Imu, Letta: «La seconda rata non si pagherà. La decisione è definitiva»

Di Chiara Rizzo
08 Novembre 2013
L'annunciato del premier al termine del Consiglio dei ministri: «Polemiche strumentali, Saccomanni ha solo detto che è difficile trovare le coperture»

Alla fine è definitivo: «Non si torna indietro sulla decisione già presa sullo stop alla seconda rata Imu». Oggi lo ha confermato il premier Enrico Letta al termine del Consiglio dei ministri, spiegando che si sta lavorando per trovare le coperture, e che le polemiche dei giorni scorsi sulle parole del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni sono state una montatura mediatica.

NEL 2013 NON SI PAGA. «Il ministro ha detto, come anche noi avevamo detto, che la copertura della seconda rata non è semplice, ma stiamo arrivando a conclusione, e non c’è da montare polemiche» ha detto Letta. Ha quindi aggiunto che «questa è una decisione già assunta e su cui non si torna indietro. Mi rendo conto che in questa fase ogni tema diventa occasione di terremoti politici, ma su questo voglio essere secco e ultimativo per evitare che ci si porti dietro delle incomprensioni. Nel 2013 prima e seconda rata dell’Imu non si pagheranno».

«PRIMO PROGETTO IN PROJECT FINANCING». Oggi il consiglio dei ministri ha anche sbloccato alcuni progetti infrastrutturali. In particolare, Letta ha spiegato che «il Cipe ha dato il via alla Orte-Mestre, nodo stradale tra i più importanti. L’opera beneficerà di misure fiscali sostitutive di un contributo pubblico a fondo perduto». In conferenza stampa il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, ha aggiunto: «La novità enorme di quest’opera è che l’opera è integralmente in project financing e per la prima volta viene applicata nel nostro Paese la legge sulle defiscalizzazioni. Il contributo, cioè, che lo Stato darà non è diretto, ma avendo stabilito che è opera di interesse pubblico e che viene realizzata interamente con capitali privati, riguarderà l’esenzione fiscale ai fini Irap e Ires e la compensazione dell’Iva». Il costo complessivo dell’opera è stato stimato in 9,8 miliardi di euro.

AMBIENTE E UNIVERSITÀ. Il consiglio dei ministri invece ha preferito prendere tempo sul collegato ambiente alla legge di stabilità e al disegno di legge con delega al governo per i testi unici su scuola, università e ricerca. Il disegno di legge su «misure di green economy» darebbe spazio alla semplificazione per le autorizzazioni ambientali e un maggiore ricorso ad “appalti verdi” da parte della Pubblica amministrazione. Il disegno di legge sui testi unici invece dovrebbe toccare anche alcuni nervi scoperti del sistema della formazione, quali i turn over e i finanziamenti di atenei ed enti di ricerca.

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