La domanda dell’Innominato in Piazza San Pietro

Di Giancarlo Giojelli
07 Maggio 2025
Nella mente del cronista rimangono impressi i volti della gente che passa per il Vaticano per una preghiera o solo per curiosità. Con lo stesso interrogativo che s'agitava nell'animo del personaggio manzoniano
Piazza San Pietro, Città del Vaticano (Foto Ansa)
Piazza San Pietro, Città del Vaticano (Foto Ansa)

Caro direttore, la Messa pro eligendo romano pontefice è iniziata alle dieci. La gente la segue dai grandi schermi allestiti sulla piazza, molti guardano con curiosità il comignolo allestito sopra la Sistina, dove è iniziato il conclave. Da lì verrà l’annuncio che è stato o non è stato eletto il Papa e nessuno può dire quando; si possono fare solo previsioni o congetture. Nessuno potrà dire nulla fino ad allora: è finito l’assedio dei cronisti che in questi giorni hanno aspettato i cardinali che giungevano in Vaticano per le congregazione. Si è cercato di capire da poche battute e da molti silenzi quello che accadrà e soprattutto uno o più possibili nomi. Ne sappiamo meno di prima.

Certo, ci sono sensibilità diverse, anche molto diverse, tra i cardinali, del resto anche la liturgia cita la “multiforme sapienza” dello Spirito. La Messa è il vero e unico momento di totale unità per chi crede. La preghiera di Cristo allo spezzare del pane è che i cristiani siano una cosa sola come una cosa sola è la Trinità.

Per ora le note sul taccuino del cronista sono i volti di questa piazza: gente da tutto il mondo, che parla lingue diverse. C’è chi prega e chi è qui solo per curiosità. Chi per caso, attratto dal movimento di altra folla finora estranea. Qualcosa però li unisce e vengono in mente le parole che Alessandro Manzoni fa pronunciare all’Innominato che dal suo castello vede la gente che corre all’incontro con il cardinale Federico: mille rivoli, persone diverse tutte pervase da una simile quanto strana e inspiegabile allegria e l’Innominato si domanda: cosa c’è di buono in questo maledetto paese? Forse tra un po’ lo sapremo anche noi.

Giancarlo Giojelli

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