Mascherina all’aperto sì o no? Il dibattito è peggio di quello su AstraZeneca
Mascherina all’aperto sì, mascherina all’aperto no. Aperturisti contro chiusuristi. Allentamento dell’obbligo adesso o a fine giugno o al 5 luglio o dopo una settimana in cambio del mantenimento dello stato di emergenza ancora per mesi. Il dibattito sul dispositivo di protezione contro la trasmissione del Covid-19, sui giornali e all’interno del governo, rasenta la follia.
Mascherina sì, mascherina no
Il dibattito si è imposto anche in Italia dopo che la Francia ha tolto l’obbligo di indossarle all’aperto. Chi è dello stesso avviso in Italia ne ha subito approfittato per sostenere la misura, caldeggiandone l’adozione quanto prima. Chi è contrario, invece, ha iniziato a parlare di «cautela», «protezione», «variante delta» e così via.
Si rischia di adottare con le mascherine lo stesso atteggiamento utilizzato per i vaccini: invece di ragionare sui dati e sugli studi, la vituperata scienza alla quale ciascuno fa dire ciò che vuole, si lascia spazio all’emotività, alla voglia e alla convenienza politica di spaventare o rassicurare.
Mix vaccinale sì, mix vaccinale no
Emblematico il caso del “mix vaccinale”. Il Corriere a pagina 4 titolava ieri: “L’Ema apre (ma con cautela)”. A pagina 5 rilanciava: “Abbiamo le prove: vaccini diversi più efficaci”. Repubblica da par suo rilanciava le dichiarazioni dell’ex direttore dell’Ema, Rasi: «Cambiare farmaco non solo non è pericoloso ma rafforza la protezione». Bene, ma cosa ha detto davvero l’Agenzia europea del farmaco, alla quale l’Italia ha chiesto un parere sul cocktail di vaccini?
Ecco le dichiarazioni di Marco Cavaleri, responsabile della strategia vaccinale per l’Ema: «Abbiamo dati limitati sul mix di vaccini contro il Covid. Alcuni studi preliminari mostrano che la risposta immunitaria è soddisfacente e non emergono problemi per quanto riguarda la sicurezza. Sembra che sia una strategia che potrebbe essere adottata. Ma dobbiamo ancora raccogliere tutte le informazioni. Dal punto di vista dell’Ema non è facile in questo momento fornire una raccomandazione a causa dei dati limitati». “Sembra che potrebbe”, tradotto, significa: ancora non lo sappiamo.
L’Ema parla, nessuno ascolta
Le dichiarazioni le hanno lette tutti, eppure solo un giornale, la Stampa, ha scritto di conseguenza: «In assenza di dati concreti, l’Ema non se l’è sentita di avallare il mix di vaccini e per questo ha deciso di rimandare la sua valutazione». Nessuna apertura, dunque. Questo non significa che il cocktail vaccinale non vada fatto. È giusto però sapere, e di conseguenza spiegare, che per quanto riguarda il Covid-19 la scienza non è ancora in grido di dire se assumere vaccini diversi sia pericoloso o meno. Per dirla con Silvio Garattini, decano dei farmacologi italiani: «La gente è disorientata. Non basta decidere, occorre spiegare». Altrimenti, che cosa impedirà al prossimo caso di “evento avverso”, di cambiare tutto di nuovo?
La stessa cosa vale per le mascherine all’aperto. Si può certamente toglierle e si può ovviamente fare l’esatto opposto e mantenerle. Il problema è spiegare perché. Secondo uno studio irlandese, solo lo 0,1 per cento dei contagi avviene all’aperto. Un secondo studio pubblicato su Indoor Air è arrivato alla stessa conclusione. Un dettagliato articolo uscito su Slate raccoglie le prove scientifiche disponibili fino ad ora.
Il delitto perfetto contro la scienza
È in base a questi dati, insieme al progredire della campagna vaccinale, che il governo intende allentare l’obbligo delle mascherine? O è solo perché, complice la stagione estiva, i contagi e le ospedalizzazioni sono in netto calo e la gente non ha alcuna intenzione di portare la mascherina in spiaggia o sui passi di montagna? Oppure perché lo ha fatto la Francia e l’Italia deve sempre andare al traino di qualche paese estero? In questo secondo caso, che cosa succederà quando l’obbligo sarà tolto e i giornali pubblicheranno le prime foto di pericolosi “assembramenti no mask” sulle spiagge italiane? Il governo farà marcia indietro?
È importante saperlo, è importante «spiegare». Altrimenti si ripeterà all’infinito anche sulle mascherine l’imbarazzante balletto di dichiarazioni pro e contro, di fughe in avanti e improvvisi dietrofront, che ha caratterizzato la somministrazione del vaccino di AstraZeneca e che potrebbe investire ora il “mix vaccinale”. La prima vittima di questo atteggiamento sarà proprio la scienza.
Foto Ansa
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