La bellezza disarmata di quei volti (del Suo volto) e la nostra mestizia chic
Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Boris è un essenzialista, roba tipica dei russi. Non sopportano i quieti sentieri. Ad esempio, due esempi. Su Repubblica del 18 settembre c’erano due pagine una di fronte all’altra le quali fornivano un unico racconto attraverso le fotografie che ormai in tutti i quotidiani pesano immensamente di più dei reportage che nessuno ha voglia di leggere. C’era una immensa immagine di profughi siriani. I volti tesi, protesi verso la vita. Tutto urlava vita, desiderio, amore, disperazione negata perché gli uomini e le donne non possono sedersi sulla disperazione. Nessuna voglia di morire. Volontà più forte della volontà di quelli che li vogliono fermare in nome di un modesto e abbastanza sderenato status quo. E la fotografia li osserva non riuscire a spezzare il cordone di polizia, ostilità, barriera, indifferenza. Non ce la fanno. Ma scommetto che non riusciranno a seppellirli. Gli ungheresi? I croati? No: noi non ci riusciremo. La loro volontà-desiderio di vita è più potente della volontà loffia di chi al massimo spera di vivacchiare.
In continuità casuale ma inesorabile con questa visione, ecco una pubblicità a pagamento inconsapevole di essere in perfetta corrispondenza con l’immagine accanto. Era la fotografia con un ragazzo magro e pensoso vestito splendidamente di grigio di una marca di abiti à la page, di cui non dico il nome perché non serve. Quello siamo noi, quelli sono i desideri dei lettori normali di un quotidiano borghese che si pensa progressista. Una tristezza da pomeriggio con aperitivo, nessuna anima, anzi sì: l’“animula vagula blandula” di Adriano, l’imperatore romano intelligentissimo, che non sapeva che farsene né dei barbari né di quel baluginio di presenza cristiana che fermentava tra le plebi, ma anche nel suo stesso palazzo. Discorreva di conquiste e amori sfatti come rose spampanate, chiamava filosofi a rendere più soffice e interessante la sua mestizia. Noi no, per favore no.
[pubblicita_articolo allineam=”destra”]Secondo esempio. Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera, con quel nitore di prosa che lo contraddistingue come uno tra i rarissimi giornalisti davvero curiosi dell’altro, intervista don Julián Carrón, successore di don Giussani, per presentare il suo primo libro italiano. Chi legge questa rubrica lo sa: è La bellezza disarmata, edizione Rizzoli. Carrón – se capisco giusto – nel coraggioso e per me rivelatore volume e nell’intervista ha per scopo quello di sgombrare il campo dinanzi all’incapacità ormai palese della ragione post-cristiana di comprendere i termini stessi dei valori nati dal cristianesimo. Dice: amici, guardate il volto di Cristo, scorgete l’Ecce Homo ferito e silenzioso, e fermatevi un momento rispetto a tutte le contese etiche, storiche e persino antropologiche che affannano oggi la scena del mondo. La domanda decisiva ha risposta in Lui, e la risposta umilissima e vera è comunicata da testimoni inermi. La questione delle unioni omosessuali, dei divorzi, persino della identità culturale dell’Occidente viene un istante dopo lo sguardo a quel Dio presente, a quella bellezza disadorna e così umano-divina (Solov’ëv). Ebbene, il titolo del Corriere invece inesorabilmente somiglia alla fotografia non dei profughi, ma a quella pubblicità incolpevole di Corneliani (al diavolo il mio proposito di non nominare la premiata ditta) e il titolo la sposta esattamente su un tema (le unioni gay) che non è precisamente quella domanda che sta impressa nel volto dei profughi e in quello nostro che li guarda.
Come sfuggire a questa morsa che tutto deforma e che cerca di farci dimenticare la domanda essenziale?
Cristo cosa faceva? Péguy rispondeva: faceva il cristianesimo. Prima o poi, se Dio vuole, la goccia cava la pietra.
Foto Ansa/Ap
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6 commenti
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La teoria del gender è esattamente come la teoria dell’accoglienza forzata!
Chi non capisce cosa ci sia di male nel proporre alle scuole il “rispetto delle differenze di genere” deve capire che è come se a scuola imponessero, in questo periodo storico di immigrazione i massa, dei corsi sull’antirazzismo e sulla bellezza dell’accogliere i profughi…niente di male, tutti bei principi…ma tutti bei principi che vogliono farci ingoiare il rospo (matrimoni gay e invasione) sotto la bandiera del rispetto delle diversità!
La vera bellezza disarmata sono le Sentinelle
” Carrón – se capisco giusto – nel coraggioso e per me rivelatore volume …..dice: amici, guardate il volto di Cristo, scorgete l’Ecce Homo ferito e silenzioso, e fermatevi un momento rispetto a tutte le contese etiche, storiche e persino antropologiche che affannano oggi la scena del mondo. La domanda decisiva ha risposta in Lui, e la risposta umilissima e vera è comunicata da testimoni inermi. ”
Se è questo il senso del libro allora è bellissimo.
Tra i testimoni inermi io ci vedo innanzitutto oggi le Sentinelle che in questi giorni sono presenti in varie piazze d’Italia, e tutti coloro che hanno cercato invano di salvare la vita a Eluana Englaro e chi difende la vita in generale da decenni….
Questi , insieme ai profughi siriani, rappresentano la vera Bellezza disarmata.
Sanno di non poter ottenere nulla politicamente, eppure testimoniano ciò in cui credono in modo disarmato e bello.
E’ un martirio bianco , non nel senso moralistico o eroico del termine, ma metodologico.
Come i primi martiri cristiani , ad esempio S.Tropez martire toscano sotto Nerone, I secolo d.C., non poteva per nulla immaginare né avere certezze sulla utilità pratica del suo martirio, assieme a S.Lino. S. Cleto, S.Callisto, S,Sebastiano,S. S.Ignazio, S.Cecilia, S .Perpetua e Felicita ,e tanti altri, non potevano neanche minimamente immaginare o sapere che due secoli dopo sarebbe arrivato un certo Costantino a dare libertà ai cristiani, e non avevano nessuna idea circa l’utilità immediata, politica , del loro martirio, così oggi le Sentinelle testimoniano in piazza con lo stesso metodo, totalmente disarmati anche di certezze utilitaristiche.
Don Giussani diceva che il valore di un gesto non è definito dall’esito immediato.
Putroppo Carron quando parla di Eluana nel libro (e nella posizione assunta per il 20 maggio…) sostiene invece che le manifestazioni fatte per salvarle la vita sono state frustrazioni in quanto non sono state seguite dal risultato politico e che sembra di capire dal suo discorso, sarebbe meglio evitarle. (a parte che nel caso di Eluana il risultato politico c’è stato, il DDL del governo, peccato che Napolitano non abbia voluto firmarlo…, primo e unico caso nella storia d’Italia in cui un Presidente non firma un atto del governo…)
Come dire che i martiri cristiani quando non erano certi della utilità politica del loro gesto avrebbero fatto meglio a evitare questa frustrazione .
Ma mai nessun martire è stato certo dell’esito terreno positivo del suo gesto, anche nei secoli successivi : pensiamo a S.Tommaso Moro , al vescovo Fisher e ai Certosini : ancora oggi l’Inghilterra è anglicana, pensiamo ai tanti martiri della Rivoluzione Francese : ancora oggi c’è un anticlericale come Hollande.
Il titolo del libro è bellissimo, ma non è vero che tutte le evidenze di cristianità sono scomparse : basta andare in piazza con le Sentinelle per vederle, vera bellezza disarmata. E spero di aver mal interpretato nello specifico quello che Carron intende quando parla di frustrazione nella testimonianza, pronto (come spero e mi auguro per l’affetto e la stima che ho per don Carron), di ricredermi.
Chiedo scusa, non nel libro Bellezza disarmata, ma nell’intervista a Libero del 17 settembre 2015 Carron parla di frustrazione dei movimenti pro life ecc…
Nel libro dove parla di Eluana a pagina 38 invece ci sono passi molto belli…belli come quando nel 2008 a Lecco disse che la vita anche se debole e fragile appartiene a un Mistero…perché non continua a dirlo invece di m prendersela con i pro life ? Cosa è successo dopo il 2008 ?
Bei pensieri, Fabio. C’è una cosa che non riesco a capire, e cioè: come si può ritenere che un cristiano DEBBA o NON DEBBA assumere atteggiamenti fondamentali scaturiti dalla forte Fede della propria anima…Scusi, CArron, parla una nullità che sarei io…Il Signore apprezza le buone intenzioni, la coerenza dell’anima col credo, con la Grazia che abita in lui, senza SE e senza MA!, l’esito, la conseguenza delle azioni dei cristiani le possiamo solo immaginare, ma non ci interessano -gli esit-i piu’ di tanto! La storia, gli eventi, sono nelle mani di Dio! Ci piacerebbe un bel Paradiso in terra, ma non è in nostro potere: noi possiamo fare “solo” la nostra parte, coerenti, ferventi, poi Dio farà il resto, sempre secondo la Sua Onniscienza, no? Si potrebbero citare tanti episodi del Vangelo di persone coerenti che hanno agito secondo la loro coscienza buona, cristiana, senza badare a un bel niente, per esempio la coerenza di San Giovanni Battista che ci ha rimesso la testa, conversione o non conversione di Erodiade o no! Se vi stufo basta che me lo dite…..
@Fabio
Anche le Sentinelle – e in genere i prolife – indicano qualcosa di bello, cioè che sull’ideologia del gender e sulla vita si può ancora testimoniare senza fare la fine del pagliaccio di Kiekegaard. Ma allo steso modo è indubitabile anche come queste manifestazioni non tesimonino l’essenziale, cioè che Dio ci ama così come siamo, e che solo questo è il Bello (maiuscolo) che salva la vita delle persone: infatti i martiri e santi che hai citato erano segno dell’amore per Cristo, sono morti a causa della loro fede in Gesù Cristo non per una posizione etica. Quindi il lavoro delle Sentinelle è più o meno utile a seconda delle circostanze, ma non va all’essenziale. Suggerisco la meditazione di questa bellissima intervista del Foglio a Don Ciccio Ventorino dello scorso anno, quindi a poca distanza dalla sua morte.
http://www.ilfoglio.it/articoli/2014/02/26/il-prete-di-cielle-che-ama-francesco-e-tenta-di-spiegarcelo___1-v-92248-rubriche_c270.htm
Cisco non riesco a capire.Lo scopo delle sentinelle non è quello di convertire i cuori ma impedire leggi ingiuste,intento che evidentemente nasce da cuori retti.vale per decine di altre realtà con cui l uomo si impegna quotidianamente. L Essenziale si manifesta in molti modi e certo non lo si conosce solo stando in poltrona a meditare la parola di Dio o gli esercizi (bellissimi)di carron.non riesco a vedere nessuna contrapposizione tra la ricerca sincera dell essenziale e -anche in virtù di questa ricerca-il mettersi in gioco lì dove siamo chiamati,magari insieme ad altri uomini di buona volontà e nonostante gli esiti che tra l altro,non essendo noi Dio,ci sono inconoscibili.