Andrew Brunson è un pastore protestante americano e per 23 anni ha vissuto in Turchia, a Izmir, senza mai «avere avuto problemi di alcun genere». Poi il 7 ottobre è stato convocato dal ministero degli Interni e da allora non è ancora uscito dal carcere della città.
ACCUSE DI TERRORISMO. La moglie Norine è stata detenuta per due settimane, e poi rilasciata, mentre Brunson è rimasto nella struttura detentiva dell’ufficio immigrazione per due mesi senza poter contattare il suo avvocato. Fino a quando, l’8 dicembre, non è stato trasferito in un centro antiterrorismo e accusato formalmente di «essere membro di un’organizzazione terrorista armata». Quale? Non si sa. Accusato in base a quali prove? Non si sa.
GULENISTA. «La cosa più frustrante è che non ci danno nessuna informazione», ha dichiarato l’avvocato di Brunson, che vuole restare anonimo, al Wall Street Journal. Sembra però che sia stato bollato come gulenista, dal nome dell’imam che vive in America e che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha accusato di aver organizzato il colpo di Stato fallito di luglio. Da allora, decine di migliaia di persone sono state arrestate con l’accusa di essere “gulenisti”.
TEORIA DELLA COSPIRAZIONE CRISTIANA. Dopo i poliziotti, i giudici, i pubblici ministeri, i giornalisti, i docenti e i membri dell’esercito, ora anche i religiosi sarebbero “gulenisti”. Secondo Aykan Erdemir, ex parlamentare turco, «Erdogan sta diffondendo la teoria della cospirazione dei cristiani per aumentare il sostegno popolare al suo governo». C’è più di un segnale a sostegno di questa ipotesi: a luglio un editorialista turco vicino al governo ha scritto che la madre di Gulen sarebbe ebrea e il padre armeno. Gulen stesso è stato accusato di essere «un membro del Consiglio vaticano». Altri giornali hanno ipotizzato che i gulenisti trovino facile riparo «nelle chiese in Turchia», mentre un altro ancora ha riportato che Gulen in realtà non è un imam ma un prete cattolico.
«MANDRIA DI INFEDELI». L’avvocato di Brunson ha presentato ricorso contro la carcerazione preventiva del suo assistito, invano. In attesa che il processo si concluda, dunque, dovrà restare in carcere. Brunson non è l’unico ad avere avuto problemi all’indomani del colpo di Stato: molti altri pastori, secondo il segretario generale dell’Unione delle chiese protestanti, «hanno ricevuto minacce di morte sui loro telefonini», mentre dal palco delle manifestazioni a favore di Erdogan, leader politici e islamici hanno accusato del golpe «l’esercito dei crociati, cristiani ed ebrei, quella mandria di infedeli».