L’Ue ha promesso «tre miliardi di alberi entro il 2030». Siamo a tre milioni

Di Leone Grotti
27 Giugno 2022
Il piano della Commissione europea per combattere il cambiamento climatico va molto a rilento. E potrebbe essere un bene per l'ambiente
Giovani in Italia piantano nuovi alberi

Giovani in Italia piantano nuovi alberi

La Commissione europea ha promesso nel maggio 2020 di far piantare in tutta l’Unione tre miliardi di alberi entro il 2030 per combattere il cambiamento climatico, aumentare l’area di territorio ricoperta da foreste e frenare la perdita di biodiversità. Dopo due anni l’Ue ha piantato neanche tre milioni di alberi, meno cioè dell’1 per cento dell’obiettivo stabilito. Nei prossimi sette anni e mezzo, dunque, Bruxelles dovrà aggiungere ancora 2.997.053.895 alberi.

Gli alberi piantati fino ad oggi nell’Ue

Virginijus Sinkevičius, commissario europeo all’Ambiente, ha spiegato che per raggiungere l’obiettivo bisogna aggiungere ai 300 milioni di alberi che crescono in media ogni anno nell’Ue altri 300 milioni. «Siamo sulla buona strada», ha recentemente dichiarato.

Ma i numeri dicono altro. Nel 2020 sono stati piantati un milione 402 mila e 568 alberi, ovvero 298 milioni 597 mila e 432 in meno dell’obiettivo prestabilito. Nel 2021 l’Ue ha fatto ancora peggio, piantando “solo” 1,2 milioni di alberi in più. Mentre dall’inizio dell’anno ad aprile, sono stati aggiunti appena 112.342 alberi.

La strategia dell'Ue, che prevede tre miliardi di alberi entro il 2030, va a rilento
In verde gli alberi piantati dal 2020 (neanche tre milioni), in grigio quelli ancora da piantare per raggiungere l’obiettivo di tre miliardi

Bene Italia e Francia, malissimo la Germania

È evidente che non tutti i paesi europei hanno preso sul serio la “mission” della Commissione. Gli Stati che si sono impegnati più di tutti sono la Repubblica ceca, seguita da Francia, Italia, Spagna e Portogallo.

Se Slovacchia, Ungheria, Grecia, Polonia, Austria, Svezia, Finlandia e i paesi baltici non hanno aggiunto neanche una pianta, c’è chi ha fatto qualcosa solo per non rimanere formalmente a secco. Come la Germania, che si è fermata a quota 10.

Gli alberi fanno bene all’ambiente? Dipende

Se da un lato è evidente che l’iniziativa della Commissione è stata per lo più ignorata, dall’altro esistono anche problemi concreti di natura ambientale per giustificare l’inazione dei Ventisette. Come scriveva in un’analisi su Tempi Rodolfo Casadei, infatti, «piantare alberi indiscriminatamente, perseguendo obiettivi puramente quantitativi, fa più male che bene all’ambiente, e a volte anche molto più male. Gli esempi nel mondo sono già centinaia. Se si piantano miliardi di alberi alle alte latitudini di paesi come la Russia e il Canada, si alimenta il riscaldamento globale anziché contrastarlo, perché le aghifoglie e le chiome scure delle piante che crescono a quelle latitudini diminuiscono l’effetto albedo, cioè favoriscono l’assorbimento del calore solare anziché il suo respingimento da parte della steppa o della tundra».

E ancora: «Se si piantano alberi là dove ci sono paludi e savane, si sconvolgono ecosistemi che si sono costituiti nel corso di milioni di anni, e così si perde biodiversità».

I disastri della Cina

Non solo: «Se si piantano gli alberi sbagliati nelle aree desertiche (come ha fatto molte volte la Cina) si svuotano le falde freatiche e si peggiora la siccità; se si piantano le piante sbagliate nelle grandi città, – il salice anziché il frassino, la quercia rovere anziché la betulla, il pioppo anziché l’acero – non si migliora la qualità dell’aria urbana, ma la si peggiora».

Se avesse rispettato i piani, l’Ue al giugno 2022 avrebbe dovuto piantare 750 milioni di alberi. Ne ha piantati poco meno di tre milioni. E forse è andata bene così.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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