Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Politica

Lavoro, per Ichino il decreto Poletti è una svolta culturale. «Il contratto a termine non è più visto come socialmente pericoloso»

Intervista al senatore Pietro Ichino, relatore del decreto legge: «Un passo avanti. La sicurezza economica non si costruisce sull'ingessatura del rapporto di lavoro»

Matteo Rigamonti
22/05/2014 - 3:30
Politica
CondividiTwittaChattaInvia

#154502639 / gettyimages.com

Il decreto Poletti sul lavoro è un testo «storico». Così il senatore Pietro Ichino (Scelta civica) ha scritto in una lettera al Corriere della Sera riferendosi alla semplificazione del contratto a tempo determinato, che non sarà più considerato «cattivo» e potrà essere stipulato senza indicare la causale, per un periodo massimo di tre anni, con un limite di cinque rinnovi. Ma il decreto presenta anche limiti e difetti, soprattutto perché, «oltre ad essere scritto in modo illeggibile, contiene diverse disposizioni scritte in modo difettoso: dei veri e propri errori tecnici» che comportano un grande «rischio di contenzioso, per la gioia dei soli avvocati». A tempi.it Ichino spiega i pro e i contro del decreto legge sul lavoro.

Senatore, che cosa fa del decreto Poletti un testo di legge «storico»?
È la prima volta da più di mezzo secolo, cioè da quando la legge n. 230 del 1962 vietò drasticamente il contratto a termine, salvo poche e circoscritte eccezioni, che l’ordinamento italiano stabilisce che questo tipo di contratto non è in sé socialmente dannoso o pericoloso; e che, anzi, esso può svolgere una funzione molto positiva nella prima fase di inserimento di una persona in azienda.

Lo stesso decreto, però, istituisce il limite massimo del 20 per cento al numero di assunti a tempo determinato rispetto all’organico aziendale stabile, che prima la legge non aveva previsto. Come mai?
È vero. Ma questo limite viene istituito per rispettare la direttiva europea n. 1999/70, che impone agli Stati membri di adottare almeno una misura limitativa fra le tre ivi indicate: controllo giudiziale sulla motivazione del contratto, limite massimo di durata complessiva del contratto, oppure limite massimo di numero dei contratti a termine rispetto all’organico aziendale. In sostanza, il decreto Poletti sostituisce la prima delle tre tecniche possibili di limitazione con la terza. Ed è proprio questa scelta che assume il significato che dicevo: cioè quello di un mutamento profondo nel modo in cui il contratto a termine è considerato dal nostro ordinamento.

LEGGI ANCHE:

Operai al lavoro

C’è un lavoro che va fatto per essere felici, e non è neanche retribuito

20 Marzo 2023
Lavoro

«Non manca il lavoro, mancano i lavoratori, soprattutto giovani»

19 Marzo 2023

Può spiegarci meglio in che cosa consiste questo mutamento profondo?
La legge, fino a ieri, diceva che «il contratto a termine è, in linea generale, vietato; lo si può stipulare soltanto in presenza di una particolare esigenza che eccezionalmente lo giustifichi». Questo significava, in altre parole che, «in assenza di un giustificato motivo, l’apposizione del termine fosse una clausola di per sé cattiva, che dunque l’ordinamento non riconosceva come valida». Con la conseguenza che, se la motivazione non era considerata adeguata dal giudice, la clausola stessa veniva dichiarata nulla e il contratto veniva convertito in contratto a tempo indeterminato.

Ora non è più così?
No. Ora l’ordinamento riconosce che, nella situazione di gravissima incertezza circa il futuro, anche a breve termine, le imprese hanno una diffusa esigenza di poter fare affidamento sulla cessazione del nuovo rapporto anche entro un anno o due, o tre, se le cose dovessero andare male. Ma, soprattutto, l’ordinamento riconosce che oggi, nella maggior parte dei casi di stipulazione di un nuovo contratto a tempo determinato, l’apposizione del termine costituisce elemento essenziale del negozio: nel senso che senza di essa l’impresa non avrebbe stipulato il contratto. Per questo il legislatore ha deciso che la sanzione per la stipulazione irregolare, cioè per il contratto stipulato in eccesso rispetto al limite del 20 per cento, non può più essere costituita dalla conversione in contratto a tempo indeterminato, ma da una sanzione pecuniaria: perché questa vecchia sanzione, elaborata e applicata in precedenza dalla giurisprudenza, si basava sul presupposto che il termine non fosse elemento essenziale del negozio. Cioè sul presupposto che il contratto sarebbe stato stipulato comunque, anche senza il termine, essendo quest’ultimo apposto soltanto per eludere la normativa sui licenziamenti.

Nella sua lettera al Corriere, però, ha scritto che proprio quest’ultimo punto non è stato esplicitato in modo chiaro e c’è il rischio che porti a contenziosi. Cosa è andato storto?
Il Codice semplificato del lavoro ha lo scopo di rendere la norma legislativa più semplice e chiara, quindi meno suscettibile di produrre contenzioso giudiziale. Per questo, però, sono necessarie almeno due cose: la prima è che si riduca al minimo la legislazione d’urgenza. I tempi stretti della conversione in legge dei decreti mal si conciliano con l’elaborazione di una buona disciplina dei rapporti contrattuali. La seconda esigenza è che il Governo affidi il compito di coordinamento del lavoro di elaborazione legislativa a un bravo giuslavorista, che sia in piena sintonia con il ministro circa gli obiettivi della riforma e che abbia la capacità di coniugare le scelte, e i compromessi politici destinati a maturare in Parlamento sui singoli punti, con l’esigenza della chiarezza e della buona tecnica normativa.

Per i contratti a tempo indeterminato invece cambierà qualcosa?
Già è stato fatto un grosso passo avanti. Diamo tempo al tempo. Sono convinto che la sicurezza economica e professionale del lavoratore non vada più costruita sull’ingessatura del rapporto di lavoro, ma sul sostegno del reddito e l’assistenza intensiva e qualificata nel mercato, quando il rapporto di lavoro per qualsiasi motivo dovesse cessare; e questo riguarda tutti. Perciò abbiamo inserito nel preambolo del decreto il preannuncio della riforma organica, costituita dal Codice semplificato del lavoro che prevedrà come contratto normale a tempo indeterminato quello «a protezione crescente». In altre parole: a fianco di un triennio facile con contratto a termine, ci sarà la possibilità di un triennio facile anche con il contratto a tempo indeterminato. Il cantiere di questa riforma è già aperto in Commissione Lavoro del Senato, con il disegno di legge-delega n. 1428/2014.

In attesa del Codice semplificato del lavoro, il nuovo contratto a termine contribuirà a nuove assunzioni, soprattutto per i più giovani?
Più che aumentare le nuove assunzioni, questa nuova norma consente l’aumento del numero dei rapporti di lavoro che proseguono, che non si interrompono cioè dopo un solo anno. Perché il contratto a termine libero per il primo anno lo aveva già previsto la legge Fornero del giugno 2012. La speranza, poi, è che la prospettiva più ampia, cioè la possibilità di proroga fino ai 36 mesi, incoraggi le imprese ad assumere, senza lo spauracchio dell’ingessatura del rapporto che scatta dopo il primo anno.

Il decreto Poletti però non ha rivoluzionato l’apprendistato, che rischia di incappare nell’ennesima riforma inutile. Come mai?
La regola che impone l’onere della stabilizzazione del 20 per cento degli apprendisti, per poterne assumere di nuovi, a carico delle imprese con più di 50 dipendenti, costituisce una drastica riduzione del vincolo rispetto a quello previsto dalla disciplina precedente. Quanto all’obbligo relativo al contenuto formativo del rapporto di apprendistato, esso non può essere eliminato: altrimenti non si giustificherebbe il forte sgravio contributivo. L’Unione Europea, infatti, ci ha già condannati, nel recente passato, per gli sgravi contributivi che incentivavano i contratti di formazione e lavoro, nei quali di formazione effettiva c’era poco o nulla. D’altra parte, il forte sgravio contributivo serve proprio a compensare l’obbligo formativo.

Quando l’apprendistato diventerà anche in Italia lo strumento principe dell’inserimento per i più giovani?
Quando avremo imparato a imitare il sistema “duale” tedesco, che realizza una felice complementarietà tra formazione scolastica media secondaria e formazione in azienda. A Trento e a Bolzano lo stanno già praticando: tutte le altre Regioni devono imparare a farlo. E il decreto Poletti contiene una disposizione che indica esattamente questa direzione di marcia.

@rigaz1

Tags: apprendistatocontratto a tempo determinatocontratto a tempo indeterminatocontratto a terminedecreto polettiLavoropietro ichinoscelta civicatempo determinatotempo indeterminato
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

Operai al lavoro

C’è un lavoro che va fatto per essere felici, e non è neanche retribuito

20 Marzo 2023
Lavoro

«Non manca il lavoro, mancano i lavoratori, soprattutto giovani»

19 Marzo 2023
Lavoratori

Sempre più anziani, sempre meno adulti. Il paradosso del lavoro in Italia

13 Marzo 2023

Migranti, non c’è lavoro senza formazione

8 Marzo 2023
Operai edili al lavoro in un cantiere di un parcheggio sotterraneo in costruzione. Genova, 13 Novembre 2021.
ANSA/LUCA ZENNARO

Le imprese chiedono «più immigrazione o chiudiamo bottega»

7 Marzo 2023
Jerome Powell, sullo sfondo Joe Biden

Dal mercato del lavoro Usa due dati controintuitivi su questa ondata di inflazione

6 Marzo 2023
Per commentare questo contenuto occorre effettuare l'accesso con le proprie credenziali.

Video

Caorle 2023
Video

Chiamare le cose con il loro nome. Tutti a Caorle a giugno

Redazione
6 Marzo 2023

Altri video

Lettere al direttore

Pier Paolo Pasolini

Perché i ciellini sono così affascinati dai “corsari” Pasolini e Testori

Peppino Zola
28 Marzo 2023

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    Alla Francia nella tempesta mancava solo un maxi scandalo finanziario
    Lodovico Festa
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Lo stupro e la contrattualizzazione del rapporto sessuale
    Rodolfo Casadei
  • Memoria popolare
    Memoria popolare
    Arringa cristiana e popolare per il «diritto dei turchi a restare turchi»
    A cura di Fondazione Europa Civiltà
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    Ribadiamo: l’inchiesta di Bergamo sulla pandemia ha solo «valore catartico»
    Emanuele Boffi
  • Good Bye, Lenin!
    Good Bye, Lenin!
    La vita «ordinaria, tragica e bella» di Elena Bonner
    Angelo Bonaguro

Foto

Foto

Cura: quale integrazione tra territorio e domicilio?

22 Marzo 2023
Foto

“Bisogna pur aver fiducia di qualcuno”. Il concorso dei Nonni 2.0

13 Marzo 2023
Foto

Cosa c’è di allegro in questo maledetto paese?

10 Febbraio 2023
8/2/2014 Milano Giornata Banco Farmaceutico
punto raccolta farmaci presso Farmacia Foglia C.so di Porta Romana 56
Iconphotos/Paolo Bonfanti
Foto

Inizia oggi la Giornata di raccolta del farmaco: ecco come e perché aderire

7 Febbraio 2023
Benedetto Antelami, Deposizione dalla croce, Duomo di Parma
Foto

Davanti alla Deposizione di Antelami. Quello che non avevo mai “visto”

3 Febbraio 2023

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Via Traù, 2 – 20159 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Via Traù, 2 – 20159 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2022: euro 211.883,40. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Società
    • Obiettivi di sviluppo sostenibile
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist