Dove ci porta Mare Nostrum? Alla deriva

Di Laura Borselli
21 Giugno 2014
I limiti di una missione che salva vite e mette all’angolo la politica. Incapace di gestire l’emergenza immigrazione e di farsi ascoltare in Europa

mare-nostrum-marina-lampedusa-migranti«Il fatto interessante è che da quando esiste questa operazione è diminuito molto il numero degli incidenti in mare». Chiedendo al capitano di vascello Vianello se gli sbarchi di immigrati salpati dalle coste libiche siano aumentati o diminuiti con l’operazione Mare Nostrum non si può che ricevere la risposta d’onore di un ufficiale. Il capitano parla di 56 mila persone tratte in salvo da quando è in corso l’operazione, circa 43 mila dalle navi della marina, le altre da mezzi che a vario titolo hanno cooperato, come mercantili e altre forze armate. Non è qui, non è su una delle navi che ogni giorno pattugliano le nostre coste e cercano di avvicinare i barconi di disperati scongiurandone il capovolgimento, che si deve venire a cercare l’eco della polemica che travolge Mare Nostrum, l’operazione iniziata il 13 ottobre scorso, dopo che circa trecento persone morirono nell’incendio e nel naufragio del barcone con cui cercavano di raggiungere l’Italia. Tornano vive le immagini raccapriccianti di quei giorni, le storie di madri incinte restituite dal mare giorni dopo la morte, bambini falciati dal fuoco o inghiottiti dall’acqua. Fino alla schiera ordinata e tragica dei corpi disposti sul molo e delle bare per un simbolico funerale. Un corredo iconografico terribile e toccante che condiziona enormemente il dibattito sull’immigrazione nel nostro paese e più ancora quello sulla gestione degli sbarchi.

Sono passati nove mesi da quando è stata lanciata un’operazione che si prefiggeva il duplice scopo, come ricorda a Tempi ancora il capitano Vianello, di far fronte a un’emergenza umanitaria sorvegliando le acque dello stretto di Sicilia ma anche di offrire un contributo significativo al traffico di migranti. In pratica: salvare i disperati e catturare gli scafisti stroncandone gli affari. E nonostante il governo faccia sapere che dall’inizio dell’anno sono stati assicurati alla giustizia almeno un centinaio di delinquenti, ad oggi la seconda parte del messaggio sembra non funzionare a dovere, quanto meno in termini di deterrenza. Basti pensare che i prezzi per i biglietti dei viaggi della speranza sono addirittura diminuiti, arrivando anche a meno di mille euro. «Certo che i prezzi dei biglietti sono diminuiti», dice a Tempi Alfredo Mantici, ex direttore dell’ufficio analisi del Sisde oggi direttore del portale di geopolitica Lookout News. «I trafficanti vedono i nostri telegiornali e sentono che Mare Nostrum non è un’operazione concepita per frenare le ondate migratorie clandestine e a metà del tragitto ci sono le navi italiane». Solo venerdì scorso la Marina ha intercettato un gommone affondato a circa 40 miglia dalle coste della Libia (il corrispondente di circa 60 km). Dieci corpi recuperati, 39 persone salvate e decine di dispersi. È il copione che si ripete ormai quotidianamente in un momento in cui la bella stagione favorisce la navigazione e in cui le guerre africane e mediorientali portano masse di disperati a premere sulle coste di una Libia ormai fuori controllo.

«Se vogliamo incidere sul fenomeno – riprende pragmaticamente Mantici – dobbiamo colpire chi ha in mano il rubinetto dei flussi, ovvero i trafficanti di uomini. I quali impongono un prezzo da pagare per il biglietto che non è solo il corrispettivo di quanto vogliono guadagnare, ma anche di quello che rischiano. Se rischiassero 30 anni di carcere i prezzi aumenterebbero. Poi dobbiamo accettare che quando queste persone arrivano sulle nostre coste sono un nostro problema».

Pochi giorni fa il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio ha ribadito l’importanza di Mare Nostrum, un’operazione che, secondo i numeri forniti dal ministro della Difesa Roberta Pinotti, costa all’Italia poco più di 9 milioni di euro al mese. L’operazione non si chiude, come chiedevano la Lega e Forza Italia, ma occorre ragionare per superarla e migliorarla «nel senso di renderla pienamente europea e non più una missione emergenziale».

mare-nostrum-marina-lampedusaLe minacce di Alfano
Pochi giorni dopo il ministro dell’Interno Angelino Alfano tornava a minacciare la sospensione dell’operazione. Che è un po’ come minacciare uno sciopero delle ambulanze: un’opzione inimmaginabile a meno di assumersi la responsabilità di centinaia di morti innocenti. La minaccia dovrebbe servire a scuotere un’Europa indiscutibilmente assente. Il governo italiano chiede che una sede dell’agenzia Frontex sia trasferita in Italia e che si occupi della missione (adeguatamente finanziata, perché ad oggi ha un budget di 80 milioni mentre Mare Nostrum costa trecentomila euro al giorno…). Insomma: il vertice europeo sull’immigrazione del 25-26 giugno si annuncia ricco di argomenti.

Il semestre italiano di presidenza, in questo senso, condensa molte (fin troppo generose) speranze. L’Italia punta a una revisione della cosiddetta Convenzione di Dublino, quel regolamento europeo che stabilisce quale sia lo Stato competente a valutare la domanda di asilo di un migrante secondo la Convenzione di Ginevra, solitamente quello in cui il migrante ha raggiunto per la prima volta l’Unione Europea. «Difficile pensare che in un semestre di presidenza, tanto più come quello che si appresta a presiedere l’Italia con la gran parte delle direzioni ancora da assegnare dopo le elezioni del 26 maggio, si possano addirittura modificare delle Convenzioni. Però lo spazio per degli atti intermedi c’è e deve esserci», osserva Natale Forlani, direttore generale dell’Immigrazione del ministero del Lavoro. «Mare Nostrum ha dei limiti grandi – riprende Forlani –, che vanno al di là delle responsabilità italiane: il 90 per cento dei flussi migratori passa da una Libia senza governo e senza interlocutori istituzionali. C’è poi una lunga storia di responsabilità europea, che non si è mai preoccupata di controllare flussi migratori che hanno al loro interno elementi di pericolosità molto elevata, in cui non mancano le infiltrazioni criminali o terroristiche. Arrivano i disperati dell’Africa subsahariana e sull’arrivo di questi disperati in Libia non solo non si controlla, ma si lucra. Ci vuole una autorevolezza persuasiva di intervento che non può che essere europea». «Se non governiamo il fenomeno – riprende Mantici – siamo destinati a subirlo. Occorre ostacolare le partenze con accordi con i governi dei paesi di partenza. Non è impossibile fare un accordo con la Tunisia, coi banditi delle milizie libiche usando i nostri servizi segreti».

La storia di Klodiana
Klodiana Cuka è albanese. È arrivata in Italia nel 1992 con la legge Martelli. Per una decina di anni, mentre passava dal lavoro di sarta, cameriera fino a quello di studentessa universitaria e poi dottoranda, ha avuto scritto “collaboratrice domestica” sulla carta di identità. La sua vocazione l’ha trovata come fondatrice e direttrice di Integra, una Onlus titolare di servizi per favorire l’integrazione degli immigrati. Dopo l’emergenza seguita alla cosiddetta primavera araba, Integra vince la gestione per il triennio 2014-2016 di alcuni progetti per l’assistenza ai richiedenti l’asilo secondo i fondi Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Nelle piccole strutture di accoglienza gestite da Integra nei dintorni di Lecce (appartamenti con al massimo otto persone) stanno immigrati che per sei mesi vengono assistiti nella procedura di richiesta di asilo dopo la permanenza nei grandi centri di accoglienza come Mineo e Bari. In loro Klodiana rivede spezzoni della sua storia, quando erano lei e i suoi connazionali a scappare per inventarsi un futuro. Qui, in questo periodo cruciale che segue la fase di emergenza, qualcuno impara a scrivere un curriculum, a cercare un lavoro; gli altri, la maggior parte, si preparano ad andarsene. L’esperienza di Klodiana e dei suoi colleghi conferma infatti quello che mostrano i dati: la gran parte dei migranti che arriva in Italia (l’80 per cento di essi ha le caratteristiche per ottenere l’asilo) punta a stabilirsi nel Nord Europa. «Queste persone devono essere considerate profughi dell’Europa», osserva Klodiana auspicando anche lei la revisione della convenzione di Dublino.

Un anno fa la visita del Papa
L’8 luglio prossimo sarà passato un anno esatto dalla visita di papa Francesco a Lampedusa. Un evento eccezionale, con la Messa celebrata usando una barca come altare e un’omelia sferzante, nei confronti dell’indifferenza («quanti di noi hanno pianto vedendo quelle immagini di naufragi?», chiedeva il pontefice) e dei mercanti di uomini che sfruttano la sofferenza e le speranze dei propri fratelli. «La rete internazionale dei trafficanti di uomini – riprende Mantici – è pericolosa quanto quella dei trafficanti di droga e come tale va colpita. Dobbiamo liberarci dall’immagine “romantica” delle famiglie con bambini che stanno sulle spiagge libiche ad aspettare le barche verso una vita migliore. La realtà è che ci sono persone e intere famiglie, deportate, e buttate su dei barconi da cui non si sa se usciranno vivi».

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Ancora oggi, a un anno dalla visita del Papa a Lampedusa, e nel corso dell’ennesima estate di sbarchi la linea la detta sempre l’emergenza, così ha spazio il gioco delle parti in cui si nasconde colpevolmente la politica, con da un lato quelli che paventano una “invasione” da cui difendersi e dall’altra i profeti di un buonismo che è tutto fuorché una politica seria di accoglienza. «Il dibattito sull’immigrazione in Italia è un po’ datato – conclude Natale Forlani. Si tende a identificare l’immigrazione con le barche, ma l’incidenza dei flussi via mare sul complesso dell’immigrazione che interessa il nostro paese è minima. L’Italia è un paese che ha i numeri di una comunità matura di accoglienza, con quasi 5 milioni di residenti di origine straniera, di cui la metà sono europei, ossia il prodotto della libera circolazione. I bisogni di queste persone sono diversi. Sono persone che hanno i requisiti di welfare che abbiamo noi, a cui garantiamo cure mediche, sostegno al reddito. Ecco, gli altri paesi europei si stanno ponendo il problema della sostenibilità dei neocomunitari. Noi parliamo ancora di immigrazione come se fossimo fermi a dieci anni fa, quando c’era il lavoro e una domanda di professionalità che erano proprio gli immigrati a soddisfare».

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56 commenti

  1. Antonio

    ma respingeteli tutti che non se ne può più… possibile che per creare servizi per i cittadini, lavoro, sanità decente ecc ecc i soldi non ci sono mai, mentre per raccattare pezzenti e accattoni problematici dal mare si trovino 10 milioni di euro al mese? Si sospenda mare nostrum, una mostruosità di spreco senza pari, si redirigano quei soldi verso le categorie di italiani in difficoltà (anziani con pensioni minime, precari, imprenditori in reale difficoltà…). Poi chi vuole aiutare quei popoli vada a farlo nei loro paesi e coi propri soldi. Io sono arcistufo di questo buonismo imposto che, a parte l’enorme spreco di soldi, porta solo degrado, sporcizia, malattie e delinquenza in Italia, “risorse” di cui molto difficilmente ci libereremo.

  2. Raider

    Come si possa costruire qualcosa di positivo basandosi sul risentimento anti-imperialista e anti-occidentale e colpevolizzando i Paesi più evoluti ancorché in via di estinzione e recessione permanente, è uno dei misteri tenebrosi della retorica altermondialista. Si può essere contro l’immigrazione a priori, a posteriori, a latere, per principio, in prima o seconda istanza, con tutti i distinguo del caso o in via definitiva: ogni opinione è pienamente legittimata se espressa senza volgarità, senza offese e senza incitamento alla violenza. Non si può lasciare al Pensiero Unico il monopolio della libertà, il diritto di veto e la vidimazione di quel che si può sostenere o no.
    In ogni modo, avevo già risposto a un paio di post partiti a razzo a seguito di quelli di Augusto. Spero di non dovere riscrivere il post. Grazie.

    1. filomena

      Certo che si può essere contrari a priori, a posteriori a latere ecc., ma non é utile se vogliamo l’integrazione visto che mi pare difficile arrestare un fenomeno di questo genere. E’ questo un giudizio come il suo e pertanto altrettanto legittimo.

      1. Raider

        Sempre che per lei come per altri intervenuti qui l’immigrazione e il suo correlato ottativo, l’integrazione, siano vere e propri articoli di fede, in cui anche molti cattolici, per il resto, così critici verso la dotrina della Chiesa, si prostrano senza neppure riflettere su una opzione ideologica che risponde alle input e gode dell’imprimatur del Pensiero Unico: o ti conformi a ciò che dicono istituzioni sovranazionali, media, industria dell’infoemazione e dello spettacolo, Università e scuola: o sei eliminato dalla vita civile e dal ‘dibattito’ politico che si limita a ripetere gli slogna legittimati a circolare.
        Avevo risposto a lei e a Ale, ma vedo che non hanno passato o non ancora il mio post. Non mi va di ripetermi. E l’immigrazione “inarrestabile” – che, poi, equivale a trasformare in un dato di fatto e in un fatto compiuto un fenomeno su cui si mosttra una resa quasi cn rammarico, invece che un’adesione entusiastica a una politica che rinuncia a decidere o ha già deciso di consentire quello che è sotto gli occhi di tutti – è tale solo per chi se la vuole: e se non la vuole, gliela impongono. Quello che lei può legere nel post precedente che mi p stato pubblicato potrebbe rispondere a qualche dubbio o suscitare qualche domanda, cui sarei lietissimo di rispondere. Ma non facciamo finta che si possa andare avanti così, che come si è fatto prima andava benissimo e che sarei, pe es., io e quelli che hanno le mie stesse opinioni a considerare inamissibili le opinioni opposte alle proprie: per quello che noi sosteniamo – e non solo qui o sulla Rete – si viene considerati reietti con cui non si discute. Gli si dà del razzista, fascista, nazista: e si aspetta che qualche legge speciale faccia il suo corso come ho raccontato, a margine di un altro articolo di ‘Tempi’, a proposito di Nick Griffin, condannato a due anni di galera per “incitamento all’odio razziale” per avere definito, in una conversazione privata e su sollecitazione di provocatori infiltrati da Scotland Yard, la religione islamica come una religione “che può creare problemi.” Per restare all’Inghilterra, è appena di ieri la notizia che un (l’ennesimo) imam ‘inglese’ ha dichiarato che gli islamici devono essere pronti a versare il proprio sangue per instaurare la sha’rya in UK. A questo signore non diranno nulla. Al massimo, diranno che, poveraccio, non è colpa sua se non si è abbastanza inserito nel sistema-Paese inglese…

        1. augusto

          Infatti ,Raider, la “civilissima” Inghilterra del liberista Cameron insieme ai Paesi scandinavi, al Belgio ,e in parte anche la ricca Germania sono sulla retta via verso la Dhimmitudine,purtroppo.Tra qualche anno ne riparleremo!

          1. Raider

            Caro Augusto, in alcune scuole inglesi la lingua inglese è già considerata seconda lingua: che futuro ci si può aspettare? E noi, vedendo come vanno le cose, dovremmo tacere in italiano, finché ce lo permettono!

          2. augusto

            Pensa , Raider, ad una futura Europa multietnica dove gli islamisti saranno i cani da guardia del potere economico-finanziario. Una realtà idilliaca!

          3. beppe

            caro augusto, questa prospettiva mi fa rabbrividire. spero che qualcuno apra gli occhi finchè è in tempo. ma ho molti dubbi,. troppi sono già disposti a vendersi al miglior offerente. la gabbia dell’euro ci sta impoverendo senza che ce ne rendiamo conto. poi ci compreranno con una miseria. non resterà che una via d’uscita. non lo dico per non creare problemi …….

      2. Raider

        Credo che sia dovuto a cause tecniche, non saprei quanto complicate, se i miei post non passano. Non posso credere che si combattano le censure del politicamente corretto e poi, si cade sotto i divieti politicamente corretti di ‘Tempi’. Si leggono post che irridono Cristo, Cristianesimo, Chiesa, cattolici, Manif Pour Tous, Sentinelle In Piedi, vittime dell’odio anti-cristiano: sarebbe strano vedersi ‘oscurati’ per ragioni che non sono neppure spiegate. Ma se dovessi capire che è così, ne trarrei le debite conseguenze: e senza polemiche – inutili, peraltro – toglierei il disturbo.

  3. Raider

    L’articolo sembra sostenere che Mare Nostrum si potrà rivedere, sospendere o al limite, cancellare. ma l’immigrazione no. Quindi, le frontiere, di fatto, vanno abolite: come se non fosse quello che già avviene. Le ragioni umanitarie invocate per un illimitato dovere di accoglienza non sembrano trovare un limite neppure in quelli delle difficoltà di ogni genere nel persistere in una politica che non si sa assumere responsabilità se non di cassa. Questo non ha nulla a che fare con l’aiuto umanitario, è l’immigrazionismo coem ideologia in continuità col terzomondismo: altrettanto acritico, ipocrita, irresponsabile e quando se ne presenta lì’occasione, fanatico. Risolvere i problemi di un’area del mondo trasferendo la popolazione altrove non è uan soluziuone, è una fuga dai problemi e un’esportare i problemi altrove.
    Le statistiche dell’O.N.U. sull’Africa dicono che 650 milioni di africani – per limitarci agli africani -, a prescindere da guerre, miserie e altre disgrazie endemiche e croniche e al di là di differenze sociali, economiche, anagrafiche, religiose, desidererebbero trasferirsi in Occidente: Toni Negri e le schiere compatte del politicamente corretto sostengono che ogni desiderio crea diritto. Gli altermondialisti affermano che la globalizzazione, se consente la libera circolazione di merci e capitali, deve a maggior ragione consentirlo alle persone (senza specificare in che quantità). Si dimentica che questa morale provvisoria WTO non autorizza movimenti di capitali che mettono a rischio la stabilità monetaria, economica e politica di intere aree del globo; che non siamo tenutio a comprare tutte le merci che ci vengono offerte; analogamente, non siamo tenuti a ospitare gente che arriva senza che si sappia da dove, né chi è, né il motivo preciso della presenza degli stessi sul nostro territorio.
    I respingimenti, che funzionano in Australia e non tengono conto, è vero, della legge della domanda e dell’offerta fra scafisti (benemeriti, in realtà: sono loro che portano alla meta finale o semifinale i clandestini o no? Lo fanno a suon di quattrini, sì, ma a copertura del rischio, la maggior parte dei soldi li intascano altri. e sono pagati anche ‘volontari’ e professinisti della carità) e clandestini, consistono nel prendere a bordo delle nostre navi gli immigrati e riportarli nei porti libici, tunisini e egiziani, avendo come prova inconfutabile della provenienza le immagini dei satelliti.
    I problemi creati da regimi corrotti e imbelli, fondamentalisti islamici pronti a darsi da fare anche da noi, Obama, che non si capisce che vuole e che fa, l’O.N.U., che non sa né impedire una guerra né difendere la gente inerme, non possono essere accollati all’Ue o all’Italia. E quanto scrivevo in un precedente post sullo studio dell’O.C.S.E. riguardo l’impatto o a somma zero o negativo dell’immigrazione sui Paesi di arrivo, dovrebbe consentire di riflettere in modo realistico e serio laddove la retorica e la propaganda tengono banco – e cassa.

    1. Raider

      Avevo scritto ‘esportazione’, ho corretto come ‘esportare’ e l’apostofo è rimasto appeso per aria.

  4. augusto

    L’unico modo è il respingimento,altro che mare nostrum.L’accoglienza indiscriminata è un grande aiuto agli scafisti e alle organizzazioni malavitose che gestiscono i flussi.Gli immensi profitti che tali organizzazioni stanno facendo (spesso si tratta di gruppi islamisti) verranno utilizzati per acquistare armi per uccidere innocenti. I buonisti occidentali a questo non pensano mai.Tra l’altro una cospicua parte di questi “migranti” sono fondamentalisti islamici, inutile illudersi o fare gli ingenui.

    1. Cisco

      @ Augusto
      I respingimenti non servono a nulla contro gli scafisti, visto che vengono pagati in anticipo. È dato che nell’80% dei casi stiamo parlando di gente che scappa dalla guerra, queste persone hanno il diritto di asilo. Bisogna impedire che partano senza controlli, ma si può fare solo controllando le coste africane. E nel frattempo chiedere aiuto agli altri paesi europei che ci stanno.

      1. michele

        Possono scappare da qualsiasisituazione, ma la situazione non crea l’obbligo di accogliere se neppure di qua puoi salvaguardare i loro diritti perché fisicamente non ce la fai.

        1. filomena

          Oggettivamente la situazione di chi scappa dalla guerra e dalla morte non è paragonabile alla crisi economica, seppure grave, dell’Italia. Qui non trovi abitualmente cadaveri agli angoli delle strade e spesso quelli che trovi sono morti per mafia o morti violente in generale.
          In ogni caso la storia insegna che i flussi migratori sono inarrestabili e che volenti o nolenti produrranno fenomeni di integrazione sociale mescolando culture diverse. E’già successo in passato e succederà ancora. Siamo noi che essendo la parte più forte rispetto a chi arriva qua come disperati a dover governare questo tipo di integrazione impegnandoci in primo luogo a far rispettare le leggi che regolano la convivenza pacifica e poi confrontandosi con culture anche diverse ma sempre nel rispetto reciproco. I migranti come sostiene anche l’articolo perlopiù arrivano via terra e dall’est tra cui cinesi in gran parte, ma anche russi, moldavi, rumeni ecc., i quali con l’islam hanno poco o nulla a che fare. Si tratta di confrontarci con culture che sono simili alla nostra di 50 o 60 anni fa, in particolare quelle per esempio provenienti dalla Moldavia che sono ben rappresentate dalle badanti che lavorano nelle nostre case e di cui abbiamo assoluto bisogno.

          1. augusto

            Gentile Filomena, il problema non sono gli immigrati moldavi, romeni, ecc, Tra costoro come in tutti i popoli,incluso il nostro, ci possono essere persone che delinquono, ma la stragrande maggioranza e composta da persone perbene che chiedono. lavoro e una vita dignitosa. Ad ogni modo il flusso da parte di esteuropei verso l’Europa occidentale è ormai molto meno forte. Comunque non sono gli esteuropei il problema. Ad ogni modo rispetto le idee di tutti, distinti saluti.

          2. beppe

            filomena, se lo stato mi riempie di tasse, e con quei soldi finanzia non l’immigrazione ma una vera e propria INVASIONE, io non ci sto. io sono chiuso nella gabbia dei miei quasi inesistenti diritti ( l’ultimo arrivato , poverino, mi scavalcherà sempre) e dei moltissimi ed esosi doveri. penso soprattutto agli anziani. lo stato tra poco gli farà capire che è meglio si tolgano di torno per far posto alla NUOVA LINFA VITALE che arriva dall’africa.

        2. Cisco

          @Michele
          Certamente, infatti è per questo che se non ce la facciamo dobbiamo chiedere aiuto. I profughi che scappano dalle guerre troveranno sempre il modo di arrivare in Europa e in altri paesi, via mare ne arriva infatti una piccola minoranza, anche se a fare notizia sono giustamente le stragi in mare.

      2. augusto

        Perdonami, Cisco, massimo rispetto per le tue idee, ma quali guerre ci sono in marocco, algeria, tunisia,senegal, mali, pakistan ,ghana,ecc ? Quindi i veri profughi possono essere quelli siriani, o quelli irakeni, che sono comunque una minoranza dei clandestini,oppure i Cristiani che sono i veri perseguitati e oppressi in quasi tutto il medio oriente! Comunque la cosa più drammatica è che una buona parte di questi clandestini sono integralisti islamici,non possiamo fare finta di niente, il moralismo buonista non ci salverà, anzi….Tra l’altro i “profughi” per motivi economici possono anche emigrare verso Arabia saudita, oman, qatar, indonesia, malesia,yemen ecc.non possiamo noi farci carico di tutti i mali di Africa e Asia,non siamo in grado materialmente di farlo ma soprattutto non possiamo accogliere persone che vengono qui in Europa per instaurare il Califfato.Negare questo è pura propaganda !

        1. Cisco

          @Augusto
          Con tutto il rispetto non capisco dove hai letto che io mi riferivo a paesi del maghreb, dove peraltro vado spesso e dove vivono una congiuntura economica migliore dell’Italia (sono molti i marocchini che sono rientrati in patria negli ultimi anni). Io mi riferisco a quelli provenienti dagli sbarchi, che sono principalmente eritrei e siriani appunto, cioè scappano da guerre. Che poi donne e bambini vogliano instaurare il califfato in Europa è risibile: c’è di mezzo qualche integralista, ma quelli pericolosi sono milionari finanziati dai wahabiti che viaggiano in business class sui voli di linea tra Riyadh e Roma…

          1. augusto

            Certo il vertice è costituito da miliardari che viaggiano in aereo, e che magari hanno studiato nelle migliori Università occidentali, ma la manovalanza è costituita da tante persone esaltate e plagiate , che arrivano via mare o via terra ,spesso clandestinamente, caro Cisco, non banalizzate la cosa , c’è poco da scherzare.Tanti terroristi che combattono in Siria o in Iraq provengono da famiglie di immigrati che abitano in Europa,persone integrate secondo il vostro modi pensare Comunque non è assolutamente vero che la maggior parte degli sbarchi riguardi eriteri e siriani, Ad ogni modo ,pensala come vuoi.

          2. Cisco

            @Augusto
            Sui paesi di provenienza degli immigrati leggi i dati del ministero :
            http://www.interno.gov.it/mininterno/site/it/sezioni/sala_stampa/notizie/immigrazione/2014_04_16_questiontime_Alfano_immigrazione.html

            Sulle azioni terroristiche in Siria, purtroppo l’occidente e’ pieno di idioti di estrema sinistra ed estrema destra che propugnano un odio viscerale verso lo stesso occidente, tra cui anche immigrati (la minoranza). Quello che è interessante è che si tratta non della prima, ma della seconda generazione di immigrati, quindi di cittadini europei. Quindi è difficile individuali prima, a meno che non si elimini la possibilità di ottenere la cittadinanza per qualunque immigrato da determinati paesi, il che mi sembra incostituzionale. Comunque il diritto di asilo non ha nulla anche fare con l’immigrazione, ed è per sua natura temporaneo.

          3. augusto

            Gentile Cisco,Il Ministero può fornire tutti i dati che vuole, ad ogni modo non è assolutamente vero che la maggioranza dei clandestini via mare siano eritrei e siriani.Il Diritto d’Asilo è una cosa opportuna e seria, ma ormai è stato banalizzato e svilito, tanto è vero che ormai viene concesso con estrema allegria. La maggioranza dei clandestini comunque non proviene da zone dove ci sono guerre in corso. Ad ogni modo, ognuno ha le sue legittime opinioni e idee in materia.Comunque non vedo perchè i Paesi islamici non debbano cominciare ad accogliere essi i loro fratelli di Fede, noi ne abbiamo già accolti tanti,troppi Basta comunque ascoltare un discorso pubblico che fece negli anni 70 uno statista algerino per comprendere la vera ragione di questo massiccio flusso “migratorio”verso l’Europa.

          4. Piero

            Ma ti rendi conto delle assurdita’ che dici?
            Adesso i siriani si fanno tutto il nord africa per venire in Italia dagli infedeli, invece di andare dai loro amici e fratelli RICCHISIMI Iran e Arabia Saudita?
            Ma dove li vedi donne e bambini? Io vedo sempre uomini giovani e pieni di forze che arrivano.
            Quanto agli eritrei? Tu proponi di trapiantare l’Eritrea intera in Iatlia? E dove li mettiamo? e come li manteniamo?

    2. Ale

      @Augusto leggiti l’articolo e guarda le immagini pubblicate da Tempi.it sulla Siria, il prima e dopo. Chiudi gli occhi e pensa ai nostri luoghi come sono ora e come potrebbero essere dopo una guerra. Pensa allo strazio di questa gente che è fuggita lasciando li’ tutto quello che aveva. Se tu dovessi fare uguale, ovvero fuggire da una guerra, ed il paese scelto dicesse che sei “un mafioso mangia spaghetti che porterai solo corruzione” (stereotipi usati talvolta per descrivere noi italiani) per respingerti cosa penseresti di loro? Dobbiamo mobilitare tutta l’Europa per aiutarli. Tu ragioni come quelli che vivono a Dubai, che sparano ai barconi, per la paura di perdere un poco della propria ricchezza. Anzi si stupiscono del fatto che noi non lo facciamo. Solo che la nostra cultura, di origine cristiana, ci rende aperti ed ospitali.

      1. augusto

        Caro Ale, l’immigrazione italiana, irlandese,ecc è stata tutta un’altra storia. Certo, tra i nostri immigrati e quelli di altre Nazioni c’erano mele marce che hanno fatto i delinquenti in America, ma la maggior parte andava lì per LAVORARE, e negli Usa c’erano le condizioni per dare da lavoro a questa moltitudine di persone, anzi in America avevano disperato bisogno di manodopera e gli immigrati hanno dato un contributo enorme alla crescita americana,Soprattutto nessun immigrato di allora andava in America per instaurare il Califfato.Quindi fare un parallelo tra le due cose è pura ignoranza.
        Nessuno dice,poi, che bisogna sparare ai clandestini, questa è forse una tua idea.Noi, semplicemente, non siamo più in grado di accogliere i clandestini, non ci sono più le condizioni socioeconomiche. Patetico poi tirare in ballo il Cristianesimo, lo tirate in ballo solo quando fa comodo.Comunque è giusto che ognuno abbia le sue idee in merito, tu sei per spalancare le porte a tutti, tanti come me NO !

        1. Ale

          No Augusto io sarei per aprire le frontiere e non per bloccarli qui in Italia, come accade ora. Che non siamo in grado di accoglierli tutti, lo sanno anche i bambini. Ma se affogano in mare li lasciamo affogare? Se sono rifugiati politici che fuggono dalle guerre non diamo loro accoglienza? I califfati piacciono meno a me che a te, visto che sono donna. Va abolita la legge che li blocca nel nostro paese invece di permettere loro di raggiungere parenti già stanziati in Nord Europa. Se un giorno l’Europa sarà un califfato e’ perché sono più prolifici di noi. E ormai non possiamo farci molto.

          1. filomena

            @Alé
            Sono spesso d’accordo con quanto sostieni e anche questa volta il mio pensiero ricalca il tuo. Dissento però rispetto all’ultima frase. Il fatto che loro siano più prolifici di noi è dovuto al fatto che gli islamici hanno una scarsa considerazione della donna che ritengono utile solo per procreare. Se però noi questi figli li accogliamo nelle nostre scuole laiche dove la religione intesa come dottrina non entra nella cultura che apprendono, da un lato loro non si semitono minacciati da altre religioni e dall’altro fa breccia nelle nuove generazioni la cultura dell’integrazione anche a dispetto di quello che vedono in famiglia. La laicità dello Stato e la convivenza pacifica improntata all’accettazione reciproca di origini diverse, dovrebbe essere il faro da perseguire
            Solo così si fa a mio parere la vera integrazione sociale e culturale nella consapevolezza che nessuna cultura deve prevalere sulle altre.

          2. Chiara

            @Filomena
            Secondo me gli insegnamenti e l’esempio della famiglia segnano comunque, specialmente in culture molto rigide come quella islamica.
            Per farti un esempio ti dico solo che durante la Festa dei popoli, che viene fatta nel nostro comune ogni anno, c’è anche un pranzo in cui le persone provenienti dai vari paesi preparano i propri piatti tipici.
            Un bambino di fede islamica voleva assaggiare i nostri piatti e per ogni portata chiedeva insistentemente se ci fosse carne, perché sicuramente i suoi genitori gli avevano insegnato che assolutamente non poteva mangiarne di nostra.
            Per dirti quanto fosse “fissato” (leggasi pressato dai genitori), ha chiesto se ci fosse carne anche quando si è arrivati al dolce.
            Se vivi in una famiglia integralista, sarà difficile crescere aperti. Il pregiudizio rimarrà sempre, anche se latente.

          3. Ale

            @Filomena anch’io mi auguro che lo Stato e l’Europa rimangano laici, e che l’Italia lo diventi ancora di più. Non so cosa accadrà nel futuro. Certamente io sono per l’accoglienza soprattutto se si tratta di persone in fuga da guerre e miseria. Ma gradirei vedere rispetto verso le donne da parte dei musulmani. E come sai sono per l’autonomia economica delle donne. E’ dimostrato che promuovendo nei Paesi poveri dell’Africa l’autonomia economica delle donne, aiutandole a creare piccole attività produttive, si ottiene un miglioramento non solo della condizione di vita della singola donna ma anche dei figli di questa e dell’intera comunità. Per cui invece di fare guerre umanitarie forse sarebbe l’ora che l’Europa si svegliasse e decidesse di sovvenzionare queste attività per far si’ che la gente stia bene anche a casa propria . Poi le migrazioni non si fermano ma si riducono favorendo lo sviluppo nei paesi da cui la gente fugge. Purtroppo ci sono tanti disgraziati che vivono di elemosine, tra gli immigrati. Povera gente. Si accontenta delle nostre briciole. Non trova lavoro e tanto meno facile integrazione..vive di elemosina. E se un giorno i loro figli manterranno le nostre pensioni con il lavoro mi chiedo come ci vedranno. Benefattori o aguzzini? Il pericolo e’, come sai, che gli integralisti islamici sfruttino il normale malessere di persone adulte che arrivano nel nostro paese e non trovano lavoro e benessere ma solo le briciole di una società vecchia e viziata, tutta concentrata su se stessa, che li ha salvati dal mare per poi lasciarli vivere di stenti. Non penso che l’istruzione possa far molto da sola se non cambia la testa degli europei verso l’Africa ed il Nord Africa. Prima li abbiamo colonizzati, poi siamo andati a fare guerre umanitarie, poi compriamo per due soldi terreni per coltivare Biocombustibili sottraendo loro pascoli e acqua, abbiamo aziende che vendono loro armi per fare guerre. Sei sicura che alla base ci siano solo differenze di religione, facilmente gestibili con l’istruzione?! Io non tanto. Mi auguro di essere in errore.

          4. filomena

            @Ale
            I fattori che favoriscono l’integrazione tra popoli e culture diverse sono molteplici. Sopra io mi ero limitata a citare quello dell’istruzione da una parte perché credo che sia una leva importante e dall’altra in risposta a chi aveva sottolineato che il problema dell’integrazione riguarda unicamente i popoli di origine islamica e non quelli che provengono dall’est Europa lasciando ad intendere che fosse un problema soprattutto religioso. In realtà io sono convinta che le differenze si fanno sentire anche rispetto per esempio alla cultura delle badanti moldave o russe o ancora serbe. Purtroppo la cosa che accomuna i due flussi migratori è la concezione della donna che è considerata sempre subordinata all’uomo, e questo a prescindere dalla religione. Poi è assolutamente vero che le politiche europee dovrebbero favorire lo sviluppo nei paesi di origine anche attraverso il microcredito dato alle donne ma finché il loro destino è solo quello di fare figli e non hanno in alcune realtà neppure la possibilità di accedere all’istruzione, la cosa è complicata da attuarsi. Per quanto riguarda invece le badanti che provengono dai paesi dell’ ex Unione Sovietica, la loro cultura e le loro famiglie di provenienza sono molto simili a quelle italiane di mezzo secolo fa e questo non è certamente un fattore che valorizza le donne.

          5. Ale

            Mezzo secolo fa non esagerare. Ad alcune italiane piace ancora oggi essere subordinate all’uomo…

          6. Raider

            Se si affronta un problema avendo in testa altro: l’istruzione laica (imposta a chi? Ai musulmani’ Che sono in fase di espansione demografica e politica? E quando saranno abbastanza da ‘reagire’ come fanno dove sono maggioranaa e dove sono in minoranza, si vendicheranno di questa prevaricazione?); i diritti delle donne e dei gay (che non hannpo neppure il coraggio di provocare, non solo discutere amabilmente, gli islamici con i toni e i modi disscratori e persecutori usati contro i cristiani, meglio se cattolici?); il fatto che “la mentalità degli italiani e degli occidentali” nei confronti degli immigrati non cambia” (ma non dovevano essere loro a integrarsi?): e così via.
            Il fatto che gli immigrati non trovino lavoro e si ritrovino a mendicare o delinquere è dovuto alla nostra ‘mentalità’ sbagliata o al fastto che non si può dare lavofro e tutto quello che si aspettano a quanti arrivano, essendo incoraggiati a farlo, in misura crescente? Le assurdità che sparate, care Filomena e Ale, sono incredibili! Ah, li salviamo e poi, non gli diamo quello che vogliono! Sembra il film con Totò che, salvato da Gino Cervi, si stabiliva a casa del suo salvatore con tutta la famiglia! Poi: e se, quando saranno più di noi – chissà perché? -, cdh li abbiamo salvati e non slolo, gli abbiamo trovato il posto dio lavoro nelle strutture per anziani in cui gli toccherà prendersi cura di vecchi con l’Alzheimer come Filomena che non ne vuole sapere di mettere al mondo, un bambino, ma impazzisce dalla voglia di darne uno alle coppie gay che lo vogliono; ecco, appun to, se, poi, questi neo-italiani di terza o quarta generazione delle masse che entrano in Italia come se fosse terra di nessuno non vorrano pagarci le pensioni o per liberarsi di un peso inutile ci ‘terminerarnno’ con un’operazione di eutanasia su larga scala, che potremmo obiettare? Nulla. Ci faremmo maltrattare serenamente o moriremmo dolcemente al pensiero che ce lo siamo meritato grazie a gente che ragiona come voi.

          7. Ale

            @Raider hai mai sentito dire che il sorriso e’ contagioso? Stesso dicasi per le cattiverie. Chi fa il primo passo? Certamente se mostri soltanto i denti, ringhiando e fumando dal naso nessuno ti sorriderà . Io sono di quest’avviso. Sei un ragioniere che conti i centesimi ?! Del futuro non vi è certezza. L’importante è’ vivere sereni il presente. Una volta un amico mi disse il passato e’ della memoria, il futuro del diavolo ed il presente e’ di Dio. Siamo portati ad avere paura dell’ignoto e’ umano, anch’io mi pongo alle volte le tue domande, ma poi le lasciò cadere per non star male già ora in funzione del futuro. Ed è oggi che costruiamo il nostro domani. Poi lasciami stare Totò perché è il mio attore preferito. Per la cronaca quello che vogliono e’, in genere, lasciare in fretta l’Italia per raggiungere il Nord Europa. Sono le nostre leggi che impediscono loro, per un bel po’, di andarsene dall’Italia e per di più anche di lavorare regolarmente…e quindi il risultato e’ il loro sfruttamento da parte di tuoi e miei compatrioti, italiani.

          8. filomena

            E’ vero hai ragione ma quelle che circolano da queste parti sono una minoranza rispetto alla popolazione, per fortuna.

          9. Raider

            Siete incredebili, con le visioni di sorridente spensieratezza, la paura dell’ignoto e la fretta di lasciare l’Italia di immigrati che nessuno vuole e che stanno invadendo l’Italia perché non sono una minoranza, stabilizzata, ma una crescente massa, si può ritenere, di manovra di un Islam all’offensiva dappertutto. L’O.C.S.E., non il sottoscritto, ha certificato che l’apporto di ricchezza dell’immigrazione è annullato dai costi di essa. L’O.C.S.E. Non è abbastanza autorevole, super-partes fidelium et infidelium?
            E chi tira fuori i denti? Io? Le Sentinelle In Piedi, che trattate con tutta la condiscendenza sprezzante di chi ‘sa’? La gente perseguitata, uccisa, cacciata da terre in cui il Cristianesimo era giunto prima dell’Islam? I presepi espulsi perché offendono la vista dei piccoli islamici e urtano la laicità dei grandi anti-cristiani? Chi digrigna i denti, secondo voi due, che non sembrate – per fortuna, sì- le testimonial del sorriso neppure a bocca chiusa? Chi, secondo voi, Ale e Filo, disturba il sorriso che aleggia intorno alle vostre parole al vento della storia? I perseguitati, i morti ammazzati a causa di Cristo, di cui ve ne xiete sempre orgogliosamente sbattete alla grande? Ma che carnevalate dite! Ma che delirate! Ma mi facci il piacere!, diceva giustappunto il grande Totò!

          10. augusto

            “Differenze di religione ,facilmente gestibili con l’Istruzione” ?Ammiro il suo grande ottimismo, Ale ! Ma con tutta la stima possibile nei suoi confronti,mi sembra davvero più che un’ utopia. Comunque, Ale , aldilà delle sue personali opinioni,che io rispetto,la cosa drammatica della maggioranza degli Europei è che si illudono che quello in atto sia un semplice fenomeno migratorio come ce ne sono stati tanti nella Storia.Si illudono che grazie ai “migranti” ci sarà finalmente una società multietnica e multiculturale qui da noi, e grazie poi alla benedizione della troika si crei sviluppo socioeconomico, il “liberalprogresso” che ci porterà verso un futuro radioso.Io e tanti altri invece lo chiamiamo “new world order”, una prospettiva purtroppo molto più tragica. .

          11. beppe

            filomena , non fare la FINTA ECUMENICA. nelle nostre scuole viene sistematicamente conculcata la nostra cultura e soprattutto il sentimento religioso, mentre ci si sprofonda nel rispetto delle più stravaganti usanze etnico- religioso, perchè fa TANTO CHIC!

          12. Piero

            Quindi il ricatto e’ “O ci campate a vita (a noi e ai nostri parenti) o ci lasciamo colare a picco”?
            Quindi adesso 18 milioni di italiani, oltre a mantenere altri 42 milioni di altri italiani parassiti della spesa pubblica, devono mantenere 300 milioni di africani, se no si lasciano morire?
            Ma l’Italia e’ diventata la crocerossina del mondo?

          13. filomena

            Ma cosa stai a dire, 18 milioni, 42 milioni, dai i numeri del lotto? Adesso non solo sei contro l’immigrazione a priori, ma fai anche distinguo tra italiani di serie A e italiani di serie B. Faccio presente che le tasse pagate dai lavoratori di qualsiasi etnia o tipologia di contratto sono esattamente uguali e il denaro da loro versato ha lo stesso valore. Cerchiamo per favore di essere un po’ più equilibrati in ciò che diciamo.

          14. Piero

            E’ semplicemente il numero di lavoratori attivi, che con la spesa pubblica, mantiene il restante, caro trollone. E’ cosi’ difficile da capire?

          15. filomena

            Attenzione che se prendi i numeri così “grezzi”, dentro a quei 42 milioni ci stanno dentro tutti: minori che ovviamente non possono lavorare, disoccupati, casalinghe per scelta, disabili ecc. Cioè un mix di persone che a vario titolo non sono attivi e che in molti casi non potrebbero esserlo. Non in tutti però quindi cominciamo ad “attivare” quelli che potrebbero e vedrai che anche il PIL aumenterà.

          16. Piero

            E quindi cosa ci sarebbe di sbagliato nel dire che 42 milioni di italiani campano sulle spalle degli altri 18 milioni?

          17. Ale

            @Piero io sto in campagna aperta circondata da vigneti e ti assicuro che vedere africani nelle vigne la domenica sera dalle 19:00 alle 20:30 mi fa pensare male riguardo al proprietario delle vigne e che quei poveretti si accontentano di due soldi per mettere in ordine i filari delle viti finché c’è luce. In Toscana, non nel profondo sud.. Quindi che non contribuiscono al PIL mi sembra un errore anzi, forse contribuiscono più di noi visto che sono degli invisibili.

          18. Ale

            Con tutto il rispetto per il profondo sud. Dove vengono alla luce delle cronache questi fatti.

          19. Piero

            Ma a quale PIL dovrebbero contribuire se, con tutta probabilita’, essendo pagati come dici tu due soldi, sono pagati in NERO?
            E mi dai due volte ragione, perche’ immessi cosi’ nel mercato del lavoro, abbassano drasticamente il salario medio.
            Se ci vado io, credi che a me darebbero di piu’? Quello mi risponde “Se non vuoi tanto, vattene via, tanto ho chi lavorerebbe anche per meno”.

          20. Ale

            Già di un prodotto che è costato poco e frutta tanti soldi a bottiglia..al produttore. Sai quanto fruttano le esportazioni di tale prodotto? Tanti soldi. E sul territorio danno poco lavoro..per ricavato e veleni versati. Non andrebbe bevuto. Ma quando festeggiamo non ci pensiamo.

          21. Piero

            @Ale:
            Ma scusa, ma questo che cosa c’entra con quello che ho detto io?

          22. augusto

            Gentile Ale, spero proprio che gli Europei facciano tutto per impedire che il nostro Continente non diventi MAI un califfato, Sarebbe una cosa gravissima sopratutto per le nuove generazioni nostrane che crescerebbero in un inferno ..

          23. Raider

            Aprire le frontiere degli altri Paesi come noi facciamo con le nostre? E con quale diritto? Ma come: prima facciamo gli ‘accoglienti’ e poi, vorremo sbarazzarci degli immigrati in esubero rifilandoli alla Scandinavia, dove non li vogliono perché sono già tropp e non ne possono più? Quando si dice la coerenza! E mettere donne incinte e bambini su un barcone alla deriva non è un ricatto? E cos’ha a che vedere un ricatto o l’odio verso l’Occidente sfruttatore con l’etica umanitaria? E perché, una volta presi a abordo di un incrociatore o di una portaelicotteri un migliaio di immigrati, non li si dovrebbe riportare al punto d’imbarco? I problemi di guerre, miseria e fame si possono risolvere invadendo un altro Paese, diverso per leggi, storia e cultura, in cui si comincia a approfittare delle leggi che non si rifiutano – non apertamente, perlomeno -, si contesta la cultura e l’identità del Paese ospite allo scopo di mantenere, grazie al multiculturalismo, quelle del Paese da cui si è fuggiti?
            E che bello, poi, fare i volitivi dell’accoglienza e gli intransigenti nel rispetto delle ‘leggi laiche’ partendo dal presupposto “l’immigrazione non può esere contrastata per concludere grandiosamente: “Se un giorno l’Europa sarà un califfato è perché sono più prolifici di noi. E ormai non possiamo farci molto.” Non si può fare nulla solo se si è deciso, come lei, di non fare assolutamente nulla, tranne prendersela con chi non è d’accordo con lei, Ale, dandogli la colpa di mancanza di umanità, di sensibilità e lungimiranza (‘ormai, non possiamo farci molto’).

        2. Raider

          Se di fronte all’immigrazione si pensa a altro: all’educazione laica o ai ricongiungimenti familiari illimitati in Paesi in cui le famiglie, sia poligamiche che allargate – a proposito di stereotipi vecchi e nuovi con cui arricchire il parco-famiglie a disposizione -, contano fino a 100/120 membri e più, si capisce che non is verràò mai a capo di nulla: e tutto potrà continuare indefinitamente avanti: con quali conseguenze, si cderà, ma, di certo non quelle che piaccioano a Filomena – che una botta al Cristianesimo, appena può, gliel’appioppa sempre, anche se potrebbe risparmiarsela -, come dimostrano tanti, ma proprio tanti, piccoli ma significativi episodi da Europistan o Eurabia, se piace di più. “Va abolita le legge che li blocca nel nostro Paese” impededndogli di raggiunegfere il Nord Europa… Dove non li vogliono, èperché sono troppi e continuanpo a arrivarne sempre di più. Perché il Califfato non piace a qualcuno e allora, andatevelo a fare in Scandionavia, per amor di carità! nessuan culrua deve prevalere sulle altre, ma la demografia fa prevalere gli immigrati su chi è del posto. Ti accorgi, Augusto, a quali contraddizioni e assurdità si va incontro non appena si perde di vista la realtà? E tieni conto che il livello di consapevolezza di politici, governanti e rappresentanti istituzionali di casa nostra – da Vendola a Casini, da Alfano a Boldrini – non è superiore a quello che trova espressione nel finto ricatto “li lasciamo affogare?”, perchè di riportare indietro i clandestini sulle navi della nostra flotta militare non se ne deve neppure parlare.

  5. Ludovico De Vico

    Intanto a Roma nella ASL Roma B è stato accertato un caso di Tubercolosi e alcune persone sono sotto osservazione. Si sta diffondendo nella zona Tiburtina Pietralata inquietudine per possibili epidemie.
    Gli africani scorazzano allegramente, nessuno fa più rispettare le regole più elementari e la città sta sprofondando nel degrado più vergognoso e inimmaginabile.
    I frutti del menefreghismo e della tirannia buonista politicamente corretta possono essere gustati qui: http://www.romafaschifo.com

  6. Cisco

    Ma quali accordi con la Tunisia o i banditi libici, casomai con i paesi di origine e transito degli immigrati. Altrimenti tanto vale prendere accordi direttamente con gli scafisti! Finché ci sarà domanda ci sarà anche offerta, speriamo che l’Europa si decida ad aiutarci, altrimenti occorre creare accordi bilaterali con i paesi disponibili.

    1. Piero

      Ma quali accordi bilaterali!!!!!
      Ci sono gia’ e sono una presa in giro: non vogliono piu’ di 30 “rimpatriati” al mese, non vogliono quelli con malattie (proprio loro parlano!), ne’ quelli pregiudicati!
      Gli accordi c’erano e funzionavano abbastanza bene: poi ci si sono messi di mezzo la cricca dell’ONU e le Boldrine varie, oltre che naturalmente l’UE (e anche certa Chiesa terzomondista) e questi sono i risultati!

      1. Cisco

        @Piero
        Io parlavo di accordi bilaterali con paesi europei, criticando appunto quelli con la Tunisia e la Libia, con cui al limite bisogna fare la guerra come ha fatto la Francia per salvaguardare i propri legittimi interessi.

      2. augusto

        D’accordo Piero, purtroppo è cosi !

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