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Il “fascismo dell’antifascismo” che minaccia la convivenza

Di Fabio Cavallari
02 Luglio 2024
Il potere su cui si fondano tutte le dittature consiste proprio nell’impedire ai cittadini di sentirsi liberi di esprimere quel che pensano nel timore che qualcuno lo usi contro di loro
Barricate degli studenti pro Palestina all’Università di Amsterdam, Olanda, 8 maggio 2024
Barricate degli studenti pro Palestina all’Università di Amsterdam, Olanda, 8 maggio 2024 (foto Ansa)

Alcuni recenti episodi hanno riportato all’attenzione dell’opinione pubblica una modalità d’azione che sembrava relegata, se non archiviata, al secolo scorso, quando alla fine degli anni Settanta le forze extraparlamentari usavano lo strumento della violenza quale mezzo politico per affermare la propria opinione o per tacitare quella degli avversari. Mi sto riferendo, nello specifico, alle contestazioni portate alle estreme conseguenze sino a togliere il diritto di parola a colui che esprime pensieri contrastanti rispetto a quelli dei critici. Si sono moltiplicati episodi legati alle proteste contro il governo israeliano e in difesa delle popolazioni palestinesi, nelle università italiane, come in quelle statunitensi. Così come censure di personalità politiche il cui pensiero non era ritenuto gradito da coloro che si sono assunti l’onere di interrompere con violenza verbale il relatore di turno.
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