, devo per forza supporre che l’affermazione da me contestata è per forza frutto del pensiero di chi ha scritto l’articolo, altrimenti, per logica e per lingua italiana, avrebbe continuato ad usare il virgolettato, infine non è riferibile neanche alla sentenza indicata in quanto nella stessa si evince che la colpa del medico è non aver operato tutte le accortezze e le conoscenze mediche per rilevare una eventuale malattia del feto, in quanto la presunzione di danno, cioè il non essere nato sano, non puo’ essere imputata al medico stesso in quanto è una cosa impossibile da garantire.
Che pesantezza, caro/a Rmt ! Ma se anche la frase non è virgolettata, dice con altre parole quello che dice la frase virgolettata: secondo l’avvocato, per la bambina nascere è stato un danno, dato che nella frase virgolettata dice: “la responsabilità è nei confronti del bambino nato invalido “. Queste frasi vogliono dire esattamente la stessa cosa: ne convieni ?
Mi spiace essere pesante. Raffaele è il mio nome. La frase da lei citata va relazionata con la sentenza della corte costituzinale citata nell’articolo, che si riferisce ad un altro caso. La sentenza, basta leggerla, dice che la pretesa della madre di avere un risarcimento in quanto se avesse saputo che il figlio fosse nato malato avrebbe abortito, non può essere presa in considerazione in questi termini per avere il risarcimento. a) perchè il diritto alla vita è sacrosanto anche per un bambino malato b) che non è ammissibile che una donna abortisca solo perchè il figlio nascerebbe malato c) che non è la madre in questo caso a dover richiedere un risarcimento per proprio conto, ma che nonostante il feto non sia considerato persona in quanto non nato, non è detto che non possa avere una tutela, quindi in questo caso può essere rappresentato dai genitori e ancorchè dai fratelli (qua rientra la frase dell’avvocato) d) che non si può pretendere in nessun caso che un figlio nasca sano a prescindere, in quanto materialmente impossibile. Nonostante tutto ciò la madre (che deve essere riferita come ricorrente a nome del figlio) ha diritto al risarcimento poichè il medico non ha effettuato tutti gli esami necessari all’accertamento di patologie, così come richiesto dai genitori. Concludo, seppur pesantemente, i giudici hanno ritenuto di dover condannare il medico perchè non ha fatto tutti gli accertamenti diagnostici che esistono ai giorni nostri e non perchè altrimenti la madre avrebbe abortito, così come sembrerebbe risultare dall’articolo.
E dunque, Raffaele, in che cosa si sostanzierebbe il danno per il figlio , frase virgolettata dell’avvocato, nel non aver fatto gli esami diagnostici? Dato che cure in utero al momento non esistono, l’unico danno che ne ha avuto è stato quello di non essere abortito !
Quindi virgolettato e non virgolettato coincidono !
Non sei intervenuto parlando di questo? Riguardo al tuo ultimo intervento, che mena un pelino il can per l’aia, , grazie delle spiegazioni, ma c’ero arrivata da sola.
( continuo col tu, in base all’etichetta del web, la cosiddetta netiquette, ma se ci tieni tanto , posso anche darti del lei )
Se si parla e si decide per darsi del tu non ho nessun problema. La questione va per forza di cosa vista considerando il diritto vigente e le leggi collegate. fino ad ora non si era mai considerato il feto come entità giuridica con eguali diritti di una persona nata. Infatti nell’aborto prevale il diritto della madre ad interrompere la gravidanza e non tiene conto del diritto del feto a nascere. Questa sentenza invece riconosce un diritto al feto di essere stato danneggiato dal comportamento del medico. Bada bene, un diritto ipotetico ( un giorno, il feto diventato ormai adulto potrebbe dire ma che sono nato a fare,e qua sta l’inghippo). se da una parte, a seguito della sentenza, il feto ha dei diritti per un ipotetico danno, allora di contro potrebbe averne anche nei confronti della madre che non vorrebbe effettuare l’aborto, ma come detto c’è un inghippo, chi deve tutelare il feto che giustamente essendo feto e non persona non può spontaneamente presentere degli atti? La madre stessa o i fratelli. Ora la madre in caso di aborto (igv) non credo si autodenuncerebbe per proteggere il feto, però resta il dubbio, io come ipotetico fratello, a seguito di questa sentenza, posso evitare l’aborto in quanto la sentenza stessa mi dice che il valore alla vita è primario? (come vedi io parlo esclusivamente tecnicamente in quanto è una sentenza che così com è apre nuovi scenari giuridigi)
Raffaè, ci rinuncio !
Mi spiegherai un’altra volta come un feto, cioè un figlio, possa essere danneggiato dal fatto di nascere ! E avvantaggiato dal fatto di essere ucciso ! Come da sotto- titolo, non virgolettato, d’altronde !
Se l’avvocato Cornelio fosse down direbbe cose molto più intelligenti.