La preghiera del mattino

Non è inflazione: è disordine mondiale. E per affrontarlo ci vorrebbe una leadership

Christine Lagarde
Christine Lagarde, presidente della Bce (foto Ansa)

Sul sito di Tgcom Giuseppe Conte dice: «Girando l’Italia da Nord a Sud, la richiesta di uscire dal governo è continua. Il nostro elettorato sta soffrendo a stare in questo governo. Forse noi non sappiamo spiegare perché siamo al governo, e cioè che non ci sentiamo di voltare le spalle ai cittadini in una fase difficilissima, con una spirale recessiva alle porte».

Conte non è un leader politico, è un personaggio da commedia dell’arte inventato per non far governare il centrodestra, però, come l’Arlecchino di Goldoni, è utile per capire l’umore di italiani, che nonostante tutto si rendono conto che senza un ritorno alla politica la nostra nazione non ha chance di salvarsi.

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Su Scenari economici Giuseppina Perlasca scrive: «L’Algeria ha bloccato giovedì tutte le operazioni bancarie relative alle importazioni e alle esportazioni da e verso la Spagna a causa del cambiamento di posizione politica di Madrid sulla sovranità del Sahara occidentale, nell’ambito di un accordo per normalizzare i rapporti diplomatici con il Marocco. Questo viene a bloccare anche tutte le transazioni commerciali, con l’eccezione dei contratti di fornitura di gas naturale a lungo termine che, a quanto pare, vengono comunque rispettati».

In un mondo sempre più globale, quando cresce il disordine questo si estende in ogni area del pianeta.

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Su Startmag Paola Sacchi scrive: «Ma chi ha perso, in questa tornata di Amministrative, con ballottaggi il 26 giugno, sono anche i vari tentativi neo-centristi trasversali di insinuarsi nelle fratture del centrodestra per un ritorno al proporzionale. Il centrodestra, nel quale, secondo la narrazione mainstream, si sarebbe dovuta consumare ieri sera la resa dei conti soprattutto tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni, ha reagito con toni unitari e equilibrati».

Nella forte disgregazione della società italiana che in parte determina e in parte è determinata dalla crisi della politica e più in generale dello Stato, uno dei rimedi possibili non sarà quello di formare un centro tecnocratico equidistante da destra e sinistra come in Francia (dove pure funziona malamente), perché non esistono né uno Stato né un establishment sui quali “poggiarlo” e i sostegni “francesi” vengono sostituiti da sistemi di influenza straniera che aumentano, non assorbono la disgregazione.

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Sul Sussidiario Giulio Sapelli scrive: «Tutto questo non è inflazione: è disordine mondiale, è entropia universale. La signora Lagarde pensa di spegnere qualche fiamma chiudendo le fontanine delle banche centrali e non acquistando più sui mercatini nazionali i titoli di Stato di nazioni da tempo culturalmente scomparse e ora esistenti solo nei trattati, illudendoci tutti in tal modo di spegnere i fuochi e di portare l’ordine in un pianeta invaso da quel disordine che si deve definire per quel che è: crescente entropia».

Le varie crisi economiche, militari, politiche in corso vengono affrontate da leadership prive di una visione strategica e così aumenta il disordine mondiale.

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