Pakistan, processo all’assassino del politico che difese Asia Bibi. Protestano gli estremisti: «È un eroe dell’islam»

Di Leone Grotti
28 Gennaio 2015
Dopo oltre tre anni, ieri si è tenuta la prima udienza d'appello per Mumtaz Qadri, che ha confessato di aver ucciso il governatore musulmano del Punjab Salman Taseer

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«Se Mumtaz Qadri non sarà assolto e rilasciato ci saranno conseguenze disastrose». Così centinaia di estremisti islamici hanno minacciato giudici e governo fuori dall’Alta corte di Islamabad, dove ieri si è tenuta la prima udienza del processo di appello a Mumtaz Qadri. L’uomo nel 2011 ha assassinato il governatore del Punjab Salman Taseer e poi si è costituito, confessando di averlo fatto perché il politico musulmano aveva difeso Asia Bibi e voleva cambiare la legge sulla blasfemia.

asia-bibiL’OMICIDIO. Il 4 gennaio 2011 Qadri ha ucciso l’uomo a cui doveva fare da guardia del corpo in un mercato di Islamabad. Taseer, influente politico musulmano, si era espresso in favore di Asia Bibi, cattolica condannata a morte per false accuse di blasfemia e in carcere da oltre duemila giorni. Qadri è stato condannato a morte in primo grado nell’ottobre del 2011 ma fino a ieri non si era ancora svolto il processo di appello.

«NON ABBIAMO PAURA». I giudici dell’Alta corte di Islamabad, che hanno aggiornato il caso al 3 febbraio, hanno detto di essere pronti a «tenere udienze ogni giorno, perché è importante non dare l’impressione che i giudici stiano rimandando il caso perché hanno paura». Il sospetto è più che fondato, visto che il giudice che ha condannato Qadri è stato costretto dagli estremisti islamici a lasciare il Pakistan dopo ripetute minacce di morte.

«QADRI È UN EROE». Le centinaia di uomini che ieri hanno protestato davanti al tribunale considerano Qadri un «eroe» che ha difeso l’onorabilità dell’islam. Secondo quanto dichiarato in un comunicato dall’avvocato cristiano Sardar Mushtaq Gill, «se Qadri sarà assolto allora la paura e l’insicurezza aumenteranno in Pakistan: sarebbe un lasciapassare all’intolleranza religiosa e all’impunità».

ATTACCATA SCUOLA CRISTIANA. Sia l’una che l’altra sono purtroppo caratteristiche del Pakistan. Nei giorni scorsi centinaia di studenti sono scesi in piazza per manifestare contro le vignette su Maometto pubblicate da Charlie Hebdo. Durante la protesta, la folla ha fatto irruzione in una scuola cristiana per chiederne la chiusura. Gli assalitori hanno rotto vetri, banchi e sedie. La scuola ha già riaperto ma si può star certi che nessuno verrà condannato per l’aggressione.

@LeoneGrotti

In alto, foto Pakistan da Shutterstock

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4 commenti

  1. Sebastiano

    Aspettiamo fiduciosi che arrivino i soliti “maitre à penser” che ci spieghino come e perché “questo non è vero islam”. Probabilmente qualcuno si arrischierà a dire che “sono solo pochi facinorosi” e menate simili.

  2. Filippo81

    Ragazzi non parliamo male del Pakistan, altrimenti obama, cameron , il nostro renzi,ecc., si inca,,ano !|

  3. Raider

    Un eroe, si capisce! Che è quello che viene detto degli islamici assassini di Charlie Hebdo. eroi, per alcuni, nemmeno pochi, per la verità; mentre per i complottisti paranoici, i massacratori/vendicatori della barba di Maometto sono vittime dei servizi segreti occidentali che li convincono a queste missioni suicide allo scopo di fare degli islamici “doppiamente vittime.”
    La follia umana degli uni e degli altri sarebbe poca cosa, se non fosse che abboccano quei cristiani che, sì, un po’, se la prendono per Asia Bibi, poveretta! – e i complottisti dicono che la colpa è di una legge voltuta dagli americani! Che nessuno stinco di islamico chiede sia abolita: per colpa degli israeliani! -: ma, se si tratta di gente che vive in un Paese libero, allora, no! è sempre colpa degli occidentali, che andiamo cercandocela con la scusa che viviamo in uno Stato non (ancora) islamico.

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