Le gravi responsabilità di Macron nella condanna a morte di Lambert
La Corte di Cassazione francese, sollecitata da Emmanuel Macron, lunedì potrebbe dare il colpo di grazia a Vincent Lambert. Il procuratore generale secondo indiscrezioni di stampa sosterrà infatti l’illegittimità della decisione della Corte d’appello di Parigi, che il 20 maggio ha bloccato l’interruzione di idratazione e alimentazione al paziente tetraplegico di 42 anni.
LA CONDANNA A MORTE E I RICORSI
Lambert, in stato di minima coscienza dal 2008, è al centro di una lunghissima battaglia medico-legale. Il 20 maggio, il dottor Vincent Sanchez dell’ospedale Chu Sébastopol di Reims ha interrotto i sostentamenti vitali al paziente, condannandolo a morire di fame e di sete, come richiesto dalla moglie e da parte della sua famiglia. I genitori, che chiedono invece di curarlo, avevano fatto un ultimo ricorso al Comitato internazionale sui diritti delle persone con disabilità dell’Onu. L’Onu aveva richiesto all’ospedale di non interrompere idratazione e alimentazione fino a quando non avesse completato la valutazione del caso. La Corte d’appello di Parigi aveva quindi ordinato ai medici di attendere sei mesi, per dare tempo all’Onu di studiare il dossier, e di ripristinare i sostegni vitali a Lambert.
LE RAGIONI DELLA CASSAZIONE
Lunedì in seduta plenaria la Cassazione ascolterà il ricorso da parte dello Stato, dei ministeri della Salute e degli Esteri e dell’ospedale di Reims. Secondo il Figaro, François Molins, procuratore generale, proporrà di annullare la decisione della Corte d’appello «senza rinvio» a un’altra giurisdizione. Il caso non verrà analizzato dal punto di vista medico, ma tecnico: la decisione spetta di norma alla giustizia amministrativa e il consiglio di Stato, ad aprile, aveva validato l’interruzione del sostentamento vitale.
La Corte d’appello si è “intromessa” basandosi sulla nozione giuridica di «atto illegittimo», rilevando cioè un’azione gravemente illegale da parte dell’amministrazione che causa una «violazione grave della libertà individuale». I giudici hanno ritenuto infatti l’interruzione delle cure un «attentato al diritto alla vita» di Lambert. Bisogna ricordare che secondo i periti nominati dallo stessa giustizia amministrativa «non c’è ostinazione irragionevole» nel continuare a nutrire il paziente (che respira in modo autonomo). Ma secondo Molins, in questo caso non c’è stato alcun attentato alla «libertà individuale» del paziente: la Corte non aveva dunque motivo di intromettersi.
LE RESPONSABILITÀ DI MACRON
Se la Cassazione giudicherà sulla base dell’avviso di Molins, l’ospedale potrà sospendere nuovamente idratazione e alimentazione a Lambert senza aspettare il giudizio del Comitato Onu. Emmanuel Macron aveva dichiarato di non volersi «immischiare» nel caso, perché «su questa questione non vi sono risposte univoche, ma solo incertezze». Poi però ha deciso di fare ricorso e potrebbe essere proprio l’azione legale del presidente della Repubblica a far morire di fame e di sete Lambert.
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