
Contrordine compagni! Il messaggio arriva da Parigi dove la sindaca ha promosso un referendum sul rinnovo delle licenze ai concessionari dei monopattini elettrici a noleggio. Pochi i partecipanti alla consultazione, meno dell’8 per cento degli aventi diritto, ma compatti nel sostegno del “no” che ha raccolto il consenso del 90 per cento dei votanti. Le società interessate, Dott, Lime e Tier hanno comunicato che al termine dell’estate il servizio cesserà.
Un brutto colpo per la sostenibilità o una decisione condivisibile considerata l’elevata rischiosità di questo mezzo? Né l’una né l’altra cosa, vediamo perché.
I monopattini e i cambiamenti climatici
I due aspetti generalmente considerati come più rilevanti in termini di impatto ambientale della mobilità individuale sono quelli dell’inquinamento dell’aria e delle emissioni di Co2, causa del cambiamento climatico. Ridurre il numero di auto che circolano a favore di trasporti collettivi, biciclette e, ultimi arrivati, i monopattini, viene considerato da amministrazioni locali, governi e Ue, il cardine delle politiche da adottare per porvi rimedio.
A prima vista potrebbe sembrare scontato ma, se si guardano con più attenzione i dati, si scopre che questo approccio può avere effetti solo marginali.
Per quanto riguarda la qualità dell’aria, da molti decenni in tutti i Paesi occidentali e negli ultimi anni anche in una città come Pechino, si è verificata una radicale (e ai più sconosciuta) riduzione della concentrazione di sostanze inquinanti. Il progresso è riconducibile quasi esclusivamente a un solo fattore, l’evoluzione tecnologica dei veicoli stradali (e di quella negli altri settori) che ha portato al crollo delle emissioni pur in presenza di un aumento delle percorrenze.
Cento auto oggi inquinano come una di sessant’anni fa
Il caso più emblematico è quello degli Stati Uniti, Paese nel quale la mobilità individuale è ancor più dominante che in Europa e dove dagli anni Settanta a oggi, secondo i dati forniti dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente, le emissioni dei sei principali inquinanti atmosferici è diminuita in media del 78 per cento.
A maggior ragione, il contributo della cosiddetta mobilità dolce o micromobilità sarà irrisorio a scala mondiale, quella rilevante per il cambiamento climatico e che vedrà il peso dei Paesi occidentali ridursi progressivamente a seguito della crescita dell’Asia e delle altre aree del mondo.
Molto più pericolosi delle auto
“Non pervenuti” sul fronte ambientale, i monopattini presentano rispetto all’auto un’importante controindicazione. Sono molto più pericolosi per chi li usa: un’analisi condotta recentemente negli Stati Uniti ha stimato che il tasso di infortunio è all’incirca 200 volte superiore a quello delle quattro ruote.
Una valutazione relativa agli scooter a noleggio nella città di Lisbona conclude che l’effetto negativo in termini di incidentalità dell’adozione dei monopattini è all’incirca 100 volte superiori ai benefici ambientali conseguiti.
Si tratta, in larga misura, di pericoli per chi li usa e non per soggetti terzi nei confronti dei quali i monopattini rappresentano un rischio molto modesto. Decidere di vietarli appare quindi una scelta immotivata come lo sarebbe quella di impedire gli spostamenti in motocicletta. Chi preferisce un mezzo molto più economico e agile rispetto all’auto dovrebbe poter continuare a utilizzarlo. Compito del soggetto pubblico dovrebbe semplicemente essere quello di fare rispettare a costoro, come a tutti gli altri utenti della strada, le regole del codice della strada e prevedere appositi spazi per la sosta.