Il sindaco Mazza: «Le paritarie fanno risparmiare a Seregno 2 milioni di euro»

Di Benedetta Frigerio
07 Agosto 2015
Edoardo Mazza (Fi): «Senza le scuole paritarie il Comune di Seregno non avrebbe i soldi per garantire i servizi scolastici dell'infanzia a tutti i suoi cittadini»

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«Il finanziamento alle scuole paritarie non è solo una questione ideale ma di mera convenienza economica e sociale». A sostenerlo Edoardo Mazza, sindaco di Forza Italia del Comune brianzolo di Seregno. Mazza ha deciso di farsi i conti in tasca, scoprendo che il sostegno alle scuole dell’infanzia non statali avrebbe fatto risparmiare molto denaro alle casse del Comune. Per questo ha deciso di incrementare i finanziamenti. Motivo per cui chiede chiarezza e si oppone alla sentenza della Corte di Cassazione che, giudicando commerciale l’attività di due scuole paritarie di Livorno, apre a un’interpretazione della legge 2000/62 secondo cui gli istituti non statali sarebbero costretti a dover pagare l’Imu.

Sindaco Mazza, quali sono i risultati dei calcoli sulla scuola fatti dalla sua amministrazione?
Innanzitutto bisogna dire che in tutto, tra nidi e materne, le scuole paritarie dell’infanzia di Seregno servono circa 900 famiglie, di cui 700 residenti nel Comune. Quelle statali invece ne servono circa 500 (99 per cento residenti). Nonostante i tagli da parte dello Stato, abbiamo deciso di elargire alle scuole paritarie dell’infanzia 750 mila euro all’anno. Per questo motivo le rette delle scuole paritarie di Seregno sono minori rispetto a quelle dei comuni limitrofi. Questa decisione, oltre che da una questione ideale e politica, è stata dettata dalla convenienza economica: se dovessimo svolgere il medesimo servizio, garantendo l’istruzione statale anche a queste 900 famiglie, spenderemmo circa 2 milioni di euro. I costi delle scuole comunali, infatti, sono molto più alti di quelli delle paritarie che integrano le spese con le rette pagate dalle famiglie.

Cosa accadrebbe se le scuole paritarie chiudessero a causa di una tassazione maggiore? Sareste davvero costretti a spendere 2 milioni di euro?
Innanzitutto le scuole paritarie di Seregno sono quattro. Abbiamo calcolato che se dovessero pagassero l’Imu, il Comune incasserebbe dai 70 ai 100 mila euro all’anno. Questo le obbligherebbe tuttavia ad aumentare le rette per non dover chiudere i battenti. La maggior parte delle scuole paritarie, è bene ricordarlo, chiudono i bilanci in pareggio se va bene, ma mai in avanzo. Se le paritarie fossero costrette a pagare ulteriori tasse, nel nostro caso l’alternativa più plausibile al pagamento di 2 milioni di euro, che comunque non abbiamo, sarebbe la sospensione dei servizi scolastici dell’infanzia. Così facendo lasceremmo sole le famiglie che hanno o che desiderano avere bambini, perché si troverebbero in grandissima difficoltà a conciliare il lavoro con i figli.

Al di là della questione economica cosa pensa della mobilitazione per la proposta di una legge che metta nero su bianco la parità?
Sono pienamente d’accordo, il che non significa essere contro le scuole statali che ho frequentato dall’asilo nido fino all’università, ma essere a favore della giustizia e della parità. Ad esempio, non è giusto che la Tari costi di più alle scuole paritarie che a quelle statali. Ripeto, le paritarie forniscono un servizio che consente allo Stato di risparmiare fortemente sul servizio stesso. E poi ripeto ancora, ostacolando le scuole paritarie si ostacolano le famiglie, per è impossibile reggere i costi di un sistema interamente statale.

@frigeriobenedet

Foto scuola da Shutterstock

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1 commento

  1. To.ni

    Il problema delle paritarie non sono i costi, per certi personaggi (tipo filomenaxy ) se l’abolizione comportasse un costo di 100 miliardi di euro poca conta dato che per loro l’importante è proporre ed imporre la loro caritatevole visione della vita. Produrre gente che sul loro modello per pietà abortiscono sopprimono malati fanno sposare e figliare (artificialmente) qualsiasi debosciato.

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