Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2022
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2022
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Esteri

Il Venezuela degli studenti: «Quando esci non sai se tornerai»

Parlano alcuni dei giovani che da giorni protestano contro il presidente Maduro. La violenza, gli scontri e le morti. «I diritti umani e la costituzione sono violati continuamente»

Daniele Mont D’Arpizio
21/02/2014 - 16:41
Esteri
CondividiTwittaChattaInvia

Tratto da Il Bo – Il Venezuela è in rivolta: le manifestazioni di piazza ormai si succedono senza soluzione di continuità in tutte le maggiori città, mentre si contano ormai quattro vittime tra i partecipanti. A quasi un anno dalla morte del leader Hugo Chávez, il successore Nicolás Maduro si trova a fronteggiare la peggiore crisi del suo mandato. Il centro delle proteste questa volta sono le università.

Sentiamo alcuni studenti proprio mentre partecipano a una manifestazione a Barquisimeto: una delle città più grandi del Venezuela e capitale dello stato di Lara, dove nei giorni scorsi ci sono stati scontri con decine di studenti feriti e arrestati. Uno di essi, Juan Carlos Briceño, finirà probabilmente su una sedia a rotelle per un proiettile, non si sa bene se esploso dalla polizia o da un gruppo di miliziani chavisti. Oggi la situazione è più tranquilla: “i militari della guardia nazionale ci hanno appena chiesto di liberare la strada per le auto, in questo momento gli stiamo spiegano tranquillamente le nostro ragioni”, ci dice uno studente che si presenta solo con il nome di Anyuri.

Alejandro Arana, studente del quinto anno di medicina alla Universidad Centroccidental Lisandro Alvarado (Ucla), racconta la protesta: “Uno dei motivi principali è l’insicurezza: migliaia di venezuelani muoiono per la violenza nelle strade, che sta addirittura aumentando”. “Quando esci non sai se tornerai – conferma Maria Adames Cardinale, anche lei studentessa di medicina alla Ucla – Possono ucciderti anche per un cellulare. I giovani sono stufi e vogliono il cambiamento”. Nel 2013 in Venezuela, secondo l’ultimo rapporto di una Ong, si sono registrati 24.763 omicidi, dato che ne fa uno dei paesi più pericolosi al mondo. “Abbiamo un’inflazione superiore al 50% e in questo momento mancano prodotti basilari di consumo – conferma Jefferson Quiroz, anche lui studente – non si trovano pane, latte, farina e carta igienica perfino nei Mercal, gli spacci controllati dal governo. Bisogna fare ore di coda per comprare una bottiglia di olio o per fare benzina; spesso salta anche la corrente elettrica”. Un paradosso per un paese membro dell’Opec, tra i primi produttori di petrolio al mondo.

LEGGI ANCHE:

Maduro Venezuela

La guerra in Ucraina rende Maduro sempre più centrale

9 Maggio 2022
Venezuela

Putin abbandona la Stazione spaziale internazionale e vola nello spazio con Maduro

26 Aprile 2022

Come è nata la protesta? Dietro ci sono dei partiti politici? “La lotta è nata dagli studenti, senza bandiere politiche. Poi ovviamente si sono uniti anche i partiti e parte della società civile” dice Alejandro. Jefferson: “In tutto il mondo e in qualsiasi epoca gli studenti sono sempre i primi a scendere in piazza per reclamare i propri diritti, il motore principale per il cambiamento”. “La protesta è nata nello stato di cui sono originario, il Táchira – racconta Jefferson – principalmente nelle organizzazioni studentesche e negli studentati di università come l’Unet, l’Ula e l’Unefa”. Successivamente il 12 febbraio, in Venezuela il Día de la Juventud, gli studenti sono scesi in piazza in tutto il paese, ma durante gli scontri con la polizia e con gruppi di sostenitori del regime sono morti tre manifestanti, a cui si è ora aggiunta una quarta vittima.

Mentre la protesta cresce l’obiettivo è sempre più quello delle dimissioni del presidente Maduro: “Vogliamo essere ascoltati anche a livello internazionale – conclude Maria – nel mondo pensano che in Venezuela stiamo bene, mentre non è così. I diritti umani e la costituzione sono violati continuamente”. Su una però tutti gli studenti sono d’accordo: no a un colpo di stato, il rinnovamento deve mantenersi dentro la costituzione.

Anche i professori si uniscono alla protesta

Anche Gerardo Marquez, quando lo sentiamo, si sta preparando a scendere in piazza. È professore di auditoria (auditing) presso la facoltà di amministrazione della Ucla di Barquisimeto. “Anche qui la guardia nazionale ha usato gas, idranti e proiettili da 9 millimetri – conferma il docente – arrestando e picchiando diversi studenti, anche minorenni”. Perché ha deciso di appoggiare la protesta degli studenti? “Premetto che sono contro i vandali che si mescolano agli studenti per saccheggiare i negozi e provocare i militari. La protesta pacifica però deve essere permessa, mentre il presidente Maduro è andato in televisione a dire che le manifestazioni erano proibite. Per questo sto protestando anch’io”.

“Attualmente c’è una crisi economica fortissima, a cui si accompagnano la repressione da parte della polizia e un alto indice di corruzione – continua Marquez – I media sono completamente asserviti al governo come tutti gli organi dello Stato, compresi quelli di garanzia”. Queste condizioni però c’erano anche con Chavez: forse adesso pesa anche lo scarso carisma del nuovo presidente? “Anche. Molti hanno dubbi persino sul fatto che sia nato su territorio venezuelano, come richiederebbe la costituzione”.

Quello degli studenti è un movimento politicizzato o autonomo? “Non si può negare che l’opposizione vuole strumentalizzare la protesta: gli studenti rischiano di essere carne da cannone per gli obiettivi dei politici. Ma le organizzazioni studentesche stanno cercando di mantenersi autonome. Il grido è ‘ni con Capriles ni con Maduro, los estudiantes combaten por el futuro’”. Del resto anche l’opposizione è divisa. “Esatto. In questo momento chi vuole una radicalizzazione del conflitto non è Capriles, lo sconfitto delle ultime elezioni presidenziali, ma Leopoldo López – che si è appena consegnato alla polizia, dopo essere stato accusato dal presidente di essere uno dei responsabili degli scontri, ndr – e María Corina Machado. Di fatto il nostro regime quasi dittatoriale riesce a resistere solo perché l’opposizione è divisa”. E l’accusa agli Usa di essere dietro la protesta (Maduro ha recentemente annunciato l’espulsione di tre diplomatici americani)? “I chavisti da sempre sono antiamericani, così come l’opposizione è anticubana. In realtà nessuno ha le mani pulite”.

Nelle proteste le ragioni politiche e sociali sociali si sommano a quelle proprie della realtà universitaria in Venezuela: “Mancano le strutture e i computer, le biblioteche non sono fornite e le classi sovraffollate. Il governo favorisce inoltre le università direttamente sotto il suo controllo, come l’Universidad Bolivariana e l’Unefa, l’ateneo delle forze armate. Questi istituti ricevono maggiori finanziamenti e borse di studio ma sono sotto il controllo ideologico del regime, senza alcun pluralismo”. Come ha reagito il mondo accademico alla repressione? “Il consiglio universitario Ucla ha sospeso le lezioni il 13 e il 14 febbraio. Lunedì 17 sono ripartite le attività amministrative e il 18 quelle accademiche, ma gli studenti hanno bloccato le lezioni”.

Intanto le proteste crescono: “La gente vede che le manifestazioni sono pacifiche, molti inoltre si stanno si stanno liberando della paura. Domenica ha marciato un numero enorme di donne in appoggio agli studenti, che hanno chiesto giustizia per i loro figli e fratelli”. La repressione però è in agguato: “Tutto qui è sotto il controllo del governo: media, polizia, potere giudiziario e amministrazione pubblica. Se alzi la voce puoi essere licenziato, se hai un’impresa ti mandano gli ispettori del fisco e la chiudono senza motivo. Polizia e militari arrestano e picchiano, e i giudici glielo permettono”. Come se ne uscirà? “Il presidente dovrebbe rendersi conto della situazione, ma non si dimetterà. La gente purtroppo crede sempre meno alle vie e agli strumenti legali e molti si danno alla guarimba, la violenza e la devastazione”.

Tags: caracashugo chavezleopoldo lopeznicolas maduroproteste venezuelavenezuela
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

Maduro Venezuela

La guerra in Ucraina rende Maduro sempre più centrale

9 Maggio 2022
Venezuela

Putin abbandona la Stazione spaziale internazionale e vola nello spazio con Maduro

26 Aprile 2022
Maduro Putin America Latina

Perché la guerra in Ucraina può essere un’opportunità per l’America latina

11 Aprile 2022
Venezuela proteste film

Anche se adesso serve per il petrolio, il Venezuela resta una dittatura

21 Marzo 2022
Murale con bandiera del Venezuela e petrolio

Rimpiazzare il petrolio di Putin con quello di Maduro? Biden contestato da tutti

11 Marzo 2022
L'incontro tra il presidente boliviano Evo Morales e quello russo Vladimir Putin, Mosca, 11 luglio 2019

Il “cortile di casa” di Mosca è in America Latina

7 Marzo 2022
Per commentare questo contenuto occorre effettuare l'accesso con le proprie credenziali.

Video

Foto Red Dot per Unsplash
Ambiente

Stop auto endotermiche? «Decisione ideologica»

Redazione
9 Giugno 2022

Altri video

Lettere al direttore

L'unione civile tra Francesca Pascale e Paola Turci, Montalcino, 3 luglio 2022

Chiamare le cose con il loro nome. Due esempi

Peppino Zola
5 Luglio 2022

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • Good Bye, Lenin!
    Good Bye, Lenin!
    Il samizdat slovacco che parlò di Cl negli anni Ottanta
    Angelo Bonaguro
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    L’aborto non può essere considerato un diritto naturale
    Emanuele Boffi
  • Cartolina dal Paradiso
    Cartolina dal Paradiso
    L’ideale cristiano non è la brava persona di successo, ma il santo
    Pippo Corigliano
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Vasilij Grossman, la Russia e Macron
    Rodolfo Casadei
  • Libri in povere parole
    Libri in povere parole
    Eureka Street; Uno di noi; La morte viene per l’arcivescovo
    Miber

Foto

Ragazza in bicicletta
Foto

Esame di maturità. Un rito di passaggio

27 Giugno 2022
Egisto Corradi
Foto

La faccia più vera

26 Maggio 2022
Foto

Il potere dei senza potere e la guerra in Ucraina

20 Maggio 2022
Foto

“Investire in educazione”. Incontro sulla mostra “Alleanza scuola lavoro”

10 Maggio 2022
Foto

“Droga, le ragioni del no. Scienza, prevenzione, contrasto, recupero“

2 Maggio 2022

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2021: euro 155.773,68. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2022
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Società
    • Social network
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist