Iran, Rohani: «Non è la polizia che deve guidare il comportamento religioso della popolazione»
«La polizia deve far rispettare la legge, deve portare manette e pistole, ma non deve insegnare, diffondere e spiegare l’islam». Non sono parole di poco conto quelle pronunciate lunedì da Hassan Rohani, presidente dell’Iran, in un incontro con gli insegnanti della Repubblica islamica.
ESERCITO DEI 20 MILIONI. In Iran esiste una polizia religiosa, Basij, simile a quella che calpesta le strade dell’Arabia Saudita, fondata dall’ayatollah Khomeini nel 1979, che la chiamava “l’esercito dei 20 milioni”. Si tratta di una forza ad arruolamento volontario che conta, almeno formalmente, circa 15 milioni di persone tra uomini, donne e anche bambini. Il compito di questo esercito, che affianca la polizia vera e propria, è verificare il rispetto della moralità e dei costumi islamici per le strade, obbligare le donne a vestire l’hijab, arrestare le ragazze che non rispettano il rigido codice vestiario da tenere in pubblico, confiscare materiale osceno e anche scovare i critici del regime.
La polizia religiosa dipende in ultima istanza dagli ordini del leader supremo, l’ayatollah Ali Khamenei, e da quello dei religiosi più anziani, che si riuniscono nell’Assemblea degli esperti, l’organo religioso più importante dell’Iran.
[pubblicita_articolo]«POLIZIA NON INSEGNI L’ISLAM». La scorsa settimana il presidente Rohani ha affermato che la polizia non deve avere niente a che fare con la religione, sollevando uno stuolo di critiche in un paese dove è difficile dire dove comincia la politica e finisce la religione. Ieri ha rincarato la dose, parlando agli insegnanti: «Se diciamo alla polizia di agire come un seminario e di interpretare l’islam, si crea il caos. Tutti i professori nelle scuole, università e seminari hanno il compito di comprendere e insegnare la religione. Ma non tutti possono farlo».
Già l’anno scorso Rohani aveva commentato così la proposta da parte del Parlamento di una legge che aumentasse i poteri della polizia nei confronti delle donne trovate a portare male il velo: «Non dobbiamo concentrarci solo su un tema per prevenire il vizio nella società». Ieri il presidente ha insistito sullo stesso tasto, affermando che «la polizia non deve guidare il comportamento religioso della popolazione».
CRITICHE A ROHANI. La guida dell’Assemblea degli esperti, l’ayatollah Mohammad Yazdi, ha criticato il presidente perché il governo «è obbligato ad applicare le leggi dell’islam, non può dire “no” all’islam». Una lettera da parte di molti parlamentari, nostalgici di Ahmadinejad e critici di Rohani per alcuni suoi aspetti troppo moderati e liberali, ha chiesto che «l’islam venga difeso in ogni situazione».
Foto Ansa/Ap
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