Una macchina dei vigili urbani parcheggiata in divieto di sosta, bloccata da un “ceppo”: www.excite.it / Il mondo che vorrei. È fantastica, nel senso letterale, la campagna stampa del potente motore di ricerca su Internet. Una campagna che piacerebbe molto al mio amico Marco, che non paga le multe (e fa bene!) che la polizia urbana regolarmente gli infligge, non perchè sia un delinquente ma, un po’ come tutti noi, esasperato dai parcheggi che non si trovano mai, dai gratta e sosta, dalle linee gialle, da quelle blu, dagli “scarico merci”, dai passi carrai e dai lavaggi notturni delle strade. Quindi lascia la macchina in divieto. Quindi fioccano le multe.
Ma la pubblicità di Excite piace a tutti, perché è immediata, perché promette un mondo possibile ancorché virtuale. E lo fa attraverso una iperbole visiva che si allontana per “trattamento” dal mondo patinato e irreale che caratterizza buona parte della comunicazione pubblicitaria. Piace soprattutto perché è una pagina che riesce a rendere credibile la promessa; che riesce a creare consenso intorno al marchio strappando un sorriso, un ghigno delicato, un tiepidissimo sentimento di rivalsa; facendo sentire potente il consumatore, che, complice, pur senza indossare una divisa, può auto-difendersi con la stessa arma usata del “nemico”. A volte è un vero peccato che certe cose accadano solo in pubblicità.