Era soltanto un bambino in viaggio col padre ingegnere navale quando vide Trieste per la prima volta. Oggi Jannis Kounellis ha 77 anni e una lunga carriera alle spalle fatta di sette partecipazioni alla Biennale di Venezia, di istallazioni presenti nei musei di tutto il mondo – dallo Stedelijk Van Abbemuseum di Eindhoven alla Tate Modern di Londra, dallo Stedelijk Museum di Amsterdam al Museo Pecci di Prato -, di animali vivi protagonisti delle sue creazioni più riuscite – come i cavalli di un’opera del 1969 realizzata presso la galleria L’Attico di Roma-, di iniziative che hanno coinvolto anche danzatori e musicisti. Protagonista, dal prossimo 7 settembre, di una retrospettiva presso il Salone degli Incanti / Ex Pescheria della città friulana, l’artista di origini greche realizza una grande messa in scena che celebra il connubio tra mare, coraggio e operosità.
Dal titolo Kounellis, la mostra, che resterà aperta fino al 6 gennaio 2014, si delinea attraverso pietre e corde, resti di barche di legno, materiali poveri che raccontano al visitatore l’intensità e la sacraliàt delle storie dei naviganti che lottano, amandolo, contro le forze inarrestabili del mare. Al centro, come una sorta di cuore dell’intero allestimento, un vecchio banco del pesce, in pietra, da cui si dipartono, come vertebre di una lunga spina dorsale, relitti di vecchie imbarcazioni. Piovono dall’alto, come lacrime pesanti, pietre di varie dimensioni, l’incombenza di una cupezza interminabile.