Il primo ministro del Consiglio Nazionale Transitorio libico, Mahmoud Jibril, ha ribadito che nel Paese nord-africano si dovrebbe andare alle urne entro otto mesi, come è da tempo nei programmi, allo scopo di eleggere la Conferenza Pubblica Nazionale, un’assemblea formata da duecento membri che avrà il duplice compito di redigere la futura Costituzione, da sottoporre poi a referendum, e di nominare un nuovo governo ad interim.
Jibril ha sottolineato tuttavia che al momento la priorità consiste invece nell’eliminare le troppe armi in circolazione, così da ripristinare l’ordine e la stabilità necessari. «Le prime elezioni» ha spiegato il premier, a margine dei lavori del World Economic Forum cui sta partecipando in Giordania, «dovranno avere luogo entro un periodo massimo di otto mesi, per dare vita a un Congresso Nazionale, una sorta di Parlamento».
Il governo provvisorio che si insedierà successivamente «resterà in carica fino alle presidenziali» ha aggiunto. Negli ambienti insurrezionali non c’è tuttavia completa unità di vedute, e con il passare dei giorni emergono divergenze su svariati aspetti della transizione: ieri, per esempio, l’attuale ministro del Petrolio del Cnt, Ali Tarhouni, aveva osservato che per la stesura della nuova Costituzione «si andrà oltre gli otto mesi» originariamente preventivati.
Intanto, è stato annunciato che non verrà fatta nessuna autopsia sul corpo di Muammar Gheddafi. In giornata a Misurata è atteso il comandante in capo delle forze insurrezionali, Abdelhakim Belhaj, perché prenda visione delle spoglie di Gheddafi e del figlio Mutassim, il cui corpo è stato frattanto deposto accanto a quello del padre, in una cella frigorifera del bazar cittadino. Quanto al presidente del Consiglio Nazionale Transitorio, Mustafa Abdel Jalil, «non è venuto ieri e non verrà oggi, per il momento non è nemmeno previsto che venga» ha tagliato corto il portavoce.