Entro quattro giorno il governo ha annunciato di voler attivare un campo di transito al confine tra Libia e Tunisia in grado di ospitare tra le 50 mila e le 70 mila persone, una missione umanitaria che sarà guidata da Elisabetta Belloni, capo della Cooperazione della Farnesina, che è già stata responsabile dell’Unità di Crisi al tempo delle guerre in Iraq e in Afghanistan.
“Di fronte all’esodo dei profughi ci si muove sul doppio binario, estero e interno. Perché lo scopo dell’intervento in Africa è quello di bloccare le partenze di migliaia di migranti in fuga dal regime del Rais e dalla rivolta che ha portato alla caduta del presidente tunisino Ben Ali” (Corriere, p. 3).
“Parte questa mattina il gruppo di lavoro che dovrà effettuare il sopralluogo a Ras Jedir, in Tunisia, il luogo dove si stanno ammassando i profughi che è stato scelto per l’allestimento del campo. Si utilizzeranno le tende della Croce Rossa e l’allestimento e i controlli saranno affidati a un team di circa 80 persone tra cooperanti e volontari” (Corriere, p. 3).
Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha spiegato che «rispondiamo a una richiesta di aiuto dei governi egiziani e tunisini, in particolare a quello de Il Cairo per il trasporto sicuro in patria di chi vuole tornare a casa». “Il ministero della Difesa metterà a disposizione le tre navi della Marina […] già utilizzate per far tornare in Italia i connazionali che erano rimasti bloccati in Libia oltre a un ponte aereo per il trasporto dei migraanti. Più volte il titolare del dicastero Ignazio La Russa ha specificato come si tratti di un «supporto logistico visto che la missione è affidata alla Croce Rossa e noi vogliamo assicurare il massimo apporto»” (Corriere, p. 3).