Pakistan. Cristiano denuncia musulmano per estorsione e viene condannato a morte

Di Leone Grotti
01 Luglio 2016
Un nuovo assurdo caso di blasfemia. La prova madre è contenuta in un file audio che i giudici non vogliono ascoltare perché l'islam lo proibisce
epa04482445 Pakistani members of the Christian minority hold banner as they shout slogans during a protest against the killing of a Christian couple who were burnt alive for alleged blasphemy, in Kot Radha Kishan, in Karachi, Pakistan, 09 November 2014. An angry mob on 05 November, burnt alive Shahzad Masih and his wife Shama Shahzad, a Christian couple in a village in Kot Radha Kishan for allegedly desecrating the Muslim holy book the Koran, police said, in another incident highlighting persecution of religious minorities. Police have arrested around 50 people after the provincial chief minister ordered an investigation into the incident, police said. EPA/SHAHZAIB AKBER

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In Pakistan una denuncia per estorsione si è trasformata in un processo per blasfemia, che ha portato alla condanna a morte di tre persone: due cristiani e un musulmano. Il primo, Anjum Naz Sindhu, è rettore cattolico di un grande stabilimento scolastico di Gujranwala, gli altri due, Javed Naz (cristiano) e Jaffar Ali (musulmano), sono insegnanti di musica.

[pubblicita_articolo allineam=”destra”]ESTORSIONE. Tutto è cominciato quando Sindhu ha licenziato il cristiano Naz per aver trafugato e distribuito in modo illecito le copie riservate degli esami. Questo, con l’aiuto del collega musulmano Ali, si è vendicato del rettore ingiungendo di versargli 20 mila rupie (171 euro) e minacciandolo, in caso di mancato pagamento, di diffondere un audio nel quale il rettore pronuncerebbe frasi blasfeme.

TRE ARRESTI PER BLASFEMIA. Sindhu ha deciso di pagare la prima somma perché, come rivela un parente, «aveva paura di morire insieme ai suoi cari, sapendo che in Pakistan per blasfemia si può essere condannati a morte anche senza prove». Ma quando l’insegnante è tornato chiedendogli altre 50 mila rupie (428 euro), ha deciso di denunciare il tentativo di estorsione. La polizia dapprima ha arrestato i due insegnanti, recuperando la somma estorta, poi dopo aver sequestrato l’audio nel telefonino degli insegnanti ha denunciato tutti e tre per blasfemia. Il rettore per aver pronunciato frasi blasfeme e gli insegnanti per aver conservato frasi blasfeme sul telefonino.

«FALLE NEL PROCESSO». I tre sono stati tutti condannati a morte dal tribunale militare antiterrorismo di Gujranwala. I due insegnanti, inoltre, hanno ricevuto un’ulteriore condanna a 35 anni per estorsione e a pagare un’ammenda di 800 mila rupie (6.850 euro). L’avvocato del rettore, Arif Goraya, ha protestato per la sentenza: «Gli studenti a cui il mio assistito avrebbe ripetuto le frasi blasfeme non sono stati ammessi come testimoni. Durante la requisitoria, ho fatto notare più volte che non esiste alcuna prova diretta delle accuse fatte al mio cliente e che nell’inchiesta ci sono numerose falle». Ad esempio, aggiunge, siccome l’islam proibisce di ascoltare proposizioni blasfeme, nessuno fino ad ora ha mai ascoltato l’audio incriminato per verificare la blasfemia. Un perito esterno ha trascritto l’audio, aggiungendo però che non era in grado di stabilire se la voce fosse quella dell’imputato.

«BENVOLUTO DA CRISTIANI E MUSULMANI». Asif Sindhu ha dichiarato a Église d’Asie che le accuse sono tutte false e che se il fratello è andato alla polizia a denunciare l’estorsione è solo perché era conscio di non essere colpevole di blasfemia: «Mio fratello è al servizio della città da una ventina d’anni, le sue scuole accolgono 2.000 studenti ed è benvoluto da cristiani e musulmani. Lui ha denunciato un’estorsione e invece che essere difeso dalla giustizia viene condannato a morte per un’accusa falsa di blasfemia. Con che tipo di giustizia dobbiamo avere a che fare?».

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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9 commenti

  1. Bob

    Vi segnalo che é in corso una campagna a cui si può aderire per eliminare le leggi sulla blasfemia da tutti i paesi.
    Dato che non é possibile mettere link nei commenti, vi segnalo che potete trovarla in rete cercando le parole

    END BLASPHEMY LAW

    1. Ferruccio

      Si così bestemmiare diventa come cantare una canzone nei soli posti dove questa legge verrebbe applicata, sicuramente in Italia, non in Arabia Saudita o Pakista.

      1. Ferruccio

        *volevo dire dove la cancellazione della legge viene attuata.

    2. Ferruccio

      Vai sul sito end-blasphemy-laws PUNTO org. anche l’ Italia è marchiata…

      1. uber

        Scusami, non riesco a comprendere il nesso con la situazione italiana. Il Pakistan è un caso radicalmente diverso.

        1. Ferruccio

          Caro uber, in Italia esiste ancora il reato di bestemmia punito con sanzione amministrativa di qualche centinaio di euro e per l’appunto non può essere paragonato alla legiferazione vigente in paesi come il Pakistan. Ebbene, questa petizione vuole eliminare tutto… e mi basta per capire che siamo di fronte alla solita corrente profana del mondo che finge di incalzare le bestie dell’Islam quando il realtà vuole colpire noi cristiani.

          1. Bob

            Scusa, perché non può essere paragonato?
            Si tratta sempre di leggi contro la blasfemia.
            Stai sostenendo che se la legge é fatta dai cristiani allora va bene mentre se è fatta dagli islamici é da condannare?
            Oppure che va bene comunque purché sia limitata a una sanzione economica?

            Quale é la differenza nei due casi:
            La religione che sta dietro?
            La portata della pena?

          2. Ferruccio

            Non sto sostenendo quello. Sto dicendo che il vilipendio della religione offende la sensibilità dei fedeli quindi una forma di sanzione ci deve essere anche per ragioni di decoro. Una piccola multa va bene se comminata dopo un regolare processo che accerti la colpevolezza dell’imputato. In certi paesi islamici c’è la pena di morte ed ogni scusa è buona per far fuori i cristiani. Come fai a non vedere che sono due cose diverse?

          3. Entrambe; senza contare che un conto è bestemmiare una divinità, un conto (come nel caso dell’Islam) reputare che ogni minima critica o dissenso sia una blasfemia. Le differenze ci sono, ed è giusto che chi bestemmia venga punito; ingiusto è quando tali leggi divengono vessatorie (sino alla pena di morte) ed applicabili a chiunque osi mettere in dubbio che Allah è grande e Maometto il suo profeta (o che, semplicemente, rifiuti di convertirsi).

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