Otto misure alla portata di Renzi per scongiurare il commissariamento dell’Italia
Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti)
Renzi ha una responsabilità: poco coraggio nel tagliare la spesa pubblica. In un paese in cui il pubblico occupa la gran parte della scena economica, con un insopportabile carico di inefficienze non sanabili, c’è solo un modo per migliorare: affamare la bestia. Ebbene, su questo fronte Renzi ha fatto poco o nulla. Ed è qui che egli perde credibilità. I suoi appelli alla flessibilità sul palcoscenico europeo finiscono per essere intesi come un modo per guadagnare spazio per la perpetuazione di una spesa pubblica improduttiva e insostenibile. Ma Renzi sconta, a sua giustificazione, la natura della sua base politica, quel Pd che è il partito del tassa e spendi.
[pubblicita_articolo]Detto questo, la situazione economica è difficilissima. Partiamo dal calo demografico. Il crollo delle nascite e il drammatico rovesciamento della piramide generazionale toglie spinta all’economia. Un popolo di anziani non si rassegna al pensiero di dover continuare a lottare fino a tarda età per garantirsi una vita dignitosa e per mantenere famiglie dalle quali i figli non possono emanciparsi. Non è un caso che una politica monetaria aggressiva come quella messa in atto dalla Bce non stia portando alcun risultato in termini di stimolo all’economia e di crescita dei prezzi. La gente non consuma, le imprese investono poco, la deflazione, che sta all’economia come l’ipotermia al corpo umano, è ormai un fenomeno consolidato. Le società europee, alla faccia della teoria neo malthusiana del Club di Roma, hanno bisogno di crescere in numero di abitanti. E il gesto della Merkel, accogliere un milione di siriani in fuga, è frutto di un calcolo demografico più che di un gesto umanitario.
Secondo problema: il debito pubblico. L’appartenenza all’euro e la sleale politica di avanzi commerciali tedesca fanno sì che il debito non sia aggredibile con la leva della svalutazione monetaria. Le uniche strade sono la crescita o il rigore. Del rigore, in una legislatura di sinistra, non se ne parla neppure. Della crescita ho detto. La demografia non lascia scampo.
Quadro disperato? Beh, per tanti giovani che scappano, sì. La politica dovrebbe però guidare verso il cambiamento positivo. In che modo? Primo, riformando se stessa sul piano istituzionale, in modo da assicurare una reale leadership.
Secondo, avviando una campagna a favore della crescita demografica. Campagna prima culturale e poi di politiche sociali a sostegno delle famiglie che fanno figli. E campagna anche fatta di una immigrazione controllata e selettiva.
Terzo, riducendo l’imposta sulle società al 15 per cento e abolendo la selva di agevolazioni ed esenzioni che hanno reso il sistema tributario un groviera. Ciò servirà da stimolo potente per l’investimento dall’estero e per l’impresa italiana.
Quarto, facendo funzionare i tribunali civili e penali. Il tema della giustizia è centrale nella decisione sugli investimenti e l’Italia è vergognosamente in basso nella classifica internazionale.
Quinto, migliorando drammaticamente il sistema d’istruzione. Le giovani generazioni, così esigue, devono almeno essere delle élite tecniche e culturali in grado di compensare la loro scarsità numerica e governare gli immigrati.
Sesto, tagliando la spesa pubblica in modo graduale e costante e costringendo i dipendenti pubblici a lavorare come i privati.
Settimo, lavorando sulla cultura della burocrazia italiana con scuole di formazione che creino nuove leve di funzionari attenti ai bisogni dei cittadini e favorendo l’assunzione di elementi che vengano da regioni finora poco rappresentate dai quadri burocratici.
Ottavo, combattendo con misure di prevenzione corruzione e sprechi negli appalti pubblici, vitali per aggiornare il paese e favorire lo sviluppo economico.
Sono misure alla portata della politica, ma richiedono una guida illuminata, coesa e capace di farsi rispettare. Renzi ci sta provando, ma sconta la fragilità della politica e la resistenza dei ceti che vedono nel cambiamento la messa in discussione della loro posizione. Deve lottare nella giusta direzione. Dopo di lui solo due cose: o il caos o un commissario europeo.
Foto Ansa
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10 commenti
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Io sono convinto che Renzi sia stato messo lì apposta come lo fu a suo tempo Monti.
Monti doveva preparare cambiamenti di tipo finanziario assai impopolari, adesso è il turno di Renzi, e il suo ruolo è fare i cambiamenti in campo etico-antropologico.
Una volta fatta la Cirinnà con adozione e l’introduzione dell’insegnamento del gender nelle scuole, lui ha adempiuto allo scopo per il quale è stato messo lì, il resto delle riforme sono solo corollari.
E non è stato messo lì dal PD semplice, ma da chissà chi oltreoceano, i magnati della finanza globale.
Per quello il referendum autunnale lo voterò negativo a prescindere, perché non è un referendum SULLE riforme, ma SULLA riforma, quella della Cirinnà con l’adozione separata per raggiungere lo scopo per il quale gli è stato dato il potere.
Io non sono un complottista, ma non ditemi che Monti e Renzi sono stato messi lì da politici italiani per faccende di politica italiana, perché non è così.
Il sovvertimento del concetto del matrimonio con l’introduzione del simil-matrimonio omosessuale e l’adozione dei bambini da utero affittato non erano nel programma di presentazione, ma sono stati tirati fuori dopo: tutto è stato predisposto nei minimi dettagli, probabilmente oltreoceano.
“probabilmente oltreoceano”; più probabile da dove penso io, luogo invisibile ma reale.
Avete dimenticato una cosetta: che le grandi aziende, quelle competitive sui mercati internazionali e che creano ricchezza per la nazione con i loro fatturati, sono sempre più in mani straniere. Che fanno e disfano a loro piacimento. E quelle “italiane”, appena possono se la svignano altrove (Fiat docet), verso luoghi fiscali più o meno paradisiaci.
Senza lavoro, le “agevolazioni” per le famiglie sono come l’aspirina a chi è malato di tumore.
Si, purtroppo hai ragione Sebastiano,ed è pur vero che grazie a quello che è successo dopo il colpo di Stato chiamato “mani pulite”, tutte le industrie pubbliche sono state svendute a “compari” stranieri, anche le eccellenze e quelle che potevano essere risanate senza fare regali a nessuno.
La politica che riforma se stessa? Per favore siamo seri.
Ci attende il commissariamento come in Grecia, purtroppo.
L’unico modo per uscire da questa trappola è abbandonare la ue-eurozona, inutile mettere pezze e pezzette ad una nave che comunque affonderà.
Non so perchè, ma ho sempre sentito una stretta al cuore quando si parlava di “entrare in Europa”, tanti anni fa. In Europa entran tutti, la porta è aperta per tutti, tranne che per il cristianesimo…me lo sentivo, non sentivo sbagliato! Se è lasciato fuori Dio dal governo dell’Europa -perchè è Dio che sa governare bene il mondo -trovatemene Uno migliore!- non potrà che esserci il fallimento. Ne sono arciconvinta.
Sono d’accordo Susanna, la ue- eurozona è una dittatura che prevede una drastica redistribuzione del reddito dal basso verso l’alto, un’accentramento di ricchezza e quindi di potere nelle mani di pochi a scapito della stragrande maggioranza composta da comuni cittadini,sempre più poveri e più vessati.Questa perversa logica può solo portarci al fallimento, come dici giustamente tu.
Renzi ha le idee chiare: anestetizzare il popolo italiano con le sue proposte (in)civili. Ma che cosa gliene frega a lui ed al suo partito del calo demografico? Ci pensera Vendola & C. ad incrementare la popolazione con figli comprati sul mercato a suon di quattrini? A lui, parlo sempre di Renzi, interessa solo garantirsi visibilità politica (novello “conducator”) ripetendo, come fa in questi giorni fino alla noia con il beneplacito dei media, di giornalisti lacchè e di quella parte di elettorato che pensano di aver scoperto un nuovo messia, che le riforme (in)civili sono quelle che fa solamente lui ed il suo partito.
Speriamo solamente che il popolo italiano si svegli prima di un altro tragico “otto settembre” le cui conseguenze verrebbero purtroppo pagate da tutti a caro prezzo.
Tanto per essere chiaro questa è l’opinione di un ex PD che ha avuto la disgrazia di pensare che questo signore, uscito dalle file del PPI, potesse rappresentasse il nuovo.
Franco
“Deve lottare nella giusta direzione. Dopo di lui solo due cose: o il caos o un commissario europeo”.
“Dopo” di lui il caos?