Italia senza libertà di educazione. «È l’ora delle scelte coraggiose»

Di Benedetta Frigerio
25 Maggio 2016
Presentato alla Camera un rapporto che mostra come il nostro paese sia arretrato sulla libertà educativa. Come dimostra anche il caso delle scuole paritarie di Ferrara

L’Italia al 47esimo posto al mondo, fra Messico e Indonesia, per libertà di educazione. Mentre a Ferrara si riapre la discussione sul pagamento dell’Imu da parte delle scuole paritarie, oggi alla Camera dei deputati Agesc, Cdo Opere educative, Confap, Fidae e Fism presentano il rapporto globale 2015/16 sulla “Libertà di educazione nel mondo” stilato dalla Fondazione Novae Terrae. «La mancanza di parità reale fa sì che il nostro sistema scolastico sia fra i più costosi e i meno competitivi. Ci manca solo l’Imu, che farebbe chiudere le paritarie con un costo ulteriore per lo Stato», spiega a tempi.it il presidente di Agesc, Roberto Guantero.

Cosa dite oggi alla Camera, in rappresentanza di oltre 13 mila scuole paritarie e di un milione di famiglie?
Non parleremo solo in loro nome, ma anche di quanti vorrebbero poter scegliere la scuola che preferiscono ma non possono farlo perché lo Stato non li sovvenziona. L’Italia, infatti, non ha mai applicato davvero la legge 62/2000 in cui si riconosce la parità fra scuole statali e non statali. Ogni alunno delle statali costa 6 mila euro, mentre delle paritarie 3 mila, circa la media della retta pagata dalle famiglie. Se questa fosse a carico dello Stato, molte più persone potrebbero accedere alle paritarie con un risparmio del 50 per cento per le casse pubbliche. Già ora, sebbene ciò non avvenga, come si evince dalle stime che presentiamo alla Camera, gli studenti delle paritarie fanno risparmiare allo Stato 6 miliardi e 234 milioni, che sono a carico delle famiglie.

Perché questo sistema abbassa la qualità della scuola?
All’estero, come in Francia, dove lo Stato paga gli stipendi ai professori della scuola paritaria, ma anche in Spagna e in Germania, dove il sistema scolastico è davvero libero, la competitività cresce. Il risultato è che i loro studenti si posizionano sempre ai primi posti nei concorsi internazionali, mentre gli italiani sono in fondo alle classifiche. Anche per questo l’emigrazione scolastica cresce. Un altro fatto che dimostra che, anziché imitare i paesi virtuosi, preferiamo rimanere arroccati su posizioni ideologiche.

Chiedete allo Stato di riconoscere il primato educativo della famiglia eliminando ogni curriculum che non abbia a che vedere con le sue competenze. Per quale via?
La scuola si è riempita di progetti extracurriculari senza il consenso dei genitori, che al massimo vengono avvisati quando ormai la dirigenza ha deciso di adottarli. Questo è il modo migliore per imporre un pensiero unico, ad esempio introducendo l’ideologia gender, usurpando così la famiglia del ruolo educativo che le spetta. Quello che chiediamo è che il ministero dell’Istruzione detti delle linee guida chiare che sanciscano l’obbligo di partecipazione delle famiglie nella scelta delle attività, ad esempio riformando gli organi collegiali che da trent’anni sono sempre gli stessi.

Il governo, però, ha riconosciuto per la prima volta un sussidio di mille euro agli studenti disabili delle scuole paritarie.
È meglio di niente. Ma ci chiediamo: “È sufficiente?” E inoltre: “Quando arriveranno?”. Speriamo che ci sia data una risposta.

A Ferrara si è riaperta la questione legata al pagamento dell’Imu, dopo la sentenza della Cassazione che l’anno scorso diede ragione al Comune di Livorno cui le paritarie avrebbero dovuto pagare la tassa. Come affronterete il tema?
Diremo che lo Stato deve fare scelte coraggiose. Se davvero vuole risparmiare non può far pagare l’Imu alle paritarie. Molte di queste, infatti, chiuderebbero costringendo all’apertura di nuove scuole statali i cui costi supererebbero gli incassi della tassazione. Ecco perché non solo siamo in linea con monsignor Luigi Negri (l’arcivescovo ha scritto una lettera aperta a Matteo Renzi, ndr) ma anche con il sindaco (Pd) di Ferrara che gli ha dato ragione esattamente per le ragioni da noi spiegate.

Foto Ansa

@frigeriobenedet

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7 commenti

  1. Serpe

    Le scuole pubbliche sono politicizzate e in mano alla sinistra, per cui è molto più semplice “educare” i futuri cittadini al modello sociale di sinistra: multiculturalismo, famiglie arcobaleno e ideologia gender, eugenetica ed eutanasia, ecc.

    Non è evidentemente una questione di costi, ma di poter influenzare la formazione socioculturale dei prossimi elettori.
    Per controllare il popolo bisogna controllare le scuole…

    1. Menelik

      E rincaro la dose: a quella lista ti sei dimenticato di metterci anche la droga libera.
      Una volta c’erano riunione di più classi in aula magna in cui un medico ed un poliziotto parlavano delle droghe con l’esperienza di chi ci è coinvolto professionalmente: di solito il medico era un dottore del SERT con un graduato dell’Antidroga, PS o Carabinieri.
      E’ da qualche anno che sono spariti.
      O che improvvisamente si sono accorti che la droga fa bene specialmente agli adolescenti, o qualcuno in alto ha intenzione di preparare il campo per la legalizzazione?
      Quest’anno un solo intervento anti-droga, alle 8 e mezza di sera, dunque zero studenti diretti interessati, pochissimi genitori, pochissimo personale scolastico.
      Il solo medico del SERT con un carabiniere.
      Intanto quest’anno in un’aula abbiamo avuto alcuni svenimenti, e quelli del Pronto Soccorso hanno detto che sono strani, di solito gli svenimenti hanno parametri fisici diversi, questi sarebbero dubbi, non hanno escluso causati da tossicosi da qualcosa di sconosciuto.
      I parassiti che ci governano, dittatori vestiti da democratici, per inseguire le loro stronzate lasciano andare a rovina una generazione.
      Niente informazioni su droghe, alcool, e poca su trasmissione malattie veneree.

  2. Luca P.

    Purtroppo senza decisioni coraggiose non cambierà nulla.
    I burocrati del ministero dell’istruzione, gli insegnanti statali col miraggio dei 3,5 mesi di vacanza, i sindacati che con la scusa della scuola danno lavoro a migliaia di rappresentanti … tutto questo bubbone sa bene che la parità scolastica vera significa svuotare le scuole pubbliche e riempire quelle private.
    E con la scusa che la scuola non deve essere una attività di business (come se gli insegnanti statali lavorassero gratis!) e nemmeno confessionale (come se la scuola pubblica non fosse ideologizzata!) questo bubbone farà scendere per strada migliaia di “pecoroni” (studenti, genitori, professori, manifestanti di professione, black block, centri sociali …) al primo serio tentativo di rendere libera VERAMENTE la scuola italiana.

  3. Susanna Rolli

    Ho letto solo il titolo, purtroppo. Pensateci, cristiani, quando andate al voto ad eleggere coloro che dovrebbero sostenere i vostri ideali…..Invece, sembra che non ci pensate!!

    1. Susanna Rolli

      …E LE VOSTRE (ns) SCUOLE…

    2. Menelik

      Già, cara Susanna.
      Anche io ammetto a malincuore di averli votati da inizio anni 2000.
      Adesso se ci penso mi taglierei la mano dal rimorso, e dico:
      MI VENISSE UNA PARALISI ALLA MANO SE LI VOTO UN’ALTRA VOLTA.
      Firmato e sottoscritto.

      1. Susanna Rolli

        Caro Menelik, sostenere partiti -già lo dissi- che sostengono leggi contro Dio per noi cristiani significa commettere un peccato sociale, il quale, con pentimento (ed a te questo non è mancato affatto!) ed una confessione viene cancellato….Dai, Menelik, fai pace con te stesso, stai sereno!, come minimo ce lo hai detto quattro-cinque volte!! Ritieniti graziato, pensa che ci sono addirittura religiosi favorevoli alla benedizione delle coppie omosessuali!! (ho scritto coppie, ok?, COPPIE!!..prima che salti fuori l’imbra di turno..).

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