
Nicaragua, ancora una chiesa assaltata dai governativi durante la Messa

I sostenitori del presidente Daniel Ortega, in Nicaragua, hanno di nuovo attaccato una chiesa cattolica durante la Messa, picchiando fedeli e chierichetti. Giovedì, nella città di Masaya, la chiesa di San Giovanni Battista ha recitato una funzione per sostenere le madri che nella cattedrale di Masaya stanno organizzando uno sciopero della fame.
LE PROTESTE CONTRO ORTEGA
Nell’aprile 2018 la popolazione del Nicaragua è insorta contro il presidente, dopo che Ortega ha proposto di riformare al ribasso il sistema pensionistico e di alzare le tasse. Le manifestazioni sono diventate rapidamente una contestazione degli ultimi 12 al potere di Ortega, in particolare del suo tentativo di instaurare un regime attraverso l’inserimento in ogni centro di potere dei membri del partito sandinista. Nelle proteste 100 persone sono morte e oltre 800 arrestate. Migliaia i feriti.
Il governo aveva promesso di rilasciare tutti i prigionieri politici, ma molte persone restano ancora in carcere. Da mesi i cattolici pregano nelle chiese per il rilascio dei prigionieri e da mesi vengono aggrediti violentemente da polizia, paramilitari e teppisti sostenitori di Ortega.
L’ASSALTO ALLA CHIESA
Un gruppo di donne ha di recente iniziato uno sciopero della fame, nella cattedrale di Masaya, per chiedere il rilascio dei figli ancora imprigionati. Durante la Messa nella chiesa di San Giovanni Battista per sostenerle, i sandinisti di Ortega hanno cercato di fare irruzione mentre i fedeli da dentro sbarravano con tutte le loro forze il portone di ingresso e il portone gridava dal pulpito: «Iene feroci, noi non seguiremo un dittatore!».
Sfondato il portone, il sacerdote è andato incontro ai violenti chiedendo che lasciassero andare i fedeli. Alcuni sono stati picchiati. La Chiesa cattolica ha reiterato ancora una volta la sua condanna espressa ormai decine di volte negli ultimi mesi: «Condanniamo questi atti di dissacrazione, persecuzione e intimidazione, che non contribuiscono alla pace e alla stabilità del paese».
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