La preghiera del mattino
Ma quanto piace a Beppe Grillo la famosa «opera di pacificazione internazionale» cinese
Su Affaritaliani si scrive: «“Nel mondo in cui viviamo la passione per la politica comunitaria e per la multilateralità sembra un bel ricordo del passato”, ha sottolineato il Pontefice: “Pare di assistere al triste tramonto del sogno corale di pace, mentre si fanno spazio i solisti della guerra”. In generale, “sembra essersi disgregato negli animi l’entusiasmo di edificare una comunità delle nazioni pacifica e stabile, mentre si marcano le zone, si segnano le differenze, tornano a ruggire i nazionalismi e si esasperano giudizi e toni nei confronti degli altri”. Ma la pace, ha avvertito, “non verrà mai dal perseguimento dei propri interessi strategici, bensì da politiche capaci di guardare all’insieme, allo sviluppo di tutti: attente alle persone, ai poveri e al domani; non solo al potere, ai guadagni e alle opportunità del presente”».
Nel suo viaggio in Ungheria Francesco ha con passione rilanciato il messaggio cristiano di pace. Ha lodato Viktor Orbán per la sua politica sulla natalità e insieme gli ha spiegato come il rapporto con i migranti deve essere sempre ispirato da sentimenti di umanità. Ha ricordato anche al clero ungherese come la missione morale della Chiesa non possa esaurirsi nelle scelte politiche che hanno un loro ambito di autonomia. Questo, peraltro, a mio avviso, deve essere tenuto ben presente nel rapporto anche con la Cina, verso la quale è giusto avere un atteggiamento di dialogo ma che non può essere una scelta politicamente di resa verso una potenza che svolge un’iniziativa egemonistica globale di segno illiberale. Ecco una cosa che dovrebbe essere ben presente anche in certi ambienti cattolici molti esposti nei rapporti con Pechino.
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Sul Blog di Beppe Grillo Fabio Massimo Parenti, attualmente foreign associate professor di Economia politica internazionale alla China Foreign Affairs University, Pechino, scrive: «La Cina continua inesorabilmente la sua opera diplomatica internazionale avendo come stella polare la risoluzione dei conflitti, la pacificazione delle relazioni internazionali e la stabilizzazione regionale. È in questo quadro che va inserita la telefonata intercorsa tra i presidenti Xi e Zelensky».
I propagandisti del regime di Pechino, così influenti in un movimento dei 5 stelle nel quale è così forte anche una corrente di cattolici impegnati in politica, dovrebbero spiegarci come la “stella polare” della “risoluzione dei conflitti, della pacificazione delle relazioni internazionali e della stabilizzazione regionale” si coniughi ad aerei, navi, droni che minacciano quotidianamente Taiwan e più in generale gli stati che si affacciano sul Mar della Cina (per non parlare dell’appoggio ai peggiori dittatori africani).
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Sul Sussidiario Michela Mercuri, docente di Cultura, storia e società dei paesi musulmani all’Università di Padova, dice: «L’errore più grande che può fare l’Unione Europea, il baratro verso cui si sta dirigendo, è quello di tagliare i fondi, i finanziamenti che aveva previsto per la Tunisia. Sa benissimo che le conseguenze, anche in termini di flussi migratori, si riverserebbero ancora sull’Italia. Continua a ragionare come un’entità astratta, come è successo nel caso libico. È l’ennesima follia che testimonia l’egoismo di alcuni paesi e lo scaricabarile che da sempre l’Europa fa sull’Italia. La Ue aveva garantito un supporto finanziario alla Tunisia, soprattutto di perorare la sua causa presso il Fondo monetario internazionale, che avrebbe dovuto dare quasi 2 miliardi di dollari. E, invece, come al solito, si è tirata indietro, lasciando di nuovo la patata bollente all’Italia, lasciandola con flussi migratori crescenti».
In un mondo sempre più segnato da gravi crisi di dimensioni regionali ma di portata globale, l’Occidente pare voler intervenire solo quando i drammi esplodono in tutta la loro tragica dimensione, non essendo più capace di attuare strategie che anticipino le crisi invece di tentare solo di gestirle. Molti di questi comportamenti “occidentali” sono ispirati all’idea particolarmente di Barack Obama di usare un certo tasso di destabilizzazione per mantenere una funzione centrale degli Stati Uniti. Ma alcune crisi sono direttamente frutto della propensione mercantilistica invece che politica tipica della Grande Bottegaia Angela Merkel e ora ereditata dall’arrogante pasticcione Emmanuel Macron.
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Su Startmag Chiara Rossi scrive: «Secondo Ani News, Nuova Delhi acquisirà più di 20 missili da crociera antinave Klub (il nome di esportazione per il sistema Kalibr-K) dalla Russia e attrezzature per il sistema missilistico antinave Harpoon dagli Stati Uniti. I funzionari della difesa hanno riferito all’agenzia di stampa che il sistema Klub è equipaggiato sia sulle navi da guerra di superficie che sui sottomarini della Marina indiana. Inoltre il governo indiano prevede di acquisire i missili antinave Harpoon, prodotti dalla statunitense Boeing. Il Congresso degli Stati Uniti ha approvato in precedenza la vendita dell’Harpoon Joint Common Test Set (Jcts) e delle relative apparecchiature all’India, ha affermato l’agenzia di stampa».
Senza un coordinamento politico dell’Occidente, che dovrebbe essere garantito da Nato e G7, le contraddizioni e gli strappi di quell’equilibrio internazionale che dovrebbe proteggere la globalizzazione e contenere le guerre, sono sempre all’ordine del giorno.
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