Mannino «distrutto da procedimenti privi di fondamento»
Non c’è pace per Calogero Mannino, politico Dc, ottant’anni ad agosto, dal 1991 finito in un labirinto giudiziario da cui pare non esserci uscita.
La procura generale di Palermo ne ha chiesto la condanna a 9 anni per il reato di «minaccia a corpo politico dello Stato» (un reato «che nemmeno Mussolini si sognò mai di usare contro i suoi nemici», come disse lo stesso Mannino a Tempi in un’intervista).
Trattativa Stato-mafia
Stiamo ancora parlando della famosa (e presunta) trattativa Stato-mafia. Sebbene Mannino sia già stato assolto nel novembre 2015 «per non aver commesso il fatto», tuttavia la Procura ha fatto appello e ieri, appunto, ha chiesto la condanna a 9 anni (gli stessi che aveva chiesto in primo grado).
Pretesa pregiudiziale e fantasiosa
Interpellato dall’Adnkronos, Mannino ha detto che la richiesta «è priva di ogni fondamento e prova. Se prova c’è è quella di una pretesa pregiudiziale e fantasiosa. Anche alla stregua della stessa sentenza Montalto. Che tutta la trattativa si riduca alla paura del sottoscritto e dalla sua ispirazione ad un generale dei carabinieri è soltanto una fake news. È tesi priva di fondamento e consistenza, quindi di prova. Sottolineo che la richiesta dell’Ufficio della Procura generale non è giudizio. Attendo fiduciosamente quello».
«L’assoluzione arriverà tardi»
E a Libero ha dichiarato: «Una parte della mia vita è sfumata così, nelle prigioni, nei tribunali o rinchiuso in casa. La cosa terribile è sentirsi distrutto da procedimenti privi di fondamento. Ero già stato assolto in Cassazione. E poi dalla Petruzzella (il gup di Palermo, ndr). E qualcuno si accanisce ancora. Spero nell’ultima assoluzione che per me, comunque, arriverà tardi. La dedicherò a mio figlio, Totò, avvocato a Milano, e ai suoi due bambini».
Foto Ansa
[liga]
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!