Una volta si chiamava Amia: era il carrozzone fallimentare che per il Comune di Palermo si occupava della raccolta rifiuti. Poiché era sempre sovraindebitato, e non riusciva a pagare gli stipendi, spesso e volentieri la raccolta si inceppava. I lavoratori scioperavano, i sacchetti di rifiuti si ammucchiavano, l’aria di Palermo diventava irrespirabile. Dopo un po’, il Comune o la Regione siciliana sbloccavano qualche pagamento con decreto per uscire dall’emergenza e la macchina ripartiva. Sino a nuovo inceppamento di lì a poco. Poi è arrivato Leoluca Orlando, il sinnacollando. Amia è fallita, ora alla raccolta lavora Rap. Ma l’emergenza rifiuti di inizio estate a Palermo arriva puntuale come un orologio svizzero. Colpa del populismo del sindaco, che vede come fumo negli occhi tutte le sigle del passato, sostiene qualcuno molto ben informato a Palermo, chiacchierando confidenzialmente con tempi.it. Il giornalista de La Sicilia Michele Guccione, spiega come funziona il nuovo meccanismo.
NUOVA MUNICIPALIZZATA. «La Rap è una nuova compagnia, una new.co., ma attualmente del tutto partecipata dal Comune proprio come lo era la municipalizzata Amia» spiega. «Di fatto non è cambiato nulla, Amia è fallita ed è sotto curatela fallimentare. Il Comune ha presentato una richiesta di “affitto” dei mezzi e del personale, il tribunale di Palermo l’ha concessa, ed è stata affidato appunto alla neonata Rap, creata proprio in questo periodo».
Si è creato così un astruso gioco di specchi: il Comune, che era titolare della fallita Amia, ha riaffittato dalla società fallita i mezzi e il personale, per affidarli a un nuovo ente di cui sempre lo stesso Comune è oggi gestore. Il risultato è che paga sempre Pantalone, cioè i residenti palermitani.
LE RESPONSABILITA’ DI ORLANDO. Prosegue Guccione: «Prima voleva mandare via i commissari di Amia, e tanto ha fatto che Amia è fallito. Poi voleva una nuova municipalizzata, e tanto ha fatto che è arrivata Rap. La gara bandita per la vendita fallimentare di Amia è andata malissimo, perché ai privati è stata posta la condizione irricevibile di assumere 2.396 dipendenti, più un debito di 7 milioni di euro (anziché 200 milioni complessivi), di cui cinque subito da sbloccare per pagare le quattordicesime ai dipendenti. Così è arrivata la nuova Rap affidata a Sergio Marino e il nuovo presidente, come primo atto, ha detto che bisogna risparmiare, decidendo che i riparatori e fornitori dei mezzi sarebbero stati pagati trimestralmente, ma senza rinegoziare i contratti. Di conseguenza i mezzi lavorano a rilento, se si rompono ora non vengono riparati, ed è iniziata la nuova emergenza rifiuti».
IL SINDACATO FIT CISL. Un punto di vista diverso sull’operato del sindaco ce l’ha invece Dioniso Giordano, segretario regionale Fit-Cisl: «I fornitori e i gestori vorrebbero mantenere le condizioni applicate dal tribunale fallimentare. In regime di curatela, infatti, i fornitori sono pagati immediatamente per i servizi. È ovvio che Rap deve invece passare alle condizioni del mercato reale, con pagamento a 30 o 60 giorni. Già due aziende per la gestione dei mezzi hanno accettato queste condizioni e la raccolta rifiuti riprende proprio in queste ore».
Giordano ammette che «il sindaco Orlando non ha effettivamente stretto buoni rapporti con i curatori, ma i fatti dicono che è stato il tribunale fallimentare a bocciare il piano dei curatori. Orlando non ha responsabilità, anzi ha mantenuto la promessa di mantenere il posto pubblico a 2.500 persone». Già, ma come può mantenerle, se già prima nelle casse del Comune non c’erano i soldi per pagare e Amia è fallita?
ALLA PROSSIMA EMERGENZA. Giordano risponde speranzoso: «Il Comune – quindi il cittadino – oggi paga 115 milioni per Amia. A questi vanno sommati altri 9 milioni, già a bilancio, che verranno versati al momento di acquistare Rap. Infatti c’è l’impegno di una acquisizione definitiva entro il mese di dicembre e in queste ore vediamo che si sta correndo per chiudere, quanto prima, il periodo dell’affitto. E tutto questo senza aumentare la Tarsu per i palermitani».
Da un carrozzone all’altro, dopo l’acquisizione di Amia, in Rap non trasmigheranno anche i debiti? «Solo a quel punto – chiude Giordano – si porrà il problema di come chiudere il bilancio di Rap. Solo allora ci potremo confrontare con un piano industriale. Adesso stiamo offrendo alla città un servizio, a 2.400 famiglie stiamo riuscendo a garantire un lavoro. Siamo usciti dal pantano, ma non siamo ancora alla quadratura del cerchio. Il problema è che l’ultimo adeguamento al contratto di servizio il Comune lo ha fatto nel 1999 quando era sindaco Orlando: in 14 anni non è più stato indicizzato e il conto di Amia è sempre stato sbilanciato per questo. Il comune dovrà adeguare il contratto». Orlando lo farà? Lo sapremo alla prossima emergenza rifiuti, forse.