

Da dove nasce la correlazione tra vaccino trivalente Mpr e l’insorgere dell’autismo? Il presunto legame che ci sarebbe tra le immunizzazioni che vengono somministrate ai bambini e l’insorgere di alcune patologie è finito sotto l’occhio della Procura di Trani, che ha aperto un’indagine sulla vicenda in seguito alle denuncia di una coppia di genitori: questi ultimi sostengono che i loro figli siano diventati autistici proprio in seguito a una vaccinazione. E così, l’argomento della reale sicurezza degli antidoti che rientrano nel piano di prevenzione nazionale torna d’attualità, stimolando, come negli Usa, le ansie di tanti genitori preoccupati per il futuro dei loro bambini.
LO STUDIO DI WAKEFIELD. Secondo le attuali conoscenze scientifiche non esiste un collegamento tra l’autismo e i vaccini. La psicosi è cominciata nel 1998 in Gran Bretagna, dove il medico Andrew Wakefield pubblicò su una delle riviste leader della medicina mondiale, Lancet, uno studio che metteva a fuoco le presunte connessioni. Il caso è ricostruito bene dal blog di Salvo Di Grazia, Medbunker: furono eseguite biopsie su 12 bambini con disturbi intestinali e del comportamento, di cui 10 di loro erano autistici, e si arrivò a trovare su di loro segni di infiammazione intestinale. Otto di loro, dichiararono i genitori, avevano sviluppato le rispettive malattie in seguito ad una vaccinazione per morbillo, parotite e rosolia. Insomma, nella ricerca era dichiarato chiaro e tondo che servivano ulteriori approfondimenti e che non esisteva un legame tra vaccini e autismo.
MANCAVANO I CONFRONTI. Ciò nonostante, Wakefield iniziò a sostenere che la correlazione era probabile e consigliò di sospendere le vaccinazioni sotto accusa. Il sasso era stato lanciato, lo stagno di giornali e tv amplificò le teorie del medico: nel giro di poco tempo le percentuali di bambini immunizzati scesero dal 93 al 75 per cento e, di contro, nel giro di dieci anni i casi di morbillo passato da 56 (1998) a 1348 (2008). Col tempo, però, emerse che il suo studio aveva numerose lacune: le biopsie fatte sui bambini malati non avevano avuto confronti con altre su soggetti non malati, né su bambini non vaccinati. Insomma, non c’era stata un’accurata analisi scientifica: nel 2002, poi, un assistente di Wakefield sbugiardò le sue analisi e chiese di rimuovere il suo nome dallo studio, e di lì a poco altri 10 dei 12 coautori fecero lo stesso. E quando anche altre ricerche tentarono di arrivare alle conclusioni del medico inglese senza riuscirvi, Lancet ritirò l’articolo di Wakefield, che si ritrovò soffocato dalle sue stesse ricerche e radiato così dall’ordine dei medici.
I BREVETTI PER I 3 VACCINI SEPARATI. Le indagini su Wakefield fecero emergere i contatti con un avvocato britannico, che rappresentava alcune famiglie con figli autistici: ciò che era stato chiesto a Wakefield era proprio scoprire correlazioni tra vaccini e l’insorgere di questi disturbi, poiché il legale stava per far partire una causa contro alcune case farmaceutiche. Dietro a questo accordo, 500mila sterline versate dall’avvocato al medico: Wakefield, davanti alla pistola fumante, fu costretto ad ammettere. Con un ulteriore particolare che emerse col tempo: quando il medico se ne uscì nel ’98 con il suo studio che incolpava le vaccinazioni, l’invito che rivolgeva alle famiglie era di evitare le immunizzazioni trivalenti o, in alternativa, di procedere attraverso i singoli vaccini. Questi non erano in commercio in Gran Bretagna, né in produzione: ma Wakefield aveva già brevettato un sistema per colmare la lacuna.
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la procura di trani spero non sia in malafede. è bene vigilare sui vaccini e sulle cose che si mangiano. cose su cui qualche perplessità ce l’ho. non si deve favorire il morbillo ma evitare che i vaccini oltre ad essere utili possano essere dannosi.