Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Esteri

«Per unificare la Libia bisogna offrire degli incentivi. Il governo Onu non può funzionare»

Intervista al generale Vincenzo Camporini, vicepresidente dell'Istituto affari internazionale ed ex capo di Stato maggiore della Difesa: «L'intervento armato sul terreno può essere fatto solo da libici»

Leone Grotti
09/03/2016 - 3:00
Esteri
CondividiTwittaChattaInvia

Matteo Renzi assicura che l’Italia non invaderà mai la Libia e non invierà soldati fino a quando non ce lo chiederà un governo di unità nazionale. Ma l’accordo tra i Parlamenti di Tripoli e Tobruk, che l’Onu caldeggia e aspetta da oltre un anno, è ancora lontano e «in ogni caso non sarà risolutivo». A sostenerlo è Vincenzo Camporini, oggi vicepresidente dell’Istituto affari internazionale, in passato capo di Stato maggiore dell’Aeronautica (2006-08) e capo di Stato maggiore della Difesa (2008-11). A tempi.it il generale spiega che «bisogna offrire degli incentivi per far nascere in Libia l’interesse all’unità e non si possono immaginare interventi armati non fattibili».

pubblicita_articolo allineam=”destra”]In Libia regna il caos: l’Isis avanza e l’Italia rimanda qualunque decisione sul da farsi alla creazione di un governo di unità nazionale. Questo governo vedrà mai la luce?
Sono molto scettico. Unificare il paese e le tribù libiche sotto un unico governo è un’impresa molto difficile. Diventa praticamente impossibile se questa unità viene invocata con l’intervento di un diktat esterno.

LEGGI ANCHE:

Un malato di tubercolosi ricoverato in ospedale

Basta cincischiare, la tubercolosi si può praticamente spazzare via entro il 2050

24 Marzo 2023
Emmanuel Macron e Antonio Tajani Francia Italia

È sempre Italia-Francia. Qua la mano nemico mio

22 Marzo 2023

Ad esempio da parte dell’Onu?
Ad esempio.

C’è un modo alternativo di riportare l’unità in Libia?
Uno ci sarebbe, anche se richiede molto tempo e molta pazienza. Bisognerebbe riunire attorno a un tavolo tutti gli attori politici della Libia, non solo Tripoli e Tobruk. Anche Zintan, anche Misurata, anche le tribù berbere del sud, anche i clan e le strutture di tipo urbano, perché ormai molte città prescindono perfino dalla lealtà tribale. Sono loro che devono decidere a quale governo affidarsi e chi è il leader.

Siamo sicuri che tutti questi attori vogliano davvero l’unità nazionale?
È chiaro che se vogliamo vedere nascere l’interesse all’unità, dobbiamo fornire qualche incentivo.

Di tipo economico?
Questo è sicuramente il principale. Il fatto che sia ancora in piedi nel paese una Banca centrale che gestisce gli introiti della rendita energetica e li distribuisce in modo equo può essere un elemento chiave per favorire il coagulo di queste volontà locali.

E chi dovrebbe mettere tutti gli attori insieme attorno a un tavolo?
Le Nazioni Unite o qualche paese influente, l’Italia stessa, ma sono loro che devono trovare una soluzione, non possiamo imporla noi. L’orgoglio nazionale di queste popolazioni è un elemento su cui in passato non abbiamo riflettuto abbastanza.

E se invece finalmente viene trovato un accordo sul governo di unità nazionale come lo immagina da anni l’Onu? A quel punto il premier Renzi si è detto disposto a un intervento armato.
L’intervento armato sul terreno può essere fatto solo da libici, inutile pensare ad altre opzioni. Non solo non sono fattibili e non portano risultati, ma causano danni. Per quanto riguarda il governo di unità nazionale, non sarà comunque risolutivo perché non coinvolge tutti gli attori. Non è pensabile poi che questo governo chieda un intervento armato alla comunità internazionale per assicurare il controllo del territorio. E se anche lo facesse, si squalificherebbe da solo: l’orgoglio nazionale libico scatenerebbe un’ondata di proteste che di fatto esautorerebbe il governo in questione.

Intanto l’Isis guadagna terreno. Due italiani ci hanno già rimesso la vita.
Dalle modalità che si sono apprese finora, io non credo che ci sia stato un coinvolgimento dell’Isis nella morte di Failla e Piano. Stiamo parlando di un’area della Libia in cui dominano bande armate più o meno ostili l’una all’altra e più o meno in competizione. Una di queste ha rapito o ha avuto in consegna gli ostaggi e ha cercato di trarne qualche vantaggio: economico e politico.

Il governo di Tripoli non sapeva niente degli ostaggi?
Quello che chiamiamo governo di Tripoli in realtà non ha il controllo sul territorio come lo intendiamo noi. Nell’area c’è una vera anarchia e l’operazione che ha portato alla morte dei due italiani è stata fatta dalle milizie di Sabrata che hanno reagito agli attacchi di un’altra banda armata. Queste forze agiscono senza controllo, manca ogni tipo di coordinamento.

L’Italia non dovrebbe preoccuparsi dello Stato islamico?
Certo. L’Isis è un fenomeno molto recente in Libia, alcune bande armate di Sirte, alcuni ex gheddafiani rimasti senza patron si sono impadroniti dell’etichetta Isis e hanno cominciato a fungere da calamita attirando estremisti un po’ dappertutto.

Molti giornali scrivono che in attesa di un intervento armato, l’Italia potrebbe inviare in Libia qualche decina di uomini di forze speciali per compiere attacchi mirati.
Questo è impossibile nel quadro italiano giuridico e politico. Le forze speciali possono appoggiare l’agenzia di intelligence per acquisire informazioni. L’agenzia magari può reclutare personaggi con esperienza, capacità e preparazione. Ma niente di più.

Dobbiamo quindi arrenderci all’espansione dell’Isis?
No, bisogna erodere il consenso locale di cui gode questo gruppo. Quando i libici si renderanno conto del danno rappresentato dallo Stato islamico, gli faranno mancare il terreno sul quale i jihadisti possono espandersi. E in parte questo processo è già cominciato.

Lei ha paventato in passato l’ipotesi di tripartire la Libia, facendola così tornare al periodo pre-coloniale.
Ecco, mettiamo le cose in chiaro: io non auspico la tripartizione della Libia. Penso però che fra le ipotesi possibili ci sia anche questa. È una carta che ci si può giocare dal punto di vista diplomatico: è ingenuo infatti stilare un piano senza pensare a un “piano B”. Può essere poi una strategia per fare pressione.

Cioè?
Se noi pensiamo di proporre ai libici un piano A, è più facile ottenere il risultato se paventiamo anche a tutti i soggetti un’alternativa, che magari è più sgradita della prima soluzione. Anche nel caso della tripartizione, però, solo i libici possono attuarla. Sono stato di recente a Porta a porta ed è stata immaginata la divisione della Libia con bandierine italiane, francesi e inglesi. Mi vengono i brividi, forse qualcuno ha ancora mire neo-colonialiste. Dobbiamo stare attenti a non fare altri danni.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

Tags: ItalialibiaMatteo RenziONUpianoStato Islamicotobruktripoli
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

Un malato di tubercolosi ricoverato in ospedale

Basta cincischiare, la tubercolosi si può praticamente spazzare via entro il 2050

24 Marzo 2023
Emmanuel Macron e Antonio Tajani Francia Italia

È sempre Italia-Francia. Qua la mano nemico mio

22 Marzo 2023
Prodotti a base di cannabis in Thailandia

«No alla cannabis legale. La via indicata dall’Onu è giusta»

20 Marzo 2023

«La Cina è il paese tecnologicamente più avanzato al mondo»

4 Marzo 2023
La neo segretaria del Pd Elly Schlein, Roma, 28 febbraio 2023 (Ansa)

Schlein e un partito radicale (che vorrebbe essere) di massa

2 Marzo 2023
Nohemi Gonzalez Google

Google è responsabile della radicalizzazione dei terroristi islamici?

23 Febbraio 2023
Per commentare questo contenuto occorre effettuare l'accesso con le proprie credenziali.

Video

Caorle 2023
Video

Chiamare le cose con il loro nome. Tutti a Caorle a giugno

Redazione
6 Marzo 2023

Altri video

Lettere al direttore

Un fermo immagine tratto dalla trasmissione Rai mostra Lucia Annunziata e Eugenia Roccella durante Mezz'Ora in Più su Rai3, 19 marzo 2023 (Ansa)

Utero in affitto. La fiera dei corpi e dei sentimenti è più volgare di una parolaccia

Emanuele Boffi
21 Marzo 2023

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    Non esiste un’Unione Europea unita contro un’Italia isolata
    Lodovico Festa
  • Memoria popolare
    Memoria popolare
    Arringa cristiana e popolare per il «diritto dei turchi a restare turchi»
    A cura di Fondazione Europa Civiltà
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    Ribadiamo: l’inchiesta di Bergamo sulla pandemia ha solo «valore catartico»
    Emanuele Boffi
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Caso Cospito. Ritorneranno gli anni di piombo?
    Rodolfo Casadei
  • Good Bye, Lenin!
    Good Bye, Lenin!
    La vita «ordinaria, tragica e bella» di Elena Bonner
    Angelo Bonaguro

Foto

Foto

Cura: quale integrazione tra territorio e domicilio?

22 Marzo 2023
Foto

“Bisogna pur aver fiducia di qualcuno”. Il concorso dei Nonni 2.0

13 Marzo 2023
Foto

Cosa c’è di allegro in questo maledetto paese?

10 Febbraio 2023
8/2/2014 Milano Giornata Banco Farmaceutico
punto raccolta farmaci presso Farmacia Foglia C.so di Porta Romana 56
Iconphotos/Paolo Bonfanti
Foto

Inizia oggi la Giornata di raccolta del farmaco: ecco come e perché aderire

7 Febbraio 2023
Benedetto Antelami, Deposizione dalla croce, Duomo di Parma
Foto

Davanti alla Deposizione di Antelami. Quello che non avevo mai “visto”

3 Febbraio 2023

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2022: euro 211.883,40. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Società
    • Obiettivi di sviluppo sostenibile
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist