Francia. Appello di 100 giuristi: «Salviamo Lambert dalla pena di morte»

Di Leone Grotti
18 Maggio 2019
«Se non facciamo niente da qui al 20 maggio, Vincent morirà. La nostra società ha perso il senso dei suoi propri valori al punto da restare in silenzio davanti a una decisione di morte procurata a sangue freddo?»
epa04277641 A photograph made available on 24 June 2014 showing tetraplegic Vincent Lambert (R) and his mother, (not named) at the hospital, in Reims, France on 25 July 2013. France's top administrative court, The Conseil dEtat, ruled on 24 June 2014 that doctors should switch off the machines prolonging the life of Vincent Lambert, the 39-year-old fireman who was left in a vegetative state by a motorcycle accident five years ago. EPA/PHOTOPQR/L'UNION DE REIMS FRANCE OUT

«Se non facciamo niente da qui al 20 maggio, Vincent Lambert morirà». Comincia così l’appello di 100 giuristi francesi pubblicato da Valeurs Actuelles per fermare la «condanna alla pena di morte» del paziente tetraplegico di 42 anni. E invocare il suo «trasferimento in una struttura più adatta per ridargli una prospettiva di vita che nessuno ha il diritto di rifiutargli».

«LAMBERT NON È IN FIN DI VITA»

Lambert si trova da 11 anni in seguito a un incidente in stato di minima coscienza nel reparto di cure palliative dell’ospedale Chu Sébastopol di Reims. L’uomo, come ricordato anche dai firmatari, «non è in fin di vita» e non ha una «malattia incurabile», soltanto è «nella terribile situazione di una dipendenza assoluta e può continuare a vivere solo ricevendo i trattamenti adeguati», a partire dal cibo e dall’acqua. Come lui in Francia ci sono migliaia di altre persone, seguite ogni giorno in centri specializzati.

Dopo una lunga battaglia giudiziaria, il Consiglio di Stato ha convalidato l’interruzione di alimentazione e idratazione, richiesta dai medici dell’ospedale e autorizzata dal tribunale amministrativo di Chalons-en-Champagne. La richiesta di interrompere le cure, avanzata dalla moglie di Lambert, è avversata dai genitori, che chiedono invece di continuare a prendersi cura del figlio e di trasferirlo in una unità specializzata per pazienti gravemente disabili.

«LA DECISIONE PIÙ DISUMANA»

L’appello, firmato da tantissimi avvocati e docenti universitari di Diritto in diverse università francesi, definisce la decisione di lasciarlo morire come «la più disumana che si possa prendere»: «Decidere con il proprio libero arbitrio la morte di un uomo nel “paese dei diritti umani”, mentre la nostra Costituzione afferma che “nessuno può essere condannato alla pena di morte”».

«LA FRANCIA HA PERSO IL SENSO DEI SUOI VALORI?»

Accettare questa decisione, per la società francese, «significherebbe perdere il senso del valore infinito della vita, soprattutto se incosciente e indebolita dalla malattia e dall’handicap. Una simile decisione è ingiustificabile. La nostra società ha perso il senso dei suoi propri valori al punto da restare in silenzio davanti a una decisione di morte procurata a sangue freddo? Noi ci rivolgiamo ai francesi perché chiedano fermamente al ministro della Salute e ai responsabili dell’ospedale di Reims di non commettere l’irreparabile».

Ogni francese, conclude l’appello chiedendo al governo di rispettare la richiesta dell’Onu (di interrompere l’esecuzione fintanto che non avrà studiato il caso), «deve in coscienza difendere la vita di Vincent Lambert perché, in Vincent, è la nostra umanità che soffre. È proprio quando la vita è debole che bisogna rispettarla maggiormente. Che ognuno di noi rivolga questa richiesta alle autorità pubbliche e ai medici: rispettate la vita di Vincent Lambert e affidatela a coloro che vogliono conservare la sua dignità di uomo».

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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