Migranti. Il piano Piantedosi funziona e l’Ue ascolta l’Italia

Di Redazione
27 Gennaio 2023
Il ministro dell'Interno assegna alle Ong porti più lontani per sbarcare i migranti e molte navi si fermano per i costi eccessivi delle traversate. Il piano presentato dalla Von der Leyen per gestire l'immigrazione tiene conto delle preoccupazioni italiane
La Ocean Viking approda ad Ancona con i migranti recuperati nel Mediterraneo

La Ocean Viking approda ad Ancona con i migranti recuperati nel Mediterraneo

In assenza di un progetto europeo, il piano Piantedosi per frenare l’attività delle Ong nel Mediterraneo, limitare l’afflusso di migranti in Italia e garantire la redistribuzione su tutto il territorio degli irregolari sta funzionando. Invece di andare allo scontro ideologico, il ministro dell’Interno ha scelto di affidare porti per l’approdo più difficili da raggiungere, costringendo le navi a percorrere tragitti più lunghi.

Migranti, le Ong in difficoltà si fermano

Così, riporta Repubblica, le Ong si sono trovate a dover sopportare «costi insostenibili» per il carburante e molte navi si sono fermate. La spagnola Open Arms e l’italiana Mare Jonio hanno interrotto le traversate, così come la nave di Amnesty International.

Sono bloccate, in attesa di ricevere nuovi fondi, le imbarcazioni di organizzazioni tedesche: Sea eye, Mission Lifeline e Sos humanity. Soltanto la Sea Watch continua a operare ma cinque missioni pianificate per il 2023 sono state sospese.

L’Unione Europea ora vuole i “muri”

Anche l’Unione Europea ha cambiato i toni rispetto agli ultimi mesi. In una bozza di piano europeo in 15 punti per la gestione dell’immigrazione stilata dalla Commissione, Ursula von der Leyen prevede di «rafforzare le frontiere esterne attraverso misure mirate da parte dell’Unione». Tra queste ci sarebbe anche l’utilizzo di «fondi Ue» per costruire muri ai confini, come richiesto esplicitamente dall’Austria, che vorrebbe una barriera tra Bulgaria e Turchia.

Nel piano sono anche previsti fondi per i paesi del Nord Africa, affinché si dotino di motovedette per monitorare le loro acque territoriali e riportare indietro i migranti intercettati. È anche allo studio l’idea di avviare una partnership con Egitto e Tunisia per contrastare la tratta di esseri umani attraverso pattugliamenti congiunti.

Il piano Piantedosi per i rimpatri dei migranti

La linea dura proposta dalla Von der Leyen denota un netto cambio di passo rispetto a novembre, quando l’Italia veniva criticata da tutta Europa solo perché il governo Meloni, sottolineando le difficoltà a gestire gli sbarchi in aumento, si era rifiutata di far attraccare la Ocean Viking.

Ora la presidente della Commissione europea chiede più controlli e un’accelerazione su un meccanismo di solidarietà per redistribuire i richiedenti asilo tra i paesi membri. Il ministro Piantedosi ha anche proposto di introdurre una terza via per i rimpatri: obbligare i migranti che non hanno diritto all’asilo a tornare nei paesi d’origine, associando però all’iniziativa «progetti di reintegrazione».

Il progetto è complesso e andrà discusso, i Ventisette sul tema restano fortemente divisi. Ma è positivo intanto che la Commissione abbia deciso di accogliere le istanze e riconoscere come legittime le preoccupazioni dell’Italia.

Foto Ansa

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