In Gran Bretagna vige l’uninominale secca, sistema elettorale estremamente drastico ma che produce governi stabili e duraturi. Ovviamente a patto che si rispettino le regole del gioco.
Pregi (e limiti) dell’uninominale Ciò significa molta competizione. Non ci sono riporti proporzionali: chi ha perso deve rassegnandosi a fare l’Opposizione di Sua Maestà e prepararsi per cercare di vincere cinque anni più tardi. L’opposizione ha comunque un importante ruolo e il Governo Ombra di Sua Maestà svolge il compito di criticare e pungolare il governo in carica e, cosa essenziale, deve essere pronto in ogni momento a subentrargli se il governo perde il voto di fiducia. È difficile vedere primi ministri in carica per più di due legislature e i politici, inspecie le loro idee, diventano rapidamente obsoleti. I Liberaldemocratici di Paddy Ashdown sono un’eccezione: nonostante siano il più grande partito di centro d’Europa con questo sistema elettorale probabilmente non riusciranno mai a formare una maggioranza (si pensi che nelle elezioni precedenti i liberali centristi avevano raggiunto il 17% dei consensi e ottenuto 25 seggi in Parlamento, mentre nel ’97 hanno ottenuto 50 seggi con il 16%).
Muratori della polis e specialisti in fair play Ogni singolo MP (Member of Parliament) è il rappresentante in Parlamento di tutta la circoscrizione. Una volta terminata l’animosità della campagna elettorale e la delusione se il mio partito ha perso, il vincitore del seggio diverrà il mio MP a cui mi rivolgerò (in genere di persona settimanalmente, per lettera o posta elettronica) per protestare o chiedere interventi, petizioni parlamentari, chiarimenti. In Parlamento ogni deputato è “accoppiato” con un pair speculare dell’altro partito. Ad esempio Jonathan Aitkin, conservatore di destra appena uscito di prigione dove scontava una pena per diffamazione, era appaiato a Diane Abbott, parlamentare nera di estrema sinistra con cui è diventato tanto amico da fare il padrino di sua figlia. Se un deputato deve assentarsi, lo notificherà il suo pair che cavallerescamente, per bilanciare gli equilibri, non voterà in Parlamento. Non sono regole scritte ma è un fair play tra gentiluomini che se non sono rispettate fanno crollare il tacito accordo su cui si regge il gioco della politica ingelse. Quanto agli scandali non è il fatto in sé in realtà a causare la pubblica riprovazione, ma mentire al Parlamento. In ogni caso se si hanno problemi in ogni partito c’è un Grande Fratello: è il Chief Whip, frustatore capo, quello che nella caccia alla volpe tiene insieme la muta dei segugi. Anche se non esistono regole e leggi sull’obbligo di presenza in Parlamento, i whip non perdono occasione per frustare i loro sottomessi che si fanno notare per scarsa partecipazione alle sedute parlamentari. Inoltre non si devono verificare conflitti di interessi: se si è parlamentari non si può avere altro lavoro pagato dallo Stato. Se si entra nel governo bisogna rinunciare a ogni altra attività. Lord Sainsbury, principale azionista della grande catena di supermercati omonimi, per diventare sottosegretario alla Scienza ha dovuto mettere tutte le sue azioni in un blind trust della cui gestione sarà all’oscuro per tutto il periodo in cui ricoprirà una carica pubblica.
L’ossesssione della trasparenza Ogni MP deve dichiarare e tenere la lista aggiornata di ogni regalo, favore, omaggio, introiti ricevuti al di sopra delle 25 sterline. Se si cerca nel sito del Parlamento britannico si troverà l’elenco completo. Tony Blair dichiara la visita di 9 giorni “in Toscana con la mia famiglia” ospite del Presidente della Regione, Gordon Brown due biglietti offerti dalla TV scozzese per la partita di calcio Scozia-Inghilterra. Robin Cook ha un appartamento a Londra che dà in affitto, Hague ha ricevuto “sei tazze con piattini arlecchino, una penna, un invito per sé e sua moglie alle corse con ostacoli del Grand National, un passaggio in elicottero al congresso di partito e usa la palestra privata del miliardario ex candidato a sindaco di Londra Lord Archer”. Paddy Ashdown riceve “pagamenti occasionali per articoli e apparizioni in TV”, dichiara che la la Jaguar ha prestato un’auto all’ufficio del Partito liberale e che ha ricevuto un orologio per la moglie .
Soldi pochi, finanziamenti tanti Un normale MP guadagna 40.000 sterline lorde all’anno (circa 130 milioni di lire) e altrettanto per le spese di mantenimento del suo ufficio, compreso un segretario e viaggi di rappresentanza. Ogni spesa, ogni favore, ogni omaggio va segnato e ricordato. Pena la fine del proprio incarico. Come è successo a Mandelson, che prima delle elezioni del ’97 aveva ricevuto un prestito da un collega per l’acquisto di una casa a Londra. Entrato nel governo si dimenticò di dichiarare questo interesse e quando il collega fu inquisito dovette lasciare il suo posto di ministro, pur non avendo commesso nei fatti alcun reato. I parlamentari hanno un appartamento a Londra perché devono essere a portata di campanello per le votazioni, spesso tengono i loro comizi nelle chiese (già finanziate dallo stato) e alla fine pagano con una colletta, perché i cinema operano a tempo pieno e i teatri costano troppo cari.
Finanziamento privato dei partiti In questo paese dallo Stato minimo i partiti non ricevono alcuna sovvenzione statale. Pgano i privati. Il che vuol dire che un cambiamento di linea può porre termine a una sovvenzione anche di milioni di sterline. Un esempio? L’associazione per l’abolizione degli sport cruenti nel ’97 ha donato 1 milione di sterline (oltre 3miliardi di lire) a Blair pensando che avrebbe abolito la caccia alla volpe. L’abolizione non c’è stata e probabilmente alle prossime elezioni questo appoggio verrà meno. I finanziamenti avvnegono anche sotto forma di donazioni anonime. Ma c’è ora una proposta di legge che prevede che le donazioni sopra le 5000 sterline debbanoe ssre dichiarate. L’attuale metodo di finanziamento della politica crea qualche imbarazzo dato che le donazioni provengono da lobby (anche straniere) come quella automobilistica, del tabacco, dell’industria nucleare e delle armi.