
«In tempi di spending review non intervenire a sostegno delle paritarie è antieconomico»
A chi segue con attenzione le vicende della scuola italiana, non possono essere passate inosservate le dichiarazioni che Giuseppe Colosio, direttore dell’Ufficio scolastico regionale della Lombardia, ha rilasciato ad Avvenire lo scorso sabato 12 maggio. «So bene che le mie parole potranno risultare sgradite a qualcuno, ma sono fortemente preoccupato per alcuni segnali negativi che arrivano dal mondo della scuola paritaria, in profonda sofferenza». Una dichiarazione decisamente inedita da parte di un funzionario dello Stato.
Ma a Colosio, non interessa soltanto «il prezioso ruolo delle paritarie nel sistema scolastico lombardo, dal punto di vista culturale e pedagogico», che realizza «pluralità di soggetti, articolazione di modelli pedagogici, armi vincenti nel campo delle innovazioni, dove le paritarie hanno molto da dire e da offrire». L’analisi del direttore regionale si allarga alla dimensione economica: «Oggi in Lombardia su un milione e mezzo di studenti, oltre 350mila sono iscritti a istituti paritari e un loro passaggio in blocco alle scuole statali costerebbe allo Stato un miliardo e 400 milioni di euro. Oggi per l’intero sistema paritario lombardo lo Stato sborsa 120milioni di euro e i conti del risparmio sono presto fatti: poco meno di un miliardo e 300 milioni». Insomma «in tempi di “spending review”, non intervenire a sostegno delle paritarie rischia di apparire antieconomico». Libertà di educazione e razionalizzazione della spesa statale, ecco gli argomenti di Colosio, gli stessi che da anni sentiamo enunciare solo dai responsabili delle associazioni di ispirazione cattolica operanti nella scuola.
Alle sue riflessioni ha risposto il giorno dopo, domenica 13 maggio, sempre su Avvenire, il sottosegretario del ministero all’Istruzione, Elena Ugolini: «Voglio assicurare che al ministero dell’Istruzione siamo coscienti che il sistema scolastico pubblico è composto da scuole statali e paritarie, queste ultime gestite sia dagli Enti locali, sia dal privato sociale. E siamo consapevoli del valore pubblico che le paritarie svolgono all’interno del sistema, per il bene di tutta la collettività. L’aver proceduto in tempi più celeri del solito, nella ripartizione dei fondi stanziati per le paritarie, è un segnale dell’attenzione e della consapevolezza che abbiamo nei loro confronti. Intendiamo dare certezza e stabilità a chi gestisce le scuole paritarie e vorremmo aiutare le famiglie a poter esercitare il proprio diritto di scelta in campo educativo (…), superando l’idea che pubblico equivalga a statale, come dice chiaramente la legge 62/2000” dell’allora ministro, Luigi Berlinguer».
Colosio e Ugolini si trovano d’accordo nel porre fine alle rigidità presenti del sistema scolastico: «Spero si vada presto verso una vera autonomia della scuola statale – è l’affondo del sottosegretario – per questo è importante rivedere in modo profondo la governance della scuola, a tutti i livelli». E siccome «la differenza nella scuola la fanno i docenti e i dirigenti, è fondamentale cambiare le modalità di reclutamento e di formazione. I tirocini formativi di abilitazione, appena banditi, sono un percorso che dà alle scuole un ruolo importante nella formazione dei nuovi docenti». Forse, finalmente, una nuova stagione sta per iniziare per la scuola italiana? Il dibattito intanto continua.
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