
La profezia di Orwell si autoavvera all’Università di Northampton: “1984” è «offensivo»

Come in una profezia che si autoavvera, l’Università di Northampton ha messo un trigger warning, ovvero un avviso sulla potenziale pericolosità, su 1984 di George Orwell. Scritto nel 1948, 1984 è forse il romanzo distopico più famoso del Novecento. In esso si immagina un mondo in cui il libero pensiero è perseguitato da uno stato totalitario e onnipresente che incarcera e tortura chi intrattiene relazioni amorose “illecite”, come il protagonista Winston Smith.
Psicoreati e libri pericolosi
La società immaginata da Orwell è governata da un partito unico socialista al cui vertice c’è il Grande Fratello, che attraverso telecamere installate ovunque controlla la vita di tutti, punendo chi non si comporta come imposto. Si parla la neolingua, che ammette solo determinate parole dal significato inequivocabile, il pensiero libero è punito come psicoreato, libri, giornali, documenti e film vengono riscritti o censurati se non sono in linea con le idee del momento.
Paragonare il nostro tempo e la nostra società a quella descritta in 1984 è esercizio pigro e già visto, e non solo perché la realtà è spesso più distopica delle distopie, eppure nel caso dell’Università di Northampton sembra davvero di essere in un capitolo del libro. Il fatto è che secondo i responsabili del modulo Identity Under Construction l’opera di Orwell contiene «materiale esplicito» che alcuni studenti potrebbero trovare «offensivo e sconvolgente». A svelarlo è stato il Daily Mail dopo una richiesta formale all’Ateneo inglese.
Non solo “1984” è offensivo e sconvolgente
Ma non solo 1984, vengono ritenuti offensivi e sconvolgenti anche Finale di partita di Samuel Beckett, la graphic novel V For Vendetta di Alan Moore e David Lloyd e Il sesso delle ciliegie di Jeanette Winterson. Restando al romanzo di Orwell, l’Università spiega che il trigger warning è stato messo perché esso «affronta questioni impegnative relative a violenza, genere, sessualità, classe, razza, abusi, abusi sessuali, idee politiche e linguaggio offensivo». La censura è sottile, ovviamente il libro non è (ancora) vietato, ma con queste premesse chi della generazione dei ventenni di oggi, terrorizzata di offendere e di sentirsi offesa, si metterà a leggere 1984?
Il parlamentare conservatore Andrew Bridgen ha osservato l’amara ironia dell’avvertimento di “pericolosità” proprio di 1984.: «I nostri campus universitari stanno rapidamente diventando zone distopiche del Grande Fratello in cui viene insegnata la neolingua per ridurre la gamma del pensiero intellettuale e cancellare chi non si conforma ad esso. Troppi di noi, e da nessuna parte è più evidente delle nostre università, hanno liberamente rinunciato ai nostri diritti per conformarsi invece a una società omogenea governata da un’élite liberale che ci “protegge” da idee che ritengono troppo estreme per la nostra sensibilità». Eppure Orwell aveva già previsto tutto.
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