L’Union Jack divide ancora. Belfast brucia da quasi una settimana

Di Emmanuele Michela
10 Dicembre 2012
28 gli agenti feriti, 19 i manifestanti fermati, tra cui anche alcuni ragazzi. In Irlanda del Nord tensione alta contro la rimozione della bandiera britannica dal Belfast City Hall. E si temono infiltrazioni paramilitari.

“Ulster is British. No surrender”. Di intenzioni di arrendersi ce ne sono ben poche tra i manifestanti: da ormai una settimana tensione e rabbia sono cresciute vistosamente tra i lealisti nordirlandesi, in piazza per protestare contro la decisione del Belfast City Hall di rimuovere dalla sua sede l’Union Jack, la bandiera britannica. Oggi l’Assemblea nazionale discuterà su come arginare questa escalation di violenza, dopo le tante manifestazioni terminate in scontri, contro la polizia o contro le sedi dell’Alliance Party.

ALLARME BOMBA. Sono stati giorni lunghi e pesanti, con eterne notti di lotte, auto date alle fiamme, lanci di oggetti, a scandire l’attesa per l’arrivo, sabato, di Hillary Clinton, all’ultimo viaggio da Segretario di Stato Usa: poche ore prima del suo atterraggio veniva trovato a Derry un ordigno all’interno di un auto, per il quale venivano poi fermate quattro persone. La bomba (della quale si teme la paternità della New-Ira) non è esplosa e non ha fatto danni, e così il viaggio dell’ex-first lady statunitense è potuto procedere senza problemi: a Stormont ha incontrato Robinson e McGuinness, Premier e vice-Premier del Paese, condannando poi quanto sta accadendo a Belfast e dintorni. Dove le manifestazioni a favore dell’Union Jack sono sfociate in violenza più di una volta.

[internal_gallery gid=62097]GLI ATTACCHI ALL’ALLIANCE PARTY. Il numero di agenti feriti è salito a 28, mentre i fermati sono ormai 19, tra cui tre adolescenti. E l’onda di protesta si è allargata, coinvolgendo non soltanto la capitale, sabato in piazza con un presidio pacifico di migliaia di persone: giovedì è stata data alle fiamme una sede dell’Alliance Party (partito anti-settario che aveva promosso la rimozione della bandiera) a Carrickfergus, mentre il giorno dopo si sono vissuti momenti di tensione a Ballymena, poco più a nord, dove bottiglie e mattoni sono stati lanciati contro la polizia. Sempre venerdì riceveva invece minacce di morte Naomi Long, leader dell’Alliance Party.

C’ENTRANO I PARAMILITARI LEALISTI? Ieri la tensione pareva essere calata enormemente, ma intanto la PSNI intanto si prepara a quanto potrà accadere nei prossimi giorni, e punta il dito contro le forze paramilitari lealiste: «Sono coinvolti nell’organizzazione dei disordini che abbiamo dovuto affrontare, e sono stati visti in più aree nelle scorse notti di violenza», accusava UDA e UVF qualche giorno fa William Kerr, Assistant Chief Constable della polizia.

@LeleMichela

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