Lo sciopero generale di Cgil e Uil? Probabilmente non servirà a nulla (a parte danneggiare i lavoratori)

Di Redazione
20 Novembre 2014
La mobilitazione indetta per il 12 dicembre non solo divide i sindacati ma «forse è un vantaggio, con i bassi livelli di attività che abbiamo». Lo dicono i "padroni"

susanna-camusso-sciopero-coraggio-cgil-jpg-crop_displayLo sciopero generale indetto per il 12 dicembre da Cgil e Uil contro le politiche del governo (Jobs Act e Legge di stabilità) non solo ha incrinato l’unità della triplice alleanza sindacale, visto che la Cisl non parteciperà, ma soprattutto rischia di ottenere un effetto se non proprio opposto, comunque abbastanza lontano da quello sperato. Come scrive il Corriere della Sera, infatti, in tempi di recessione vige un «paradosso» che potrebbe rendere lo sciopero un’«arma davvero spuntata»: quando l’economia va male, la mobilitazione dei lavoratori «anziché danneggiare le imprese può finire per aiutarle».

«NESSUN PROBLEMA». Conferma il “rischio” il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, che ieri – riporta sempre il quotidiano milanese – ha definito l’iniziativa Cgil-Uil dal suo punto di vista «forse un vantaggio, con i bassi livelli di attività che abbiamo». Anche il deputato Pd Giampaolo Galli, che dell’associazione degli industriali è stato direttore generale e «di scioperi generali ne ha visti tanti», spiega che questo strumento «crea molto danno quando la domanda tira e l’impresa rischia di perdere clienti. Ora, invece, in certe aziende e in alcuni settori potrebbe esserci un vantaggio. In ogni caso non creerà grandi problemi al sistema produttivo, anche perché credo che la partecipazione dei lavoratori sarà molto bassa perché le motivazioni dello sciopero sono debolissime».

UN GIORNO IN MENO. Sottoscrive Paolo Agnelli, industriale bergamasco dell’alluminio e presidente di Confimi (pmi manifatturiere), secondo il quale la mobilitazione del 12 dicembre serve ai sindacati solo per non dare l’idea di essere troppo passivi, e comunque «per le aziende, in un momento come questo, un giorno in meno di lavoro non è certo un problema». Lo sarà invece per i lavoratori, i quali, come ricorda al Corriere Alberto Bombassei, deputato di Scelta Civica già vicepresidente di Confindustria, perderanno un giorno di stipendio. «Uno sciopero non è mai un vantaggio, è sempre una sconfitta, e per tutti. In questo caso però, più che in passato, danneggia in modo particolare i lavoratori», dice Bombassei.

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2 commenti

  1. Roberto

    Ci saranno tanti pensionati, tanti della P.A. quelli cassaintegrato, qualche esodato e qualche esagitato tipo centri sociali, chi ha lavoro va lavorare.
    Mai visto un sindacato creare posti di lavoro se non per i loro compari di merende.
    Mai sentito un sindacato parlare di DOVERI.
    Mai visto un sindacato Salvare aziende in difficoltà.
    Mai visto un sindacato fare dei Bilanci Veri.
    Vogliono posti di lavoro ma come li creano con decreti?
    Quando questi anni hanno Massacrato migliaia di imprese.
    Questo chi lo paga il sindacato ?
    Padroni delle menti altrui sono i sindacati parlando solo di diritti
    L’opposizione puo’ solo crescere per fare cosa? Per creare posti di lavoro?
    Ma in che mondo vivi? Ci sono centinaia di capannoni vuoti in Brianza nel Veneto ne Varesotto
    ma di quale dignità parli?

  2. lucillo

    SI SI
    Saranno i lavorati a decidere se serve o no, e a chi.
    Se anche non avesse effetti, che si vedrà, se non altro sarà servito a riaffermare la propria dignità a fronte della devastazione del sorriso che il servo dei padroni di firenze sta portando avanti.
    L’opposizione sociale può solo crescere, vedremo fino a che punto e con quali conseguenze.

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