Il Conte mastica il latino, la Bestia le piadine. La cronaca politica del Corriere

Di Luigi Amicone
03 Dicembre 2019
Istruttivo articolo di Fabrizio Roncone sullo scontro in Parlamento tra governo e opposizioni: il premier «fa l'avvocato», Salvini s'ingozza nervoso
Matteo Salvini in Senato

Secondo il maestro Vittorio Feltri «il giornalismo è alta portineria». Si vede che il Direttore non frequenta il corrierista Fabrizio Roncone. Detto anche Marvellous de noantri. Che come il famoso pugile che morsicava le orecchie all’avversario per poi abbatterlo con ferocia bestiale, usa mordere la pagina con incipit folgoranti per poi sfrittellare articolesse geniali. Come nel pezzo letto oggi nel “primo piano” del quotidiano di via Solferino (a dire il vero, alleggerito da una buona mezza pagina di ingombro fotografico).

Ma insomma, tanto per cominciare Roncone scrive: «Tanto per inquadrare il pomeriggio». Però. A quale musa dobbiamo il maestoso incipit? Un portinaio dovrebbe anche spettegolare dello scontro al calor bianco visto in parlamento tra governo e opposizioni.

In effetti le note di Marvellous sono uppercut micidiali sullo spettacolo indecoroso offerto dalla politica. Così, «tanto per inquadrare il pomeriggio», il cronista del Corriere della Sera si presenta alla buvette del Senato e, immagine di enorme corrosività simbolica, ecco descriverci «senatori che divorano noccioline (sono gratis)», mentre «laggiù si sente la voce allegra – esatto: allegra – di Matteo Renzi». Esatto. Birichinamente allegra, invece che costituzionalmente riflessiva di fiduciosa aspettativa nel corso della giustizia. Insomma, non facciamo a tempo a paralizzarci di ammirazione che «arriva Matteo Salvini, sposta la ciotola con le noccioline e…». E?

Oddio. Cosa c’è di Papeete in questa “e”, anzi, nella triplice “e” che “arriva” introducendo la Bestia? Arriva alla buvette Matteo Salvini. E cosa fa il Truce? Fa pipì sul bancone con quel pisello d’odio che hanno certi cagnolini fascisti dentro? No, cari i miei lettori antifascisti e sardine democratiche dentro, ci sono cose ben peggiori che pisciare random il giorno in cui il presidente del Consiglio prosciuga le citazioni della Treccani. C’è, scrive Marvellous, che «arriva Matteo Salvini, sposta la ciotola con le noccioline e ordina due piadine al prosciutto e un tramezzino». Bastardo.

«Pallido, teso. Il nodo della cravatta allentato. Morde nervoso. Gli hanno appena finito di raccontare il durissimo intervento con cui Giuseppe Conte, due ore fa, ha riferito alla Camera…». «E hanno aggiunto. Ti ha attaccato ed è stato convincente». «L’avvocato ha fatto l’avvocato». Tutto vero. Durissimo. Intervento. Convincente. Come fa la Bestia a non andare a nascondersi? Non sente il fiato sul collo, il bene che avanza, la conoscenza, il sale del mondo?

Si sente che è spacciato. E allora la butta in caciara. «Salvini si volta e chiede: “Mi ha dato anche del bifolco, vero?”». Beh… «Ha [solo, ndr] detto che lei ha una scarsa propensione alla lettura dei dossier». Poi Marvellous si compone in atteggiamento materno e scrive senza neanche anteporre un “Bestia, non mi rutti qui come faceva al Papeete”: «Mangi più lentamente». È lì che il rutto salviniano insorge: «Ho una fame tremenda…».

Tal che il cronista esaminatore domanda al mangiatore di noccioline a scrocco e affamato come una Bestia: «Ha qualcosa che dimostri la fondatezza delle accuse che lei e la Meloni rivolgete a Conte»? «Quattro fogli di appunti scritti a penna». «Pochino». Al che Salvini fa il nome di Di Maio. Pochino? «Anche Di Maio non ha capito niente?».

Vabbè, Marvellous passa alla seconda fase della sua articolessa geniale. Non prima però di aver informato il lettore di un’altra sua sensazione, ad sardina acuminata, rivolta alla Bestia: «Lei sembra un po’ giù di giri». Dopo di che arriva la parte 2, la vendetta, che si apre in parentesi e corsivo alla manzoniana o manzana che dir si voglia («Flashback: Montecitorio ore 13»). E via a incensare lievemente Conte che «parla 43 minuti», «citazioni in inglese, francese, latino, greco», «il tono di voce che conoscete [“Conoscete”? Conoscete a chi?, ndr], nel taschino della giacca il fazzoletto bianco senza le celebri [“Celebri”? Celebri a chi?, ndr] quattro punte…».

Pipponando, sì, epperò tra quadretti di efficace epigrafia gogoliana. Tipo: «Visto il deputato del Pd Emanuele Fiano alzarsi e fare marameo con la mano». «Di Maio, come se parlassero di un altro Di Maio, sempre con lo sguardo nel vuoto». «Intanto si è alzato Renato Brunetta. Ex generale di Forza Italia, e fa un gran discorso, da vero economista». Altro che. «Graziano Del Rio, capogruppo del Pd, cita Shakespeare».

Tanta roba. Insomma, ti aspetti una chiusa montanelliana. Invece «finisce in tristezza. Due senatori, un grillino e un leghista, sono già alla buvette e vanno di prosecco». Non ci dice, il meraviglioso, se pure il prosecco è gratis. Epperò Roncone ci dice che «il leghista è alticcio. Ma non insistete per sapere chi è (ha due bambini piccoli)».

Poi dice che il Truce è Salvini. Baluba di un Corriere.

Foto Ansa

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