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Padre Romanelli (Gaza): «In molti dicono: “Siamo disperati, andiamo da Gesù”»

Di Giancarlo Giojelli
02 Dicembre 2023
Il parroco ci racconta la situazione della popolazione della Striscia che si rifugia in chiesa, mentre si è ricominciato a sparare. «Il Papa e il cardinal Pizzaballa non ci hanno abbandonato»
La Striscia di Gaza vista da Sderot, Israele, 1 dicembre 2023 (Ansa)
La Striscia di Gaza vista da Sderot, Israele, 1 dicembre 2023 (Ansa)

Sderot è deserta, le scuole chiuse. È la sera di Shabbat, i bambini che affollavano i tanti parchi giochi sono andati lontano. Le altalene dondolano mosse solo dal vento nella luce rossa del tramonto. Le case hanno i tetti devastati dai missili lanciati da Gaza, poco lontano. Il confine con la Striscia è a meno di un chilometro. Nei cortili i resti delle Sukkot per la settimana di festa che celebra il viaggio degli ebrei verso la terra promessa, la settimana in cui le famiglie mangiano insieme sotto la sukkah, la capanna, e ricordano l’Alleanza con Dio. Ma nel giorno di Yom Kippur, alla fine della settimana di festa, i terroristi hanno fatto irruzione nella città, seminando la morte. Gli abitanti di Sderot sono dovuti fuggire e non sono più tornati. Le capanne sono rimaste nei cortili.

Si sente solo il rumore dei bombardamenti sulla Striscia ricominciati all’alba dopo la rottura della tregua. Una ragazza, Amir Levi, 23 anni, studentessa universitaria, è rimasta nella sua c...

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