

Parlamentari e giuristi sono sul piede di guerra in Kuwait dopo la diffusione della notizia secondo la quale una municipalità della capitale del paese arabo ha approvato la concessione di terreni per la costruzione di nuove chiese.
«CONTRO LA SHARIA». Ahmad al-Manfoohi, direttore della municipalità Madinat al-Kuwait di Kuwait City, ha comunicato la notizia ai giornali locali, riporta Fides. Le proteste non si sono fatte attendere. Secondo il giurista Ahmad al-Azemi, il Parlamento deve opporsi perché la concessione «contraddice la sharia». Poiché l’islam è la religione ufficiale del paese, è il ragionamento, non possono essere costruiti luoghi di culto non islamici.
[pubblicita_articolo allineam=”destra”]DUE CHIESE. In Kuwait esistono due chiese (in alto una delle due nella capitale) e vengono recitate Messe il venerdì e la domenica pomeriggio per i pochi cattolici, tutti lavoratori immigrati provenienti principalmente dal Sud-est asiatico. Nell’emirato islamico è concessa libertà di culto, come ricordato a tempi.it dal vicario apostolico dell’Arabia del Nord, Camillo Ballin, ma non c’è libertà religiosa. Convertirsi al cristianesimo dall’islam, infatti, è vietato.
IL PRECEDENTE. Non è la prima volta che esplodono movimenti contro la costruzione di chiese nella Penisola arabica. Sempre in Kuwait, nel 2012, il ministro degli Affari islamici aveva dato la sua approvazione perché venisse concesso un terreno alla Chiesa per costruire un nuovo edificio di culto. Quando la notizia arrivò in Parlamento, la reazione dei fondamentalisti fu così violenta che venne mandata un’ambasciata in Arabia Saudita per sentire il parere del Gran Muftì Sheikh Abdul Aziz bin Abdullah.
«DISTRUGGETE TUTTE LE CHIESE». La sua risposta fu inequivocabile. Citando il profeta Maometto, disse che nella Penisola arabica può esserci solo una religione: l’islam. Non solo, dunque, il Kuwait doveva impedire la costruzione di chiese ma doveva demolire quelle già esistenti perché «tutte le chiese nella Penisola arabica devono essere distrutte». Oggi la storia si ripete, la speranza è che l’esito possa essere diverso.
Foto Ansa
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In compenso noi accettiamo che vengano costruite moschee con i soldi che provengono da questi invasati.
Naturalmente l’islamicamente corretto ha già messo la museruola agli urlatori dei diritti. E la cosiddetta “maggioranza silenziosa” dei “musulmani moderati” nostrani, ride di gusto.
In silenzio, ma ride.
Infatti Sebastiano, ma un domani le cose potrebbero cambiare .Dei governi patriottici imporrebbero la reciprocità, niente Chiese nel mondo islamico? Allora niente moschee dalle parti nostre !IL rispetto o è una cosa reciproca o è solo un calarsi le brache , come stanno facendo le attuali classi dominati occidentali.
E’ che sperano che dando il buon esempio gli altri facciano lo stesso e dicano :”Beh!, anche noi dovremmo fare lo stesso”.
Alla volta.
Dei governi seri chiederebbero reciprocità, se volete Moschee in Europa, fate costruire liberamente Chiese nel Paesi islamici, ma con questi governanti senza pa..e……..