Le associazioni Lgbt vogliono mettere il bavaglio a chi non la pensa come loro sulla legge anti omofobia

Di Emanuele Boffi
11 Settembre 2013
Il presidente della commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico (M5S), farà un'interrogazione contro Cerrelli e la trasmissione su Rai Uno. Dimostrando così che i nostri timori sono fondati

omofobia-cerrelli-rai-unoNel giorno in cui incomincia alla Camera la discussione sulla legge sull’omofobia, arriva la notizia che conferma la tesi di quanti temono che tale norma introdurrà pesanti limiti alla libertà di espressione. Alcune associazioni lgbt hanno incontrato il presidente della commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico (M5S), chiedendogli di presentare un’interrogazione che faccia «piena luce» su quanto accaduto durante la puntata del 20 agosto di Uno Mattina (RaiUno).

COSA E’ SUCCESSO. Il tema trasmissione era, appunto, la legge sull’omofobia ed erano stati chiamati a confrontarsi Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, e Giancarlo Cerrelli, vicepresidente dell’Unione dei Giuristi Cattolici. Il dibattito, come vi abbiamo raccontato il giorno dopo su tempi.it, è stato dialetticamente vinto da Cerrelli, che ha mostrato in più punti come le preoccupazioni di chi tema una limitazione alla libertà di espressione siano più che fondate.
A ulteriore riprova, dopo la denuncia del presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, Luigi Palma, giunge ora questa iniziativa di Arcigay, Arcilesbica, Agedo e Gay Net che – tramite il parlamentare grillino – tornano a soffiare sul fuoco. Secondo Gay Center, la trasmissione sarebbe addirittura stata sbilanciata in favore delle tesi di Cerrelli, al quale sarebbe stata concessa la possibilità di «argomentare le sue assurde tesi contro un’eventuale legge antiomofobia», mentre al povero Marrazzo «non è stata data piena possibilità di replica».
Marrazzo ha anche chiesto che sia istituito un osservatorio permanente sulle tematiche lesbiche, gay e trans, che possa monitorare che in Rai si faccia corretta informazione. «Il presidente Fico ha sostenuto – riferisce una nota di Gay Center – che la televisione pubblica, e non solo, deve garantire una corretta informazione, senza dare adito a teorie che non hanno nulla di scientifico, ma che mirano a creare discriminazioni. Il presidente valuterà azioni che possano riequilibrare quanto accaduto e si adopererà al fine di cercare di attuare quanto richiesto dalle associazioni e gruppi in questione».

[internal_video vid=118243]

UNA VICENDA ASSURDA. Qualsiasi persona di buon senso che abbia la pazienza di rivedere la puntata (in pagina il video), non potrà fare a meno di constatare quanto tutta questa vicenda sia assurda.
1. La trasmissione si apriva con un servizio sull’emergenza omofobia. I conduttori in studio, così come le domande poste agli ospiti e i servizi degli inviati, andavano tutti in questa direzione. Se uno sbilanciamento può essere denunciato è quello a favore delle opinioni di Marrazzo, non di Cerrelli. La banale verità è che le argomentazioni poste da Cerrelli hanno più volte preso in contropiede Marrazzo (sull’inutilità della norma, sulla sbagliata e clamorosa citazione anti-Ratzinger, solo per citarne due).

2. Uno Mattina è un talk show. Se un ospite viene invitato a esprimere le sue opinioni per fornire un contraddittorio con una persona che la pensa diversamente, cosa ci si può aspettare da lui? Che dia ragione al suo antagonista? Dire che a Cerrelli è stata concessa «la possibilità di argomentare le sue assurde tesi contro un’eventuale legge antiomofobia» è bizzarro. È una frase che oltrepassa il ridicolo per finire nel grottesco. Di che cosa dove parlare Cerrelli? Poteva solo dare ragione a Marrazzo? Oppure doveva stare zitto?

3. Per quanto riguarda la discussione sulle “terapie riparative”, la falsità raggiunge il suo apice.  Al di là del merito – e cioè se tali terapie funzionino o meno – resta il fatto che, durante la trasmissione, non (avete letto bene: NON) se ne è parlato. Basta vedere il video della puntata. Al termine di un discorso, Cerrelli accenna all’esistenza di tali terapie. Altro non dice perché finisce il tempo e i conduttori mandano la pubblicità. Non vi è stato alcun dibattito su questo. Ma solo averle nominate ha fatto scattare le associazioni lgbt. Non osiamo immaginare cosa possa accadere se una trasmissione fosse dedicata ad esse.

4. Tutta questa vicenda non fa altro che confermare quanto andiamo scrivendo da tempo. E cioè che la legge sull’omofobia non mira a tutelare le persone omosessuali che vengono discriminate per le loro preferenze sessuali (lo ripeteremo di nuovo a rischio di apparire zelanti: se discriminazione c’è, essa va punita con gli strumenti di legge già esistenti), no, la norma Scalfarotto-Leone mira a mettere il bavaglio a persone come Cerrelli. Questo episodio ne è l’ennesima conferma.

Articoli correlati

22 commenti

  1. mike

    certo che… mi ero proposto di non dire nulla oggi. dico poco: il fine è primo nell’intenzione ma posteriore nell’operazione (s. tommaso). una cultura la distruggi o uccidendoli tutti o, se non fattibile, facendole fare meno figli. e, ovvio, parlandone male. vedi gente come odifreddi. l’omosessualità non sarà una malattia solo che si parla di messaggi subliminali anche di tipo omosessuale nei cartoni. e mi son tornate in mente, pensando ciò, cose che all’epoca mi sembravano strane e che mi impedivano di vedere quei cartoni. ne cito 3 così sono più chiaro: – jeeg robot (come è fatto e la sua presa mortale) – la trasformazione di baldios – la trasformazione di tekkaman (qui però, onestamente, ci vedo più l’esaltazione del masochismo e ciò non è incoerente con giochi erotici in cui muore anche una 18-enne). di certo parliamo dell’occidente che (=USA) non hanno esitato su Hiroshima. per cui se gli faceva comodo e trovavano come omosessualizzare la società certo non ci hanno pensato molto a farlo. forse ho detto tutte cretinate però il dubbio mi viene.

  2. Giovanni

    Italo questa devi dirla al tuo confessore 🙂
    Continui a citate a sproposito il National Institute of Mental Health anche dopo che ti è stato contestato il fatto che questi critica il DSM per quello che c’è e non per quello che non c’è. Perchè i comportamenti consierati patologici sono troppi (bambini vivaci considerati ipercinetici, malinconici definiti depressi) e non troppo pochi. Perchè estende a molti altri casi lo stesso procedimento che ha portato all’esclusione dell’omosessualità dal manuale. Insomma per le ragioni opposte a quelle che lasci intendere tu.
    Le bugie non si possono raccontare neppure per sostenere una causa ritenuta buona, lo dice anche il catechismo.

    1. Aurelio

      In realtà è Giovanni che ciurla nel manicoXD e mente (vabbè, anche il divieto di dire bugie è nell’Antico Testamento e quindi è roba da sagrestani, lo sappiamo). Il NIMH dice che il DSM è inaffidabile e basta, inattendibile in quanto tale. Se è inaffidabile in ciò che inserisce lo è anche in ciò che non inserisce. Del resto abbiamo visto patologie entrare e uscire allegramente dal DSM a distanza di qualche lustro. E poi è strana questa cosa: si può criticare il DSM su tutto, fino a dire che è scienza-spazzatura e nessuno ti dice nulla. Ma se critichi il DSM sull’omosessualità diventi un incompetente e sei minacciato di non poter più lavorare e di finire in galera. -_-

      Leggi di Più: Omofobia, il caso Cerrelli e la libertà di opinione | Tempi.it
      Follow us: @Tempi_it on Twitter | tempi.it on Facebook

    2. Piero

      Continui a commentare fuori contesto, ma è la tua specialità……….
      Qui si sta discutendo del fatto se è giusto che qualcuno vada in galera
      perchè di opinioni non “politically correct” nient’altro.
      Quindi evita i pistolotti copia/incolla ………….
      Curioso poi che tiri in ballo il catechismo solo quando ti fa comodo ………..

      1. Aurelio

        Hai ragione, Piero, i sofismi di Giovanni li abbiamo smascherati ripetutamente, ma lui insiste fino ad essere ridicolo. Contento lui! Del resto, come ho spiegato, anche il comandamento “non dire falsa testimonianza” è contenuto nell’Antico Testamento, quindi per lui è robaccia superata dai tempi e valida al più per i chierichetti.

  3. Italo Sgro'

    Condivido in toto. Oltretutto, questi “scienziati” basano le loro assurde tesi normofobe su un documento, il Dsm, che il National Institute of Mental Health ha dichiarato “privo di validità”. Carta straccia, insomma, e questi “premi Nobel” continuano a ripetere che il dsm è “la Bibbia” e non si discute. Il pericolo del totalitarismo gaysta è reale e davvero preoccupante.

    1. Aurelio

      In realtà è Giovanni che ciurla nel manico e mente (vabbè, anche il divieto di dire bugie è nell’Antico Testamento e quindi è roba da sagrestani, lo sappiamo). Il NIMH dice che il DSM è inaffidabile e basta, inattendibile in quanto tale. Se è inaffidabile in ciò che inserisce lo è anche in ciò che non inserisce. Del resto abbiamo visto patologie entrare e uscire allegramente dal DSM a distanza di qualche lustro. E poi è strana questa cosa: si può criticare il DSM su tutto, fino a dire che è scienza-spazzatura e nessuno ti dice nulla. Ma se critichi il DSM sull’omosessualità diventi un incompetente e sei minacciato di non poter più lavorare e di finire in galera.

      1. Giovanni

        Le patologie entrano e escono dal DSM proprio perchè è difficile distinguere un disturbo psichico da una tendenza naturale, ma differente dal comportamento maggiormente diffuso. I bambini molto più vivaci della media sono malati o no? Le persone molto malinconiche sono “depresse funzionali”, categoria creata per distinguerli dai “depressi endogeni” il cui umore dipende da livelli anormali di serotonina rilevabili sperimentalmente ? Chi critica il DSM lo fa a partire dal fatto che non si dovrebbe parlare di malattia in assenza di una lesione somatica rilevabile. Il semplice disagio sarebbe una condizione esistenziale e non patologica come non sarebbe definibile come patologia ogni comportamento eterodosso che non derivi da una accertata causa biofisica.
        Tutta acqua al mulino della ideologia del gender, no?

        1. Aurelio

          Tutta acqua per dire che si può affermare tranquillamente che il DSM non serve a niente, è una ciofecca, è inaffidabile. L’importante è che non lo si faccia per dimostrare che è inaffidabile anche quando esclude l’omosessualità. Chi critica il DSM lo fa sostenendo che l’APA adotta decisioni politiche, sulla base del semplice conssenso, sotto pressione delle lobby (che può essere quella farmaceutica o quella gay). La lobby farmaceutica è molto forte, ma non tanto quanto quella gay, che è l’unica che è riuscita a far togliere dal DSM qualcosa mentre gli altri ne fanno aggiungere in continuazione. Malattia o non malattia, quello che resta è che non si può certo continuare a usare la scusa della decisione del 1973 per impedire di dire che l’omosessualità è un’anomalia, una difformità dalla normalità sessuale. Su questo la psicologia e la psichiatria non hanno nulla da dire e devono tacere. E si smetta di usare la scusa del DSM per imbavagliare i sostenitori della legge naturale. Non funziona.

          1. Giovanni

            No Aurelio guarda che è proprio il contrario, è chi sostiene che l’omosessualità è una malattia a continuare a menarla con la votazione del 1973 (che hanno richiesto loro).
            Sul fatto che NON lo sia si è espresso anche l’OMS. E se non parliamo più di malattia, di ferita, di trauma il discorso cambia completamente.

            La natura non ha il dovere di conformarsi all’idea che noi abbiamo di lei. Secondo il nostro concetto di “normalità” la crescita è un processo che produce una versione più grande e sviluppata dell’organismo origilnale e non un altro organismo. Ma i bruchi non lo sanno e ad un certo punto diventano farfalle, che a noi sembrano animali completamente diversi. E se a qualcuno pare un esito oggettivamente disordinato peggio per lui.

            Il fatto che in moltissime specie anilmali compresa la nostra una minoranza sia attratta da suo sesso e non da quello opposto è normale variabilità, punto e basta. Se non lo dicono le scienze mediche (che non possono però dire il contrario) lo dicono le scienze naturali.

          2. emanuele

            Signor Giovanni, dato che lei sembra essere ferrato: mi saprebbe dire su che base l’OMS afferma che non è una malattia?
            Anzi, tagliamo la testa al toro: che cosa l’OMS definisce malattia e perché l’omosessualità non lo è?
            E se non è una malattia, come mai si manifesta il fenomeno? Non vale infatti la definizione “normale variabilità” perché anche per le variazioni sussiste comunque una causa. E quale è questa causa?

          3. Giovanni

            Gentile Emanuele le modifico un post già invato in un altro thrad a proposito del DSM

            La convinzione che l’omosessualità fosse una malattia è stata messa in crisi da decenni di approfondite ricerche fatte da famosi scienziati come Evelyn Hooker e Judd Marmor. Altri si occupare di rivisitare gli studi di opinione contraria (che allora era la più diffusa) e li trovarono affetti da così tanti bias scientifici da demolirne la validità.

            Del resto l’omosessualità era considerata tra i “disturbi sociopatici di personalità” cioè tra quei comportamenti che non danno disturbi al soggetto (cosa di solito richiesta per definire una “malattia”) ma agli altri. Se un discorso del genere è giusto e logico per pedofilie e necrofilia,(che stavano nello stesso capitolo del DSM) non si capiva a chi nuocessero i gay e quindi il discorso perdeva di fondamento.

            All’epoca molti, come oggi gli stregoni delle “terapie riparative”, pensavano che l’omosessualità fosse dovuta ad un trauma, una carenza, nel passato di una persona. Peccato che dei moltissimi psicoterapeuti gay che avevano completato l’analisi personale passando decenni sul lettino a fare i conti con i traumi della loro infanzia, quasi nessuno aveva cambiato orientamento. La mitica “ferita” non si trovava.

            Ma il discorso più logico e insieme banale è quello per cui la “normalità” in natura non coincide con il comportamento della maggioranza. Quasi tutti gli esseri umani hanno una statura compresa tra 1,50 e 1,95, i capelli di un colore che va dal biondo al bruno passando per le tonalità intermedie, usano di preferenza la mano destra e sono attratti dal sesso opposto. Gli individui di statura inferiore o superiore, con i capelli rossi, mancini o gay non sono malati o malformati o deviati. Sono semplicemente una minoranza . Punto.

          4. Picchus

            Anche il fatto che qualcuno sviluppi un cancro è normale variabilità. Perché usate le parole a vanvera?

          5. Giovanni

            E infatti il cancro non è per nulla innaturale, anzi la vera causa del cancro è la vita stessa, le cellule si repolicano e replicandosi commettono errori, il 99% degli errori viene riparato l’1% dà origine alle neoplasie.

            Però il cancro è davvero una malattia ( del resto tutte le malattie sono “naturali”, mica sono punizioni divine) perchè nuoce all’individuo che ne è affetto. Cosa che non succede con l’omosessualità.

          6. Picchus

            Quindi normale variabilità non significa nulla, qed. Così come il cervello degli omosessuali funziona diversamente da quello degli eterosessuali. Ma il punto non è che funziona diversamente, ma che funziona in contrasto con quelle che sono le specifiche base su cui dovrebbe funzionare, mentre chi ha i capelli rossi o è mancino non funziona in contrasto con le specifiche base, visto che nulla determina che è preferibile il lato destro rispetto al sinistro (invertiti ovviamente per gli emisferi cerebrali) dal momento che le funzionalità sono identiche, cosa che certo non si può dire dell’omosessualità rispetto all’eterosessualità. Ovvero, dato il fenomeno base, il corpo (poiché noi siamo il nostro corpo), il sub-epifenomeno genere dell’epifenomeno mente è in contrasto o cmq non armonico con il fenomeno base che lo genera, dunque vi è senza ombra di dubbio un cortocircuito da qualche parte, un malfunzionamento rispetto alla norma. Se poi questo lo si vuole chiamare malattia, variabile naturale o paperino l’essenza non cambia.

          7. Giovanni

            Per nulla Picchus. Il cervello di un gay, come quello di un mancino, funziona esattamente come quello di un etero o di un destrimane.
            Non è mai stata identificata nessuna anomalia nè biofisica, nè psicologica e neppure funzionale. I mancini possono usare la destra se si allenano a farlo ( e anche viceversa, come ha fatto una mia amica che ha perso il braccio destro e ora scrive con la sinistra) e i gay possono avere rapporti con l’altro sesso tanto quanto gli etero possono avere rapporti omosessuali. Tanto è vero che una non trascurabile percentuale di loro ha figli. E’ una questione di preferenza, entrambi possono essere come gli altri, ma non lo desiderano, non gli viene naturale.

          8. Picchus

            No, il cervello di omosessuale adulto funziona non come quello di un maschio ma molto più similmente a quello di una femmina. In internet trovi gli studi a proposito. Del resto è abbastanza ovvio che un comportamento sessuale radicalmente diverso preveda un’attività cerebrale diversa (così come nel caso dei mancini e dei destrimani), visto che non si da nulla al di fuori del nostro corpo. Altra cosa è la capacità del cervello ad adattarsi per supplire eventuali disfunzioni. Ovviamente esistono diversi tipi di gay, con diverse, come dire, gradazioni. In genere una persona con una omosessualità radicata e non bisessuale non può avere un soddisfacente rapporto con una donna. Il problema è proprio in questo blocco per cui un omosessuale prova ribrezzo e rifiuta di fare sesso con una donna benché questo sia lo scopo di una parte non indifferente del suo corpo. Del resto sono gli stessi omosessuali a dire che non si tratta di una preferenza o di una scelta, ma proprio un modo di essere, e questo modo di essere non può non avere una base fisiologica. Ovviamente tutto questo non ha nulla a che fare con i diritti dei gay (che, in quanto esseri umani, li hanno a prescindere da cosa sia l’omosessualità) o con la legge sull’omofobia ed è una distrazione rispetto alla posta in gioco, che è la libertà di espressione e l’imposizione di un’ideologia alquanto demente.

          9. Giovanni

            A me questa teoria del cervello “femminile” non risulta, dl resto allora come funzionerebbe il cervello di una lesbica?

            Io ho trovato questo articolo che mi sembra esauriente:

            Nel 1991, sulla rivista Science, apparve un articolo che riferiva che le cellule di una specifica regione dell’ipotalamo anteriore erano più piccole in maschi omosessuali e nelle donne rispetto ai maschi eterosessuali. In merito a tale articolo, comunque, è da notare che uno studio successivo non ha confermato i risultati del lavoro precedente. Contestualmente, fecero notare che, sebbene le due medie si potessero considerare dal punto statistico significativamente differenti, i dati pubblicati mostravano invece che il range delle dimensioni dei due gruppi erano virtualmente gli stessi, poiché si potevano riscontrare casi di omosessuali in cui l’area ipotaliamica interessata era più grande di quella di molti eterosessuali, e viceversa. Si tratta però di un comportamento frequentemente riscontrabile in campioni statistici con media differente e che avviene anche per molte altre caratteristiche biologica, per esempio la differenza di altezza fra le popolazioni africane (più alte) e quelle caucasiche (più basse) è reale, cioè in media gli individui appartenenti alla prima popolazione sono più alti di quelli della seconda, che sempre in media risultano più bassi, questo ovviamente non significa che non si possano trovare persone di origine caucasica più alte di persone di origine africana. Si può solo dedurre che, pur esistendo una differenza statisticamente significativa rilevabile fra le altezze, l’altezza dell’individuo non può essere considerata, presa a sé, un indice per dedurne l’origine etnica; infatti Hubbard and Wald rivelano che “… nonostante i gruppi mostrarono qualche differenza come gruppi, non c’era nessun modo per dire nulla sull’orientamento sessuale di un individuo guardando il suo ipotalamo.”

            Nel 1993, sempre sulla rivista Science, apparve un articolo che indicava come in un gruppo di 40 famiglie con due fratelli omosessuali venisse condivisa una regione subtelomerica del braccio lungo del cromosoma X (regione Xq28). Riguardo a questo secondo studio, invece, alcuni degli autori pubblicarono un secondo lavoro nel quale venne riconfermata la correlazione tra la regione Xq28 e l’omosessualità precedentemente descritta ma si vide ch’essa sembrava valere solo per i maschi e non per le femmine Si noti, tuttavia, come nel 1999 venne pubblicato uno studio ad opera d’altri autori che fallì nel rintracciare la correlazione tra il comportamento omosessuale e la regione Xq28.

            Studi di genetica hanno dimostrato come l’omosessualità sia ereditata primariamente per via materna e con le caratteristiche di un carattere multifattoriale, infatti i soli geni non sono sufficienti a sviluppare un orientamento sessuale di quelli esistenti, ma l’ambiente da solo (come si evince nello studio dei gemelli separati alla nascita) non è in grado di determinarne lo sviluppo.

            Un gruppo di ricercatori italiani composto dai professori Andrea Camperio Ciani, Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova, Giovanni Zanzotto, Dipartimento di Metodi e Modelli matematici dell’Università di Padova, e Paolo Cermelli, Dipartimento di Matematica dell’Università di Torino ha cercato di dimostrare le basi biologiche dell’omosessualità. Il modello delle “selezione sessualmente antagonista” è stato selezionato tra i tanti messi sul tavolo ad inizio della ricerca e prevede che almeno un fattore genetico deve essere contenuto nel cromosoma sessuale X, quello trasmesso ai maschi solo dalle madri. Ma i geni trasmessi devono essere due, uno appunto nel cromosoma X, e un secondo contenuto in un altro cromosoma non sessuale.

            In sostanza, sembra che la natura “metta in naturale conto” alcuni casi di omosessualità maschile pur di garantirsi un alto numero di probabilità di avere femmine feconde che mantengono e diffondono la specie

          10. Italo Sgro'

            No, Giovanni, continui a sbagliare e a confondere i piani, io parlo di natura umana, non di ecosistema. Se dovessimo imitare tutto quello che c’e nel regno animale (e perché non anche quello minerale), dovremmo anche legittimare il cannibalismo per non essere da meno delle mantidi. La condotta omosessuale, poi, è oggetto di giudizio morale come tutte le altre. Non so se l’Apa abbia deciso di abolire anche la coscienza, ma questa c’è e non riguarda gli psicologi. Quindi sbaglia, Giovanni, sbaglia sempre più e sfiora il ridicolo. Non vada oltre, si voglia bene.

          11. Giovanni

            Chi ha parlato di imitare? E’ assolutamente giusto che il cannibalismo sia vietato, come la pedofilia e la necrofilia. Come il furto e l’omicidio che non sono “innaturali” e tantomeno malattie. Perchè recano danno agli altri. Ma cosa c’entra con questo con l’omosessualità?

            Se lei o altri ne vogliono dare un giudizio morale negativo siete liberissimi. Come un islamico giudicherà male chi beve alcool e un vegano chi mangia carne. Ma è un problema vostro, non dei gay o dell’Apa. Vorrei vedere che si considerasse chi si mangia una bistecca accompagnata da un bel bicchiere di Chianti come qualcuno a cui devono essere negati dei diritti.

I commenti sono chiusi.