
L’Ucraina è senza difese aeree? Anche la Nato

Se c’è una cosa che la guerra in Ucraina sta insegnando al mondo intero è l’importanza della difesa aerea per respingere gli assalti del nemico. Kiev continua a chiedere ai paesi Nato sistemi missilistici di difesa e munizioni per fronteggiare gli aerei, i missili, i droni e le bombe plananti dei russi. Ma la realtà, rivelano studi condotti dall’Alleanza e visionati dal Financial Times, è che la Nato in questo momento non può nemmeno difendere se stessa.
«La difesa aerea è un punto debole della Nato»
Se infatti i paesi dell’Europa centrale e orientale appartenenti all’Alleanza venissero attaccati, la Nato al momento potrebbe garantire «meno del 5 per cento delle capacità di difesa aerea necessaria». Come dichiarato da un funzionario della Nato al quotidiano britannico, «la capacità di difenderci dai missili e dai raid aerei era una delle componenti principali del piano di difesa dell’Europa orientale da un’eventuale invasione. Ma al momento, non ce l’abbiamo».
«La difesa aerea è uno dei nostri principali punti deboli», afferma un diplomatico dell’Alleanza. «Non possiamo negarlo».
L’unità europea si infrange sullo scudo antimissile
Se le difficoltà dei paesi Nato a fornire sistemi di difesa aerea rappresentano un problema serio per Kiev, ancora più preoccupati sono la Polonia e i paesi baltici. In realtà, la difesa aerea è anche uno dei terreni su cui da anni ogni progetto europeo di difesa comune si infrange.
La Germania infatti, picconando l’unità dei Ventisette, propone da almeno due anni di sviluppare uno scudo antimissile europeo (Essi) sfruttando l’Iris-T Slm di produzione tedesca, i Patriots americani e l’Arrow-3 israeliano.
Il progetto, sostenuto in totale da 17 Stati, è invece avversato con determinazione da Francia, Italia e altri paesi che hanno sviluppato insieme una nuova versione del sistema di difesa aerea terra-aria Samp/T.
Anche il Regno Unito è indifeso
La litigiosità dei paesi europei, che cercano di farsi le scarpe a vicenda, non fa che peggiorare una situazione già preoccupante e aggravata dalle lezioni che si possono trarre dalla guerra in Ucraina. La difesa aerea non deve più fronteggiare solamente missili a corta, media o lunga gittata, ma anche armi molto meno sofisticate e iper-economiche, come droni e bombe plananti, in grado però di fare danni enormi.
Non è solo un problema dell’Europa continentale. «Anche le capacità di difesa aerea del Regno Unito sono completamente inadeguate a fronteggiare un attacco, spiega Jack Watling, ricercatore presso il think tank Royal United Services Institute di Londra.
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