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Come abbiamo scritto ieri, non era passata che qualche ora dalla notizia dell’arresto del boss mafioso Matteo Messina Denaro, catturato dai Ros dopo trent’anni di latitanza mentre aspettava il suo turno per un tampone in una clinica privata di Palermo dove era in cura per un tumore al colon, che già sui social network giornalisti, persone comuni, comici e politici rilanciavano teoremi complottisti, avanzavano sospetti, chiedevano chiarezza.
Trent'anni che «c'è sotto qualcosa»
Non è possibile, dicevano e dicono, che un boss mafioso così potente facesse la fila tra i pazienti di una clinica di Palermo, che fosse vicino a casa sua e per giunta riconoscibile ad uno sguardo attento, che avesse lasciato il suo numero di telefono alle altre pazienti, si scattasse selfie con i medici e gli infermieri, deve esserci sotto qualcosa per forza.
Che “coincidenza curiosa”, per usare le parole dell’ex ministro Rino Formica su Domani, il fatto che «viene catturato, o viene consegnato, op...
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