I No Tav si preparano alla manifestazione nazionale di Susa, prevista per sabato, cercando in ogni modo di ridimensionare la portata delle notizie, non precisamente incoraggianti per la loro causa, che provengono da Roma e da Chiomonte. Dalla capitale: l’approvazione (317 voti a favore, 115 contrari e un astenuto), ieri l’altro, alla Camera della ratifica del trattato 2012 Italia-Francia sulla linea Tav Torino-Lione. Dal cantiere: l’avvio, quasi in contemporanea con il voto parlamentare, dei lavori della “talpa” nel tunnel geognostico alla Maddalena.
OSTRUZIONISMO GRILLINO. Nonostante l’ostruzionismo grillino, con tanto di bandiera No Tav sventolata in aula da Laura Castelli ed Ivan Della Valle, il sì al trattato è arrivato. Prontamente ridotto, sul blog di Grillo e sulla galassia web anti-treno, a «mezzo trattato, visto che non c’è il sì del Senato». Il tentativo, secondo gli oppositori, in vista del vertice italo-francese del 20 prossimo, «di forzare la mano alla Francia a realizzare un’opera sulla quale hanno espresso concrete perplessità». Poco importa se queste perplessità, spesso annunciate, sono state regolarmente smentite. Il 20, intanto, è annunciata una discesa a Roma per una contestazione al vertice.
RAGIONI POLITICHE. Della “talpa”, inseguita per un’intera estate nel vano tentativo di bloccarne l’arrivo a Chiomonte, i No Tav mettono in dubbio «che abbia davvero iniziato a lavorare. Forse accadrà tra qualche mese e non si sa con quali esiti. Al momento non esiste nemmeno l’impianto elettrico necessario per farla funzionare».
Sandro Plano, presidente della Comunità Montana, alle prese, dicono i bene informati, con la costruzione di una sua candidatura a sindaco di Susa all’insegna dell’inciucio tra la fronda Pd antitreno ed i Movimento 5 Stelle, parla di «tono propagandistico».
Più che “talpa”, i richiami zoologici vanno per la maggiore anche nella politica valligiana, «si dovrebbe parlare di uno specchietto per le allodole, per far passare sotto traccia problemi come quelli riguardanti l’assetto idrogeologico, la situazione delle scuole, della sanità, il problema della casa che sono assolutamente prioritari. Questi – conclude Plano – sono i nostri temi e non sono solo nostri ma sono i temi di tutta Italia».
COMITATO SI’ TAV. In Valle, però, mentre il movimento trenocrociato cerca di riconquistare ribalta ed entusiasmo con l’imminente manifestazione, si inizia ad organizzare anche il fronte opposto. Sabato scorso, all’hotel “Ninfa” di Avigliana, uno dei bersagli dei No Tav, si sono incontrati alcune decine di valsusini che si propongono di dar voce e spazio ad un “Comitato Sì Tav”. Spiegano di «essere stufi dei danni all’immagine ed all’economia della Valle (e non solo) data da chi, per altro con sempre più inclinazione alla violenza, si oppone ad un’opera strategica come la Torino-Lione. Abbiamo deciso di portare le nostre ragioni fuori dai social-network (esistono alcune pagine e gruppi pro-Tav su Facebook, ndr) e mobilitarci per lo sviluppo. È importante che si sappia che questa non è solo la Valle dei No».