
La più grande strage di cristiani doveva avvenire in Francia. Ma prima di entrare in chiesa, il jihadista si sparò su un piede

«118 di Parigi, buongiorno», «Sì, buongiorno, c’è un’emergenza». «Siete per strada, signor…?». «Sì, sono per strada… ahhh! Sono all’aperto. Mi hanno sparato sul piede». «Sparato sui piedi! Con… con un’arma, signore?». Che cosa sarebbe successo se l’apprendista terrorista francese, Sid Ahmed Ghlam, non fosse stato così maldestro da spararsi su un piede e da dovere di conseguenza chiamare l’ambulanza?
STRAGE IN CHIESA. Predire il futuro è impossibile ma di sicuro lo studente 24enne di origine algerina sarebbe entrato quella domenica 19 aprile nella chiesa Sainte-Thérèse di Villejuif (Val-de-Marne) e avrebbe fatto una strage di cristiani identica a quelle che Boko Haram compie in Nigeria o Al-Shabaab in Kenya. Uguale, però in Europa: la prima strage di cristiani in Occidente.
KALASHNIKOV E PISTOLE. A tre mesi dall’attentato sventato, un’inchiesta del Le Monde ha rivelato alcuni dettagli importanti. Mentre l’attentatore mancato veniva portato sanguinante in ospedale dall’ambulanza, probabilmente dopo aver ucciso una donna e aver tentato di rubare la sua auto, la polizia seguiva la scia di sangue che portava alla macchina e nel bagagliaio trovava un kalashnikov, due pistole, un giubbotto anti-proiettile e dei documenti su un progetto di attentato alla chiesa di Villejuif, appunto. In casa sua, aveva altri tre kalashnikov e altri giubbotti anti-proiettile.
FILIERA JIHADISTA. Chi gli aveva dato tutte quelle armi? Secondo il quotidiano francese, il jihadista era minuziosamente «telecomandato dalla Siria». In particolare, da un cittadino di Tolosa convertitosi all’islam e partito in Siria a combattere per lo Stato islamico nel 2014, dopo aver scontato una condanna a cinque anni in Francia per aver organizzato una filiera di terroristi, e da un altro francese recatosi dall’Isis. Era inoltre vicino a Mohammed Merah, il terrorista islamico che uccise ebrei e militari tra Tolosa e Montauban nel 2012. Oltre ai mandanti dell’attentato, ad aiutare l’algerino a procurarsi l’arsenale sarebbero state tre persone: una vecchia conoscenza dell’intelligence francese, Rabah B., già più volte interrogato per questioni legate al terrorismo jihadista, e altri due incensurati. Questi, però, erano vicini a Moussa Coulibaly, che ha aggredito a Nizza tre militari a febbraio, e a un gruppo jihadista marocchino.
ERRORE PROVVIDENZIALE. Dentro l’appartamento di Sid Ahmed Ghlam sono stati trovati collegamenti ad altre persone, a loro volta legate ad altri francesi in odore di jihadismo. Il giovane era l’ultimo prodotto della filiera e il suo attentato nella chiesa di Villejuif avrebbe dovuto causare molte più vittime della strage a Charlie Hebdo, visto che tutte le domeniche quella chiesa è popolata da almeno 300 persone. Se solo, per sbadataggine, non si fosse prima sparato su un piede.
Foto Ansa
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La Francia è divenuta negli ultimi anni totalmente insignificante il che è veramente contro la sua natura e storia perlomeno in Europa. È lo scarso peso della Francia ad aver fatto prendere la bilancia verso la Germania in Europa. Eppure la Francia ha avuto dei momenti di revanche per esempio con la campagna vittoriosa in Mali dove ha spazzato via i folli satanisti dalle antiche città di Timbouctou a Nord. Un altro momento è stato il sussulto nazionale dopo la strage di Charlie Hebdo. I francesi sono tranquilli per il momento ma la loro indole è ben diversa e non continueranno sulla strada del declino stile “basso impero” a lungo. Il problema principale della Francia sono da anni le banlieues queste enclave nel suo stesso territorio: la presenza di sans-papiers e di criminalità a bassa intensità è stata tollerata a lungo fino alla sua marcescenza attuale. Questa emergenza interna è una minaccia alla sicurezza nazionale e impedisce al paese di muoversi con serenità e indipendenza sullo scenario internazionale.
Importante notare le tendenze interne alla Francia, soprattutto se in confronto a Spagna da un lato e Italia dall’altro. Nonostante la Francia sia strettamente laica a volte anti-clericale e con elevate percentuali di “liberi pensatori” in linea con la sua storia illuminista, in Francia esiste un nutrito gruppo di tradizionalisti cattolici e non emersi nelle contestazioni al “mariage pour tous”. Molti amici di sinistra si scandalizzarono all’epoca perché dicevano si sarebbero aspettati qualcosa del genere in Spagna o al limite in Italia ma nella Francia dei “philosophes”! Ma se persino nella (ex-)cattolicissima Spagna Rajoy non è stato in grado di cestinare le politiche zapateriane almeno in materia di aborto, potete ben immaginare l’incredulità dei progressisti alle sollevazioni francesi. Ma la Francia non è solo Robespierre, è anche Vandea, Carlo Martello, Giovanna d’Arco e San Remigio, spesso questa Francia non è presente nell’immaginario collettivo.
Ricordate che le truppe dei califfi ante-isis furono fermati a Poitiers.
Vero, ma a nche la Francia, quando cercò una sua egemonia persojale, hacprodotto danni. Anche da regno cristianissimo ( Filippo il Bello, Angioini, Francesco I, Luigi XIV). Sul ruolo deterrente verso i tedeschi niente da eccepire, ma ora pensa di farlo con un asse Parigi- Berlino di mutuo soccorso a scapito del resto della Ue.
Non sono i caso isolati o qualche cellula terrorisrtica, il problema: sono gli islamici, che in Itlia non c’erano trentanni fa e che ci sono stati imposti in maniera massiccia con le politiche immigrazioniste patrocinate da Ue e O.N.U. che stanno balcanizzando l’Italia e libanizando l’Ue.
Quando sento, per es., un’esponente dellas Nuova Destra, Sveva Belviso, dire che non possiamo ‘appiattire’ l’Islam sul terrorismo perché in Italia gli islamici sono già due milioni, il discorso è chiaro: di fatto, abbiamoabdicvato ala niostra soivrsnità e quindi, alle nostre libertà. Non si può scherzare con gli islamici e sull’Islam se loro non sono d’accordo – Charlie Hebdo insegna -; e non si può dire sul serio NO a moschee o altra immigrazione; e la legalità è soggetta a deroghe pro-migranti.
Quindi, tutti i i Partiti – Lega esclusa – anche i partiti ‘identitari’, sono per la resa su tutta la linea: vale per il Pd come la Destra nuova e antica. Tocca a noi mobilitarci per dire NO e chiedere un referendum sullo jus soli: perché non si tratta di dare la cittadinanza a poche centinaia di stranieri, ma di fare di noi stessi – entusiasticamente, per giunta, a sentire il regime a Pensiero UNico immigrazionista: vedi le lezioni di “cultura” e di “educazione civica” che i politici vorrebbero dare ai cittadini che, gran maleducati!, li eleggono; vedi la spocchia insopportabile con cui la casta intellettuale, dall’alto dei suoi attici e delle direttive che gli garantiscono prebende e la cooptazione nel sistema mediatico, tratta gli eroici italiani del Veneto, della Liguria e della Lombardia che si ribellano all’immigrazione (della mia Sicilia ne parlerò quando avrò più tempo: è una storia molto interessante e davvero, davvero esemplare…) – una minoranza nel nostro Paese. In qualunque club si voterebbe per l’ammissione di nuovi iscritti in misura tale da stravolgere i rapporti di forza o per l’abolizione delle regole d’accesso: e l’Italia non è la Pro-Loco.
NO ALL’IMMIGRAZIONE!
NO ALLO JUS SOLI!
La Francia è divenuta negli ultimi anni totalmente insignificante il che è veramente contro la sua natura e storia perlomeno in Europa. È lo scarso peso della Francia ad aver fatto prendere la bilancia verso la Germania in Europa. Eppure la Francia ha avuto dei momenti di revanche per esempio con la campagna vittoriosa in Mali dove ha spazzato via i folli satanisti dalle antiche città di Timbouctou a Nord. Un altro momento è stato il sussulto nazionale dopo la strage di Charloe Hebdo. I francesi sono tranquilli per il momento ma la loro indole è ben diversa e non continueranno sulla strada del declino stile “basso impero” a lungo. Il problema principale della Francia sono da anni le banlieues queste enclave nel suo stesso territorio: la presenza di sans-papiers e di criminalità a bassa intensità è stata tollerata a lungo fino alla sua marcescenza attuale. Questa emergenza interna è una minaccia alla sicurezza nazionale e impedisce al paese di muoversi con serenità e indipendenza sullo scenario internazionale.
Importante notare le tendenze interne alla Francia, soprattutto se in confronto a Spagna da un lato e Italia dall’altro. Nonostante la Francia sia strettamente laica a volte anti-clericale e con elevate percentuali di “liberi pensatori” in linea con la sua storia illuminista, in Francia esiste un nutrito gruppo di tradizionalisti cattolici e non emersi nelle contestazioni al “mariage pour tous”. Molti amici di sinistra si scandalizzarono all’epoca perché dicevano si sarebbero aspettati qualcosa del genere in Spagna o al limite in Italia ma nella Francia dei “philosophes”! Ma se persino nella (ex-)cattolicissima Spagna Rajoy non è stato in grado di cestinare le politiche zapateriane almeno in materia di aborto, potete ben immaginare l’incredulità dei progressisti alle sollevazioni francesi. Ma la Francia non è solo Robespierre, è anche Vandea, Carlo Martello, Giovanna d’Arco e San Remigio, spesso questa Francia non è presente nell’immaginario collettivo.
Ricordate che le truppe dei califfi ante-isis furono fermati a Poitiers.
L’accoglienza non può essere forzata per definizione, l’unico obbligo di accoglienza che conosco è quello che fanno le carceri e non credo possa essere una soluzione.
Può entrare nelle chiese CHIUNQUE, membri di sette saaniche in primis. è ora di SMETTERLA. Bisogna obbligare all’accoglienza. Solo così si può davvero fare entrare in una Comunità con la C maiuscola, essere capiti, seguiti e ascoltati, e senza queste situazioni da cui nessuna parrocchia è esente.
Ma di che accoglienza obbligata parli?
Gioele, anch’io non ho capito cosa vuoi dire con il tuo intervento. Mi fai capire?
obbligare all’accoglienza è prevaricazione, così come obbligare allo scempio multiculturale, all’immigrazione stracciona, allo jus soli
Nel frattempo, da noi, la politica discute di come imitare il più possibile la Francia nell’aiutare questi stessi figuri a tirar su centri di reclutamento e di indottrinamento all’odio e sulla via più breve per concedergli la cittadinanza, in modo che dopo non possiamo neppure espellerli.
In compenso i cosiddetti “islamici moderati” (figura retorica sempre più evanescente), se ne stanno buoni e zitti, non sia mai che denuncino pubblicamente un loro confratello, neppure delinquente della peggior specie. Al massimo mugugnano perché gli hanno soffiato un’area fabbricabile, ma tanto l’obiettivo finale degli uni e degli altri è lo stesso: la cancellazione di chi non la pensa come loro.
Per inciso, è lo stesso obiettivo dei politici loro sodali, che però non si accorgono che anche loro presto o tardi finiranno nello stesso calderone.
Sebastiano , politici loro sodali dici? I primi che si convertiranno all’islam quando questo sarà ben radicato in Europa saranno proprio politici, ricchi banchieri, laici, radicali e atei di ogni risma e gradazione; ricordiamoci, così fu alla presa di Costantinopoli e così sarà alla presa delle capitali europee. Certo il disegno ultimo di questa islamizzazione o comunque deculturalizzazione dell’Europa non è ancora ben comprensibile ma è ben evidente che deve andare così. Fatto sta che l’unica ancora che dovrebbe agire non solo non agisce ma non parla neanche, insomma uno sprofondamento totale che, da studioso di antichità, non riesco a rintracciare in nussuna altra cultura dal punto di vista temporale e spaziale. Forse quello che stiamo vivendo, parlo soprattutto per i cattolici, è veramente un preambolo dell’inferno in terra.
Non per sbadataggine… per disegno divino.