I sindacati a Madia: «Pronti allo sciopero»

Di Chiara Rizzo
11 Giugno 2014
Domani ci sarà un incontro con il ministro sulla riforma che l'esecutivo propone per la pubblica amministrazione. Cgil, Cisl e Uil però tendono a chiudere ogni dialogo: «La staffetta generazionale per 5mila giovani? Ridicola»

È possibile un prossimo sciopero anche dei dipendenti della pubblica amministrazione. Ad annunciarlo sono stati i tre sindacati del settore Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa in una conferenza stampa congiunta, in cui è stata anche presentata la proposta che avanzeranno domani tutte le sigle nell’incontro con il ministro Marianna Madia sulla riforma proposta dall’esecutivo per il settore pubblico.

«LA STAFFETTA CON I GIOVANI? RIDICOLO». Sono tanti i punti di disaccordo tra sindacati e ministro. Secondo i primi, ad esempio, non è vero che dal ricambio generazionale, la “staffetta” proposta dal ministro, si potranno ottenere 10mila posti ma solo 5mila e per il segretario di Cisl-Fp Giovanni Faveri «Fare la staffetta con 5mila giovani è una risposta ridicola». Piuttosto i sidancati hanno ricordato che il contratto nazionale è bloccato dal 2009, e che 400mila posti sono stati perduti da allora nel settore: «Pretendiamo che 100mila persone possano entrare in tre anni», per i risparmi generati dai pensionamenti di questi ultimi anni, ha rilanciato la segretaria generale di Cgil-Fp Susanna Dettori. “Bisogna porre fine al blocco delle assunzioni e lanciare una campagna orientata alla ricerca di nuove competenze professionali e alla gestione di modelli organizzativi innovativi, anche per favorire l’ingresso di giovani” hanno ribadito i tre sindacati nel documento che presenteranno domani al ministro, e sul quale probabilmente i margini di un dialogo sono molto stretti. Il governo intende procedere sulla materia con un decreto legge per una piccola parte di provvedimenti, e con un disegno di legge delega per le riforme più strutturali.

SI’ ALLA MOBILITA’ VOLONTARIA. Le organizzazioni sindacali hanno fatto sapere comunque di non essere contrarie in modo assoluto alla mobilità, se questa è volontaria e a patto che sia sempre associata alla formazione. Inoltre sulla flessibilità, chiedono che al contratto “va affidato il compito di individuare soluzioni alternative alla mobilità».

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