Israele-Gaza, nuovo attacco a una scuola Onu: 23 morti

Di Chiara Rizzo
31 Luglio 2014
La dura condanna di Ban Ki-moon: «Gesto ingiustificabile, nulla è più vergognoso che attaccare bambini che dormono. I responsabili devono pagare». Il Vaticano mette in campo la sua diplomazia per giungere alla tregua

Un nuovo bombardamento oggi ha centrato un’altra scuola dell’Unrwa, l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, a Jabalya: 23 persone sono morte, molti di loro erano donne e bambini. Il segretario dell’Onu Ban Ki-moon ha definito «ingiustificabile» l’attacco di oggi, e sottolineando che le prove questa volta dimostrano la responsabilità di Israele, ha aggiunto che «nulla è più vergognoso che attaccare dei bambini mentre dormono».

IL BILANCIO DELLE VITTIME. Con oggi sono 1336 i palestinesi uccisi in meno di un mese di scontri tra Israele e Gaza, e circa 7.200 le persone ferite. Intanto Hamas ha lanciato fino ad oggi 2.670 missili, di cui 280 lanciati dalla Striscia: i razzi, seppure in larga parte intercettati dal sistema di difesa Iron Dome, hanno causato il ferimento di 117 israeliani. Negli scontri sono morti 56 israeliani, soprattutto soldati dell’esercito, compresi gli ultimi ragazzi uccisi oggi durante un’operazione nel sud della Striscia.

CONDANNA INTERNAZIONALE. Non solo l’Onu, che oggi ha chiesto di «individuare i responsabili della strage perché dev’essere fatta giustizia», ha condannato duramente l’attacco ai civili. Gli Stati Uniti, attraverso il consigliere alla Sicurezza Ben Rhodes hanno fatto sapere che «sono molto preoccupati per l’uccisione di civili a Gaza e insistono per un cessate il fuoco duraturo e di lungo termine». Finora qualsiasi sforzo della diplomazia è stato inutile. Ieri dopo cinque ore di riunione del gabinetto di sicurezza, il premier Benjamin Netanyahu ha ordinato di proseguire le operazioni militari per lo smantellamento dei tunnel e di attacco ad Hamas. Questo malgrado lo stesso presidente Shimon Peres abbia ammonito il premier che «Israele ha esaurito l’opzione militare» e si è appellato perché si arrivi ad una soluzione diplomatica con la Striscia di Gaza sotto il controllo del moderato leader palestinese Abu Mazen. Dal canto suo, Hamas ha respinto anche l’offerta di una tregua umanitaria di 4 ore oggi, e ha continuato il lancio di missili.

EMERGENZA PROFUGHI. Intanto la situazione di immediato soccorso da parte degli organi internazionali ai civili palestinesi continua a precipitare. L’Unrwa ha ammonito che il numero degli sfollati è superiore a 200mila persone, cioé quattro volte più che nei precedenti conflitti. L’ong Gvc ha addirittura parlato di 600mila sfollati.

LA DIPLOMAZIA VATICANA IN CAMPO. Anche il Vaticano ha mosso i propri rappresentanti nel tentativo di giungere quanto prima alla fine delle ostilità e alla pacificazione. La segreteria di Stato vaticana ha inviato anche a tutte le ambasciate accreditate presso la Santa sede una nota verbale di richiamo agli appelli di Papa Francesco alla pace in Palestina e Israele. Il segretario di Stato Usa John Kerry e il ministro degli Esteri egiziano hanno comunicato che «hanno concordato di riprendere i contatti e di proseguire le consultazioni e il coordinamento per seguire il deterioramento della situazione nella Striscia di Gaza».

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