«La tentazione dei governanti globali di agganciarsi come lamprede alla retorica di Francesco è una faccenda universale che in Barack Obama raggiunge inarrivabili vette di manipolazione linguistica». Nell’editoriale di terza pagina di oggi, 27 dicembre, il Foglio mette sotto accusa l’opportunismo del presidente degli Stati Uniti, che da una parte cerca di usare le parole del Papa per legittimare le proprie idee politiche e, dall’altra, accentua lo scontro con i cattolici americani sui temi legati all’Obamacare, al Common Core e in generale alla libertà di coscienza e di educazione.
CITARE IL PAPA. «“Aggiungere una citazione del Papa” recitava un’indicazione scritta a mano dal presidente sulla bozza di un discorso di politica economica di qualche mese fa». A questo si riduce il confronto con i cattolici per Obama. Secondo l’editorialista del Foglio, quell’appunto è l’esempio eclatante di come il presidente americano usi le parole di Francesco, cioè quando gli fa comodo. Così, Obama, solleticato dalla «sovrapponibilità del vocabolario economico», sfrutta i «riferimenti ai princìpi dell’economia sociale del mercato dell’esportazione apostolica Evangelii Gaudium» come «strumenti per battere sul tavolo della disuguaglianza economica che gli è caro, in qualche modo protetto dal Vescovo di Roma».
IRRILEVANZA PUBBLICA. «Tirare per la stola Bergoglio è un passatempo trasversale fra i leader del mondo», prosegue il Foglio, e di Obama in particolare. Il presidente degli Stati Uniti «intravede nelle aperture del Papa gesuita la possibilità di stabilire con lui un rapporto analogo a quello che Reagan ha stabilito con Giovanni Paolo II». E lo fa, riproponendo e rimaneggiando alcune parti dei discorsi di Francesco, trasformandoli in una «minestra politica riscaldata». Il compito di catalogare le parole del Papa da propinare all’opinione pubblica, il presidente lo ha affidato al suo «gabinetto cattolico» che, accusa il quotidiano diretto da Giuliano Ferrara, è «idealmente capeggiato da chief of staff Denis McDonough, cattolico liberal e irlandese di stampo kennediano, dunque teorico, in ultima istanza, dell’irrilevanza pubblica della fede».
OBAMA CONTRO I CATTOLICI. Mentre Obama usa le parole del Papa a comodo proprio, la sua amministrazione oppone dinieghi non negoziabili laddove «la chiesa cattolica chiede riconoscimento e diritti di incidenza nell’ambito della cosa pubblica». A questo proposito il Foglio rammenta «la profonda guerra legale sulla declinazione della riforma sanitaria per università, scuole e ospedali cattolici». «Nella storia della chiesa cattolica in America si ricordano poche dispute radicali come quella fra Obama e i vescovi intorno alla libertà religiosa scolpita nel Primo emendamento». Per Obama non tutte le parole di Francesco sono utilizzabili. «Della gesuitica saggezza francescana», conclude il Foglio, il presidente americano «è ansioso di rielaborare in chiave politico-retorica i contenuti che – opportunamente indeboliti – possono fare gioco alla sua visione del mondo».