Lettere al direttore

L’Ilva green, il gip del Mottarone, il mullah Giletti

Massimo Giletti conduce la trasmissione ''Non è l'arena'' in onda su La7
Massimo Giletti conduce la trasmissione ”Non è l’arena” in onda su La7

Ho letto i due articoli comparsi su tempi.it riguardanti la demenziale sentenza di Taranto contro l’ex-Ilva. Ma che sarebbero le assurdità chimiche come gli “altiforni elettrici” e l’idrogeno (ma per che cosa, per ridurre gli ossidi di ferro a ferro)? Non lo sanno questi signori che per fare l’acciaio ci vuole il carbonio, senza il quale non si ottiene acciaio, ma ferro dolce, che serve solo per impieghi particolari, come, per esempio, le elettrocalamite? Mi sembra che qui siamo del tutto fuori della realtà: con simili proposte l’acciaieria non potrà che chiudere. Senza contare tutti i dipendenti che perderanno il lavoro, e le loro famiglie; ma, tanto, c’è il reddito di cittadinanza…
Giulio Dante Guerra, chimico, Primo Ricercatore del C.N.R. in pensione, via email

Caro Giulio, nel prossimo numero di Tempi proviamo ad indagare un po’ su questa moda green che ormai tutto ammorba. Che, poi, fosse solo una “moda”… basterebbe aspettare la prossima. Invece qui si tratta proprio di business e affari, come spiegheremo sul numero del mensile di giugno.

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Per quanto riguarda la vicenda giudiziaria della strage del Mottarone sono rimasto favorevolmente colpito dal coraggio della gip Donatella Banci che ha scarcerato due dei tre presunti colpevoli che il pm aveva messo subito in galera. Mi ha colpito soprattutto il fatto che tutti si siano sorpresi e che la gip abbia persino dovuto spiegare che, non essendoci pericolo di fuga, la carcerazione preventiva non andava applicata. Il famose giudice di Berlino lo abbiamo trovato a Verbania?
Carlo Mancinelli via email

L’avevamo trovato sì, e infatti le hanno subito sfilato il fascicolo.

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Caro direttore, avrei una semplice domande da girare, se possibile, a tutti i comitati scientifici, virologi, ministri della salute, etc etc che continuano ad imporre restrizioni burocratiche sempre più assurde. Parto con una nota citazione di uno scienziato: “Poca osservazione e molto ragionamento conducono all’errore. Molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità”. L’osservazione che sarebbe utile fare è la seguente: ormai da un anno abbondante che sono riprese le celebrazioni religiose, con molte volte  qualche centinaio di persone (e si perché il popolo continua ad essere credente nonostante tutto) raccolte insieme, seguendo tutti i protocolli di questo mondo (distanziamento, mascherine, gel..), a volte alla aperto (quando possibile), spesso al chiuso moltiplicando gli spazi utilizzabili. Ne consegue la domanda: come mai non ci sono stati focolai terribili di COVID causati da questi “fanatici”? Ma per caso non è che questa sia la dimostrazione che con le chiusure si sia un po’ esagerato, imponendole anche quando non necessario, quando basta mantenere una serie di comportamenti prudenti? Cordiali saluti.
Corrado Gajetti Torino

Si conferma vero quel che il vescovo Massimo Camisasca disse a Tempi con una battuta: se non vuoi prendere il Covid, vieni in chiesa.

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Ho per caso assistito alla trasmissione Non è l’arena, condotta da Massimo Giletti in cui era presente Roberto Formigoni, Peter Gomez del Fatto quotidiano e il giornalista Luca Telese. Sono rimasta basita dalla superficialità delle argomentazione con cui, soprattutto Giletti, attaccava Formigoni sulla questione del vitalizio. Il problema è che queste sono trasmissioni che vengono presentate come giornalistiche, ma che col “giornalismo” non hanno nulla a che fare. Sono show, in cui si finisce per urlare e in cui tutto si confonde e ognuno rimane della propria idea.
Elena Arsetti, via email

Ho visto anche io degli spezzoni della trasmissione. Sulla vicenda, come sa, anche noi abbiamo scritto, spiegando i termini della questione. A me, così come a Luca Telese, pare così solare che Formigoni abbai diritto a una pensione che fatico a capire cosa ci sia da discutere. Mi ha fatto impressione soprattutto Giletti quando s’è messo a sbraitare di «morale» come un mullah grillino qualsiasi.

Foto Ansa

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