La Francia toglie i fondi al liceo islamista di Lille, la sinistra corre in soccorso
Parigi. La notifica della prefettura del Nord, il dipartimento di Lille, è arrivata lo scorso 8 dicembre: resiliazione del contratto con lo Stato. Dopo anni di inchieste giornalistiche sulle attività sulfuree del Lycée Averroès, il più grande liceo musulmano di Francia, il governo ha deciso di fare sul serio, mettendo fine al contratto di associazione con lo Stato che garantiva all’istituto con sede a Lille di ottenere lauti finanziamenti pubblici.
Il liceo che in Francia promuove il salafismo
A spingere il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, a prendere una misura drastica contro il liceo fondato nel 2003 è stato un rapporto della commissione consultiva accademica del Nord rivelato da Europe 1, dove vengono confermati i legami tra alcuni professori e il fondamentalismo islamico, e l’insegnamento dell’islam rigorista, contrario ai valori della République.
Secondo il documento, il liceo propone ai suoi studenti dei corsi di “etica musulmana”, dove viene fatta la promozione del salafismo, e lo studio delle opere dell’imam estremista Hassan Iquioussen, espulso lo scorso gennaio per “incitamento all’odio e alla discriminazione”, e che nel 2019 si era fatto conoscere per un sermone in cui incitava i musulmani a imbracciare le armi contro “i terroristi della laicità”.
Tra i testi scolastici di riferimento del Liceo Averroès spicca 40 hadith de l’imam An Nawawi, dove si spiega che «è vietato per una donna malata farsi curare da un uomo», che, «salvo in casi necessari, le donne non devono stare in mezzo agli uomini sul posto di lavoro», e che per gli apostati è giusta la pena di morte.
Il prof. che vuole mettere fine alla democrazia in Francia
Nel rapporto vengono messi in luce inoltre alcuni profili inquietanti del Lycée Averroès, come quello del vice direttore, Makhlouf Mameche, che si definisce «contro la laicità e a favore di un Stato islamico globale» e che per raggiungere tale obiettivo consiglia «ai fedeli di coltivare il culto del segreto, di lavorare segretamente», ossia di praticare la cosiddetta “taqiyya”, la dissimulazione islamista. Accanto a Mameche, tra i membri della “comunità educativa” della scuola di Lille, ci sono anche Mohamed Karrat e Sofiane Meziani. Il primo, nel 2014, ha qualificato Israele come «uno Stato fascista, barbaro e mostruoso» in una predica, il secondo, nel 2016, ha scritto un articolo intitolato En finir avec la démocratie française, mettere fine alla democrazia francese.
L’ispezione della commissione consultiva accademica del Nord ha anche evidenziato la divisione in classe tra studenti e studentesse, come nelle scuole coraniche, l’assenza di riferimento al solfeggio durante i corsi di musica nel rispetto della visione rigorista dell’islam, e finanziamenti poco trasparenti sotto forma di donazioni. Già nel 2019, sullo sfondo delle accuse alla scuola di essere sotto il controllo dei Fratelli musulmani, alcuni giornalisti avevano rivelato che una Ong vicino al Qatar aveva versato 4,2 milioni di euro al liceo Averroès e al Centro islamico di Villeneuve-d’Ascq con cui l’istituto intrattiene rapporti. Lo scorso maggio, un rapporto della Camera regionale dei conti aveva manifestato “inquietudini e sospetti in merito alla tesoreria fragile ed erratica dell’istituto scolastico”.
La sinistra difende la scuola: «Islamofobia!»
La risoluzione del contratto con lo Stato, che il liceo musulmano di Lille aveva ottenuto nel 2008, significa la fine delle sovvenzioni pubbliche. La direzione fa sapere che con la rottura del contratto la scuola rischia di chiudere, ma nel mondo musulmano, e non solo, è già partita la gara di solidarietà per sostenere il Lycée Averroès, con le solite accuse di islamofobia all’esecutivo. La France insoumise, il partito della sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon, ha alzato le barricate in difesa della scuola, giudicando “discriminatoria” la decisione della prefettura, dietro cui c’è la mano di Gérald Darmanin.
«Da parte del prefetto del Nord, è stata chiaramente presa una decisione che si iscrive in un contesto islamofobo e di odio contro i nostri compatrioti musulmani», ha denunciato Paul Vannier, deputato mélenchonista, dicendosi “indignato”. Nel 2015, dopo gli attentati di Charlie Hebdo, fecero scalpore le dimissioni di un professore del liceo di Lille, Soufiane Zitouni. Ai microfoni di Europe 1, spiegando per quale motivo aveva abbandonato il suo incarico, disse di non aver «mai sentito così tanti discorsi antisemiti» come al Lycée Averroès.
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